11/12/2001

DAGLI IMPRESARI ALLA FONDAZIONE IN 150 ANNI DI SCENA

Come è cambiata la gestione del Comunale in un secolo e mezzo di attività artistica
Quando il 2 ottobre 1841 si inaugura il Comunale di Modena la gestione del Teatro è nelle mani di una Commissione nominata dall'Illustrissima Comunità. Il risultato economico di fine anno si rivela però disastroso e costringe il Comune a correre ai ripari e ad affidarsi all'impresario milanese Pietro Rovaglia. La gestione del Teatro resterà nelle mani di impresari fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Nel 1915 l'edificio sarà requisito per esigenze militari e resterà chiuso per otto anni. Alla riapertura, nel 1923, la gestione va al Consorzio palchettisti, l'unione dei proprietari dei palchi, che a loro volta affidano l'organizzazione a impresari. Si proseguirà così fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Al termine del conflitto, quando anche le attività teatrali riprendono, il Comune si affida per alcuni anni ad un impresario di lusso, il bolognese Carlo Alberto Cappelli, che gestisce le stagioni liriche fino al 1955. A partire dall'anno successivo - il 1956 - inizia infatti la gestione diretta del Teatro da parte del Comune. La proposta è della nuova Commissione teatrale presieduta da Rubes Triva, allora vice presidente della Provincia e consigliere comunale. Alle stagioni liriche si affiancano nuovi cartelloni di concerti e balletti e inizia a farsi strada l'idea di una associazione, che prenderà corpo nel 1964 con la nascita dell'Ater (Associazione teatri Emilia Romagna) e che fino agli anni '80 favorirà maggiore integrazione tra i teatri e la nascita di nuove produzioni. L'ultimo atto nella storia della gestione del Teatro Comunale è la nascita della nuova Fondazione.

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