25/06/2001

SERATE ESTENSI, GRAN SUCCESSO DEL CIRCO RASPOSO

Domani sera, martedì 26, una conferenza sulle residenze e gli antichi giardini estensi
""Un evento all'altezza delle Serate Estensi e soprattutto delle aspettative del pubblico". Così il sindaco Giuliano Barbolini ha commentato il suggestivo spettacolo del Circo Rasposo, andato in scena domenica scorsa in Piazza Grande di fronte a un vasto pubblico che si è accalcato ben oltre le transenne per assistere ai volteggi di acrobati e ballerine sullo sfondo fantastico del Duomo. La Compagnia francese ha fatto sognare grandi e piccini, coinvolgendoli in una triste storia d'amore tra un'acrobata e un giocoliere che si consuma tra giochi, danze, incantesimi, ninfe dei boschi, una strega cattiva e un gattino ammaestrato. Il programma delle Serate Estensi prosegue questa sera con una confe-renza ad ingresso libero: alle 21.30, presso il Teatro della Fondazione Collegio San Carlo, l'agronomo Eraldo Antonini e l'architetto Vincenzo Vandelli parleranno sul tema "LA VITA IN VILLA: LE RESIDENZE E I GIARDINI DI CAMPAGNA DEI PRINCIPI EREDITARI DI CASA D'ESTE". La conferenza andrà ad illustrare l'allestimento scenografico realizzato per quest'edizione di Serate Estensi in Piazza Mazzini, ispirato al giardino della villa delle Pentetorri. La residenza fu costruita nelle vicinanze di Modena intorno alla metà del Seicento dal duca Francesco I d'Este (1629-1658) per lo svago e il diletto del figlio, il principe ereditario Alfonso. Il giardino, di tipo formale, era articolato in aiuole 'semplici', ricche di specie ornamentali rare, con un'ampia peschiera ad 'U' e un immancabile 'belvedere', ed era popolato da numerosi animali, tra i quali pappagalli e struzzi donati dal Granduca di Toscana. Nel Settecento sia Francesco II d'Este (1737-1780) sia Ercole III d'Este (1780-1796) fecero ridisegnare il giardino secondo gli schemi dell'epoca. Un dipinto attribuito a Lodovico Borsellini rappresenta una scena di vita in villa con personaggi che si muovono negli articolati spazi del parterre voluto dal Duca Francesco III. Si è partiti proprio da questo dipinto per ricostruire quanto più fedelmente possibile una delle aiuole del perduto parterre e la porzione del muro di contenimento che raccordava la terrazza al giardino. Al centro di quest'ultima era stata ricavata una cascatella d'acqua che, sgorgando dalla bocca di un mascherone, ricadeva su più dislivelli. La conferenza di domani sera sarà arricchita da letture di Franca Lovino. "

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