27/07/2001

CONSIGLIO DIVISO SUL G8 E LE VIOLENZE DI GENOVA

Dopo un lungo dibattito approvato un documento proposto da Ds, Democratici e Rifondazione. Respinti un ordine del giorno di An e uno del Polo
"Il consiglio comunale, nel corso della lunga seduta serale di ieri, ha discusso una serie di ordini del giorno dedicati al G8 ed ai drammatici avvenimenti del fine settimana nel capoluogo ligure. Al termine dei lavori è stato approvato il documento presentato congiuntamente da Ds, Democratici e Rifondazione (col voto contrario di AN e Forza Italia e l'astensione di Modena a colori) nel quale si esprime "la più ferma condanna nei confronti delle azioni dei gruppi violenti" e si "rileva come la gestione dell'ordine pubblico da parte del governo è stata inadeguata e incapace di permettere lo svolgimento pacifico delle iniziative di protesta, dimostrando la più totale inettitudine a garantire la sicurezza dei manifestanti, dei cittadini e delle stesse forze dell'ordine". Il documento ritiene "doverose le dimissioni dello stesso ministro dell'interno e necessario l'insediamento di una commissione parlamentare di inchiesta per accertare rapidamente le responsabilità di quanto accaduto". Altri due documenti, uno presentato da An e l'altro da tutte le forze del Polo (An, Ccd e Forza Italia) sono stati respinti. Nel dibattito Giorgio Barbolini di Forza Italia ha sottolineato "come le responsabilità del blocco nero nel fomentare i disordini, non appaiono disgiunte da quelle del Social Forum, visto che l'obiettivo dichiarato di entrambe era identico, e cioè quello di sfondare la zona rossa". Barbolini ha poi insistito sulle difficoltà e sull'atteggiamento ondivago dei Ds, "un partito spaccato che non è più al governo, e non riesce a fare opposizione". Per Paolo Casolari di An "la sinistra non è moralmente estranea alle violenze annunciate di Genova. Per questa sinistra tutto quanto accaduto, in un vertice che lei stessa aveva promosso, è stata l'occasione per cercare una rivincita sul voto, cercando di arrivare attraverso la piazza dove non si è arrivati col responso delle urne". Claudio Riso invece ha attaccato il governo per aver "scelto un metodo cileno per colpire indiscriminatamente nel mucchio con la perquisizione al Genova Social Forum", un governo che ha avuto la pretesa di controllare tutto, ma ha miseramente fallito e che è fondato su un modello e una impostazione politica che nega i valori che sono alla base del movimento di giovani che criticano la globalizzazione. Anche Beatrice Cocchi dei Ds, partendo dalla propria testimonianza personale, ha sottolineato come a Genova "siano state sospese garanzie costituzionali, specie con la perquisizione al Social Forum che è apparsa come una operazione preordinata, non casuale e fatta da persone scelte". Di fronte a tutto ciò, con i suoi errori e le sue incapacità il governo "si è pesantemente screditato da solo" agli occhi dell'opinione pubblica internazionale. Francesco Signorile di Forza Italia si è invece detto deluso delle parole degli assessori Caldana, Tesauro e Cottafavi che hanno detto di non sentirsi rappresentati da questo governo. Signorile, che ha criticato gli esponenti del Social Forum che "hanno detto tutto e il contrario di tutto", ha poi evidenziato "gli impegni concreti usciti dal G8 che sono ancora poco, ma sono molto più di quanto ottenuto nei precedenti vertici cui era presente il governo dell'Ulivo". L'assessore Alberto Caldana ha ribadito, "a maggior ragione dopo i drammatici episodi di Genova, di non sentirsi rappresentato da un governo che non è stato in grado i permettere a centinaia ai migliaia di persone di manifestare pacificamente". Caldana ha anche ribadito la volontà e l'impegno della giunta a proseguire il confronto con i giovani sui problemi legati alla globalizzazione. Giuseppe Campana dei Ds ha criticato duramente i linguaggio del documento del Polo, " un linguaggio vecchio, pieno di semplificazioni" proprio di chi si rifiuta di capire i mutamenti della realtà. Campana si è poi anche rivolto al movimento antiglobalizzazione, evidenziando che "il rischio di cadere in semplificazioni esiste anche da questa parte, un rischio che va combattuto, come quello di usare etichette che non aiutano a comprendere. Sarebbe un errore crogiolarsi nella protesta, perché la protesta non deve mai essere fine a se stessa, ma deve servire a trovare soluzioni concrete ai problemi creati dalla globalizzazione". Per il consigliere di Modena a colori Paolo Balestrazzi, anche i consiglieri del Polo dovrebbero riflettere sul fatto che da governi come quello tedesco vengano richieste di chiarimenti su quanto avvenuto e sul rispetto pieno delle garanzie democratiche. Balestrazzi ha ribadito come rispetto ai comportamenti violenti, su ogni piano, non possano esserci ambiguità di sorta, ma ha aggiunto che "una perquisizione violenta come quella avvenuta alla sede del Social Forum non si giustifica in alcun modo e fa venire il sospetto che sia scattato un desiderio di rivincita di una parte delle forze dell'ordine". Balestrazzi ha anche sottolineato la necessità che la società sappia interpretare e non cavalcare strumentalmente, le voci di chi chiede un cambiamento. Leonarda Leonardi dei Ds, oltre a criticare duramente le forme di modi della perquisizione al Social Forum, ha ricordato "il lavoro di tanti giovani, anche presenti in sala, che hanno lavorato a lungo, in gruppi di studio, sui temi ed i problemi causati dalla globalizzazione, andando ad affrontare cioè i problemi veri, dalla povertà alla tutela dell'ambiente. Andrea Galli di An durante il suo intervento ha posto sui banchi del consiglio un estintore, per evidenziare le drammatiche circostanze in cui è stato ucciso Carlo Giuliani. Il gesto di Galli è stato censurato dal presidente del consiglio Stefano Bellentani che ha chiesto di rimuovere l'oggetto (Bellentani ad inizio seduta aveva anche fatto rimuovere uno striscione che i gruppi di giovani che hanno assistito al dibattito avevano esposto in aula). Galli, nell'elencare i danni e le devastazioni ("sembrano resoconti da Beirut o Belfast") ha sottolineato la premeditazione delle violenze, esprimendo solidarietà alle forze dell'ordine aggiungendo che "nessuno può credere che l'Italia sia il Cile di Pinochet". Antonino Marino dei Ds ha invece ribadito le responsabilità politiche di questo governo, il suo totale fallimento nella prevenzione degli incidenti e la gravità della perquisizione al Social Forum. Sul piano politico Marino ha poi detto che "chi cerca di vedere una sinistra contro le forze dell'ordine, perché schierata col movimento, deforma la realtà" ed ha ribadito la volontà di sviluppare un confronto sui temi che l'Ulivo ha messo al centro della propria azione di governo, come il protocollo di Kyoto e la cancellazione del debito dei paesi poveri. Fracesco Frieri di Rifondazione, ha detto che più che del G8, della sua legittimità e dei suoi risultati, oggi si debba discutere di qualcosa che viene prima, e cioè del rispetto delle regole democratiche e dei diritti dei cittadini. Partendo dall'aggressione da lui subita a Genova dalla polizia, Frieri ha detto che "occorre sapere la verità su ciò che è successo in carcere, con ragazzi picchiati e minacciati. C'è una destra che ha tenuto nascoste le proprie pulsioni ed ora mostra il suo volto vero". Frieri ha criticato anche il premier Berlusconi perché alla richiesta di cambiamento dei giovani l'unica risposta che si da è la repressione. Visione opposta invece per Olga Vecchi di Forza Italia, che ha parlato di tragedia annunciata e che ha definito le parole dell'esponente delle tute bianche Casarini, "parole di un esaltato istigatore" perché non si va a manifestare pacificamente "con mazze e bombe molotov", aggiungendo che qualcuno ha voluto usare la piazza in modo violento". L'esponente di Forza Italia ha detto che la sinistra deve decidere se condannare la violenza, una violenza a cui si è in parte data copertura politica. Per l'assessore Gianni Cottafavi Genova resterà come momento tragico, "un momento che peserà sulla credibilità internazionale dell'Italia e che segna un passo indietro rispetto alla dignità democratica e partecipativa che il nostro paese si era conquistata". Per Cottafavi non si è stati in grado di garantire i diritti elementari a centinaia di migliaia di persone, e la libertà di manifestare ed esprimere il proprio pensiero è ciò che distingue i regimi dalle democrazie. Per questo devono essere individuate le responsabilità e chi ha sbagliato deve risponderne al paese. Dalle proprie sensazioni come cittadino, è partito Ubaldo Fraulini dei Ds, per il quale "è difficile pensare, di fronte alla brutalità della perquisizione al Social Forum, che non ci fosse un disegno politico preciso, volto a dimostrare che adesso in Italia c'è un governo forte": Fraulini ha parlato di "insipienza e cinismo di Berlusconi" di fronte a una situazione in cui "sono state sospese delle garanzie costituzionali". Per l'assessore Alvaro Colombo "la sinistra deve cogliere la sfida e saper costruire un terreno di confronto positivo, partendo proprio da quanto avvenuto", dai temi che la globalizzazione pone, ma anche dalle responsabilità di un governo che non è stato in grado di garantire l'ordine pubblico e che ha rifiutato di accertare le responsabilità su quanto avvenuto. Giandomenico Glorioso, dei Democratici ha criticato duramente gli interventi ed il documento del Polo: "Si deformano le posizioni, non si vuol capire la verità delle cose. Noi non dobbiamo decidere nulla su una violenza che condanniamo senza esitazioni. Basta leggersi il nostro documento. Ma il Polo si rifiuta al punto che un suo esponente, sui giornali di questi giorni, ha spiegato che "bisognava garantire il rispetto della legalità durante gli interrogatori" non perché sia un diritto, ma perché altrimenti si passa dalla parte del torto. Bene, se questa è la cultura che viene fuori, allora in questo paese abbiamo motivi per preoccuparci". Di segno opposto l'intervento di Achille Caropreso di Forza Italia che è partito affermando come "questa seduta consiliare è stata voluta perché giovasse soltanto a una parte. E noi qui siamo orgogliosi di difendere l'operato del governo, che è vittima di un attacco assurdo che ha precedenti simili solo negli anni '70". Caropreso ha definito i "black bloch parenti non molto lontani delle Br, gruppi che forse hanno già fatto il salto di qualità" ed ha rivolto alla sinistra un invito "a non fare errori come avvenuto negli anni '70". Greta Barbolini dei Ds ha invece ribadito che a Genova "300 mila persone sono diventate cittadini di serie B, mentre i rappresentanti del G8 ed i gruppi violenti si muovevano liberamente. Su tutto quanto avvenuto, su tutti gli interrogativi che abbiamo posto, non ho sentito dalla destra alcuna risposta, ma solo il tentativo di criminalizzare chi ha cercato di manifestare pacificamente. Una situazione che rende davvero difficile credere alla buona volontà del governo Berlusconi che deve assumersi invece la responsabilità di quanto accaduto". Anche Valentina Neri dei Ds ha respinto il tentativo del centro destra di attribuire a tanti manifestanti ed alla sinistra pensieri e intenzioni false, senza voler prendere atto che la responsabilità è di chi non è stato in grado di evitare che un giovane carabiniere si trovasse di fronte a un giovane come lui, in un contesto così drammatico. E questa è una responsabilità che sta a monte ed è del governo e dei responsabili delle forze dell'ordine". Antonio Maienza del gruppo Udeur, esprimendo solidarietà a chi è andato a Genova per manifestare le ragioni dei poveri e degli ultimi ha chiesto che il governo e la maggioranza si assumano le responsabilità politiche di quanto è accaduto e che non si possono coprire abusi commessi da chicchessia. Maienza ha poi aggiunto, rivolto al centro sinistra, che "non si può inseguire la piazza per recuperare il consenso e il terreno perduto. O si ha fiducia nello Stato o si rischia di essere contro lo Stato, ed in materia di sicurezza e ordine pubblico non sono ammessi tentennamenti e dubbi". Per Marta Andreoli di Rifondazione è il "G8 stesso, con quelle immagini di una città vuota, chiusa e isolata dentro grate di metallo, con quei fantasmi di capi di stato a costruire la prima provocazione di questi giorni". A questo ha fatto seguito un governo incapace ed arrogante che ha reagito così brutalmente di fronte alla voce di tanti giovani. Anche Antonio Nicolini dei Ds ha criticato aspramente quanto avvenuto dicendo che il comportamento del governo e dei responsabili delle forze dell'ordine ci riporta indietro di anni: "E credo che poco abbiamo ad esser orgogliosi gli esponenti di Forza Italia di un esecutivo che non si pone interrogativi che di fronte al mondo non è stato in grado di garantire il diritto a far sentire la propria voce a tanta gente". L'ultimo intervento è stato quello del capogruppo Ds Giorgio Pighi che è partito apprezzando come i giovani presenti in sala avessero distribuito ai consiglieri un documento con alcuni articoli della Costituzione della dichiarazione dei diritti dell'uomo: "Perché dopo quanto avvenuto bisogna ripartire dall'abc, dal fatto che un sistema democratico deve garantire soprattutto ciò che non condivide. Ma per garantire bisogna capire ed è quanto il Polo si rifiuta di fare, come mostra il suo ordine del giorno dal quale emerge disprezzo verso chi non ha le stesse idee, arrivando al cinismo e al cattivo gusto di scimmiottare in quest'aula un gesto che ha portato alla morte di un giovane". "

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