20/07/2001

"SOSTENERE IL PROCESSO DI PACE TRA ISRAELIANI E PALESTINESI""

Approvato dal consiglio comunale un ordine del giorno sulla situazione in medio-oriente. Sì dalla maggioranza e Modena a colori. Astenuti gli altri gruppi
"Il consiglio comunale ha approvato col voto favorevole dei gruppi di maggioranza (Ds, Democratici, Udeur) e di Modena a colori, con l'astensione di An, Forza Italia e Rifondazione, un ordine del giorno col quale si sollecita "un forte impegno dell'Europa e dei suoi governi affinché in collaborazione immediata con le Nazioni Unite, si creino le condizioni per l'invio di una forza internazionale di pace e di interposizione capace di interrompere la terribile spirale di violenze e consenta la ripresa di concrete e credibili trattative" tra israeliani e palestinesi. Il documento, che "condanna ogni azione contro i civili" e disapprova "gli attentati suicidi a cui ricorrono i palestinesi, così come le ritorsioni e le punizioni collettive di cui gli israeliani fanno uso sempre più massiccio" è stato presentato dai consiglieri Paolo Balestrazzi (Modena a colori), Valentina Neri e Leonarda Leonardi (Ds) e dall'assessore Alberto Caldana. Nell'illustrazione in aula, Balestrazzi ha sottolineato come i firmatari siano gli stessi che nel settembre dello scorso anno si erano recati ad Ain Arik ed a Jenin (due realtà con le quali sono attivi programmi di sostegno da parte della comunità modenese) nell'ambito del meeting internazionale per la pace "Betlemme 2000". "Pur partendo da sensibilità diverse su questo argomento - ha detto Balestrazzi - riteniamo doveroso sollecitare una mobilitazione dei governi europei per promuovere un processo di pace che non può considerare solo le ragioni di una parte. In particolare c'è poi il problema dei profughi, spesso osteggiati dagli israeliani, così come dai palestinesi residenti, la cui drammatica condizione non può essere in alcun modo dimenticata. E' anzi dovere di una città come la nostra, della sua coscienza democratica, intervenire per aiutare queste persone". Dal canto suo Leonarda Leonardi (Ds) ha ricordato l'ormai lunga attività svolta assieme a donne israeliane e palestinesi, per favorire la pace ed il ruolo che Ong e cooperanti hanno per tentare di tenere aperto il dialogo tra i due popoli. Marta Andreoli ha definito il documento "troppo equidistante, una equidistanza che porta a mistificare la realtà che è invece fatta di situazioni ben diverse, per cui se si vuole arrivare davvero a una soluzione di pace occorre che Israele smetta di aggredire e distruggere le case dei palestinesi". Francesco Signorile di Forza Italia ha invece ribattuto che l'ordine del giorno "non è equidistante, ma a senso unico" nell'attribuire colpe a Israele che è invece "un paese circondato che difende la propria sopravvivenza". Mentre Achille Caropreso di Forza Italia ha insistito sulle responsabilità del leader palestinese Arafat, attribuendogli pesanti responsabilità nella crisi del processo di pace, Andrea Galli di Alleanza Nazionale ha sottolineato come "Israele sia l'unico paese democratico di quell'area, un paese democratico che vive in perenne stato di assedio e circondato da continue aggressioni". Valentina Neri dei Ds, pur contestando che si tratti di un documento equidistante e ricordando come nelle comunità visitate dalla delegazione modenese gli israeliani neghino l'acqua ai palestinesi, ha insistito sulla necessità che, lasciando da parte una analisi storica sulle responsabilità della situazione, "si prenda atto che occorre individuare una soluzione che aiuti la convivenza tra due popoli che da soli non sembrano in grado di trovare. E' questo il senso e l'utilità del documento che abbiamo presentato". Olga Vecchi di Forza Italia ha invece ribadito che si tratta di un ordine del giorno che "mistifica le cose e privo di riferimenti a ciò che il popolo israeliano è costretto a subire". Nella sua replica Balestrazzi, negando che il documento non riconosca le ragioni dello stato di Israele, ha insistito sulla necessità di un intervento internazionale per la pace, a partire dalla drammatica condizione dei profughi. "

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