25/09/2001

NO ALLA DIVISIONE DELLE COOPERATIVE

Approvato dal Consiglio Comunale un Odg della maggioranza
"No alla divisione delle Cooperative. L'appello è del Consiglio comunale di Modena che ieri, lunedì 24 settembre, ha approvato a larga maggioranza un ordine del giorno in cui si esprime grande preoccupazione di fronte al disegno di legge Mirone, vero e proprio "attacco all'autonomia, al valore sociale ed economico e alla funzione storica dell'esperienza cooperativa nel nostro Paese". Il documento, proposto all'attenzione del Civico consesso dai consiglieri Antonio Finelli e Massimo Mezzetti dei Ds e Giandomenico Glorioso dei Democratici, è stato approvato da tutti i gruppi della maggioranza - Ds, Democratici e Udeur - e da Rc, con l'astensione di Modena a Colori e il voto contrario di Fi E An. L'ipotesi di riforma avanzata dalla maggioranza di centro destra - ha detto Antonio Finelli illustrando in aula l'ordine del giorno - spingerebbe e favorirebbe la trasformazione delle imprese cooperative più strutturate e patrimonializzate in società di capitali, con l'obiettivo di dividere il movimento cooperativo in piccole e marginali imprese che devono restare cooperative e quello delle grandi che diventerebbero imprese di tipo capitalistico. Ciò che sorprende - ha poi aggiunto l'esponete dei Ds - è l'assoluta chiusura da parte del governo Berlusconi ad ogni ipotesi di confronto. Anche per questo l'OdG invita tutto il Parlamento "a rivedere e a ridiscutere il provvedimento così come uscito dalla commissione aprendo un tavolo di confronto vero con tutte le organizzazioni cooperative rappresentative del nostro Paese". Da tempo si imponeva la necessità di una modifica della legge sulla cooperazione in grado, finalmente, di fare chiarezza tra le cooperative vere e quelle che ormai da tempo hanno perduto ogni scopo di mutualità, ha detto Achille Caropreso (Fi) intervenendo nel dibattito. Di ben altro avviso, Giorgio Pighi, capogruppo dei Ds, per il quale non è certo la dimensione dell'impresa ad affermare o negare lo spirito mutualistico di una cooperativa. Sorprende poi, ha poi aggiunto Pighi, come si possa disegnare una simile ipotesi di legge di sbarramento sulle finalità mutualistiche, assolutamente incompatibile con la nostra Costituzione. Siamo di fronte ad un vero e proprio attacco alla cooperazione, ha detto Francesco Frieri di Rc.. Tuttavia, sentiamo la necessità di sottolineare che spesso le cooperative di grandi dimensioni finiscono per perdere la loro "diversità" ed in particolare in ambiti quali il trattamento contrattuale dei lavoratori. Il nostro augurio, comunque, è che il mondo della cooperazione sappia resistere, anche in forza di una discriminante etica nel mercato. Attacco alle cooperazione', Nulla di più falso, ha replicato Olga Vecchi di Fi. La realtà è che era necessaria una nuova legge per distinguere cooperative vere da quelle che invece hanno come unico scopo quello di lucrare. Anche Paolo Casolari, capogruppo di An, ha rifiutato l'accusa al governo di massacrare la mutualità. Non è vero. La legge tenta di affrontare un problema reale fatto di cooperative sempre più strutture finanziarie a scapito degli scopi sociali. Così come è stata proposta dal Governo, ha sottolineato Antonio Maienza (Udeur), più che una legge di riforma appare una vera e propria penalizzazione della cooperazione, tanto più in una zona come la nostra dove l'esperienza cooperativistica rappresenta una realtà straordinariamente interessante. Tuttavia una riflessione sulla materia credo vada fatta, anche alla luce dei mutamenti economici e sociali intervenuti nel Paese in questi ultimi anni. Anche per Paolo Ballestrazzi (Modena a Colori), intervenuto per sostanziare il suo voto di astensione, occorre misurasi con le profonde trasformazioni vissute in questi ultimi anni dall'economia. Pur salvaguardando il valore assoluto della mutualità, una revisione condivisa di alcune norme credo possano rappresentare un dato positivo per le stesse cooperative chiamate con le altre imprese ad affrontare i grandi mari del mercato globale. Discutere si può e si deve, ha esordito Stefano Bonaccini, assessore ai lavori pubblici. Il tutto, però, libero da furori ideologici, da chiusure che sembrano invece caratterizzare le posizioni del centro destra. Il confronto deve essere sul merito. Solo in questo modo possono crescere nuove proposte e con esse un più forte e moderno concetto di mutualità. "

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