20/02/2002

QUANDO MODENA PERSE LE MURA

Un volume destinato alle scuole ricostruisce le principali trasformazioni avvenute tra Otto e Novecento. Così la città scoprì luce elettrica, telefono, tram e cinematografo
"Chiusa per secoli dentro il "guscio" delle mura, Modena inizia, attorno alla metà dell'Ottocento, ad espandersi all'esterno. Cinta e porte vengono abbattute tra gli ultimi vent'anni del secolo - il primo colpo di piccone è del 1882 - e i primi venti del successivo. Scompare la vecchia città ducale, interi isolati vengono demoliti nel cuore del centro storico, nascono piazza Mazzini e piazza XX Settembre, si crea il "parco" tra largo Garibaldi e il Baluardo di san Pietro. In questo modo si dà lavoro ai molti disoccupati, ci si apre con entusiasmo "all'aria e alla luce", si asseconda la voglia di allargarsi e di trovare nuove aree fabbricabili. Nei viali eleganti della città si impone lo stile Liberty, che fa ampio uso di forme ispirate al mondo vegetale. Le principali trasformazioni avvenute a Modena tra la fine dell'Ottocento e la seconda guerra mondiale vengono ricostruite dal libro "La città esce dalle mura", pubblicato dall'assessorato all'Istruzione del Comune e destinato principalmente a insegnanti e studenti. In 63 pagine arricchite da oltre 120 immagini - soprattutto vecchie fotografie e disegni - Patrizia Curti e Antonella Battilani ripercorrono, con taglio storico-urbanistico, i mutamenti che hanno interessato la città a cavallo dei due secoli (informazioni al numero 059 230430). "Ci sembra importante - spiega l'assessore all'Istruzione Morena Manfredini - far comprendere ai giovani la città del XX secolo, quella in cui sono nati loro stessi, quella in cui sono vissuti i loro genitori, i loro nonni e bisnonni. E ciò vale ancor più per i ragazzini provenienti da realtà lontanissime, sempre più numerosi nelle nostre scuole, per i quali è importante conoscere e capire la città in cui oggi vivono". Proprio ai tempi dei bisnonni, la zona a nord della città si sta caratterizzando come area industriale e quelle a sud, est e ovest come aree di insediamenti residenziali. Ai primi del Novecento nascono le prime case popolari. I bassi affitti dovrebbero invogliare le classi sociali meno abbienti ad abbandonare gli isolati del centro città, che in tal modo potrebbero essere rasi al suolo e risanati. In generale, la qualità delle abitazioni è tanto maggiore quanto più si è vicini al centro. La media e alta borghesia si sistema in villette con giardino in viale Moreali e, dopo l'atterramento delle mura ovest, in viale Vittorio Veneto. I tempi stanno cambiando. Nel 1884 fa la sua comparsa in via dello Zono la prima centrale telefonica e nel 1896 avviene al Teatro Storchi la prima proiezione cinematografica, seguita, dieci anni, dopo, dall'inaugurazione in via Campanella della prima sala cinematografica della città. Nel 1904 si stendono i fili elettrici della prima rete cittadina. Sotto il portico del Collegio e in via Farini fanno la loro comparsa le prime vetrine illuminate dalla luce elettrica, che prende il posto dell'illuminazione a gas, introdotta mezzo secolo prima. Negli anni 1910-15 il Comune dota le principali vie della città di luminosissime lampade e, con il tempo, la luce elettrica si diffonde anche nelle abitazioni. Nei primi decenni del '900 vengono incassati anche i numerosi canali di Modena, ad eccezione del Naviglio, coperto nel 1979. Si amplia inoltre l'edificio della stazione ferroviaria, iniziata nel 1858, e nel 1912 si inaugura la prima linea di tram elettrico con cui si arriva su rotaia fino al cuore della città e, dopo l'abbattimento delle porte, anche in periferia e nelle frazioni. "

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