08/03/2002

MODENA LANCIA UNA RETE PER DIRE NO ALLA DISCRIMINAZIONE

Per la prima volta in Italia, 25 enti e associazioni si coordinano per contrastare le forme di esclusione. Progetto europeo con Svezia, Irlanda, Spagna e Regno Unito
"Trattati in modo diverso, penalizzati, esclusi da una opportunità o da un servizio a causa della nazionalità, del genere, della religione, dell'aspetto, delle caratteristiche fisiche, dell'età, dell'orientamento sessuale. Per dire no ad ogni tipo di discriminazione, Modena lancia una rete locale - la prima in Italia - che riunisce 25 tra enti e associazioni. Ne fanno parte il Comune e la Provincia, la Cgil e la Caritas diocesana, la Comunità ebraica e il Centro islamico, le associazioni che si occupano di malati di Aids, quelle dei disabili, degli stranieri, degli omosessuali. Molte di queste si sono organizzate per dare aiuto alle persone che ritengono di essere state discriminate, per valutare i singoli episodi e individuare una soluzione facilitando l'accesso ai servizi e alle opportunità. Numeri e indirizzi sono allegati ad una piccola guida dal titolo "Nodiscrimination", che offre le indicazioni fondamentali sul tema. L'iniziativa, che sarà presentata sabato 9 marzo dalle 9 alle 16 nella sala Leonelli della Camera di Commercio dall'assessore comunale ai Servizi sociali Alberto Caldana, rientra nel progetto europeo Antenne (Antidiscrimination European Networks), che vede come partner del Comune di Modena il Distretto di Rosengard, quartiere della città svedese di Malmo, il Centro de Investigaciòn para el Desarrollo, attivo a Cartagena, nel sud della Spagna, il Multi Cultural Resources Centre di Belfast, in Irlanda del Nord, e Novas-Ouvertures di Cork, nel Regno Unito. I partner lavorano in modo coordinato e dal febbraio dello scorso anno si sono già incontrati quattro volte: due a Modena, una a Cartagena e una a Belfast. Il progetto, sintetizzato nel sito www.comune.modena.it/antenne, è stato approvato e finanziato dalla Commissione europea e si propone di combattere la discriminazione con una particolare attenzione alle situazioni in cui si sommano due o più fattori di esclusione. Se Belfast si è concentrata sulle minoranze etniche e la diversità sessuale, Cartagena sui giovani, Cork culle minoranze etniche e homeless e Malmo sulle donne immigrate, Modena ha studiato, con la supervisione del sociologo Claudio Baraldi, stranieri e malati discriminati attraverso una cinquantina di interviste, 3 focus group e oltre 80 questionari. "Ciò che emerge - spiega l'assessore Alberto Caldana - è che sono soprattutto gli stranieri a sentirsi discriminati, in particolare nel contesto del lavoro, ma il fenomeno coinvolge anche disabili, malati di Aids, omosessuali e tossicodipendenti. In altri termini, coloro per i quali la diversità è più visibile. Costruendo una rete locale che intreccia enti, associazioni e istituzioni ci proponiamo di intervenire sul fenomeno e di dare concretezza a un principio dell'Unione europea, che vieta qualunque tipo di trattamento discriminatorio, come affermano la Carta dei diritti, firmata a Nizza nel 2000, e il Trattato di Amsterdam". "

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