04/04/2002

META IN BORSA, AMPIO DIBATTITO TRA LE FORZE POLITICHE

"Convinto assenso alla delibera da Ds, Udeur e Margherita. Critiche dal Polo e da Rifondazione. Il sindaco: "Vogliamo valorizzare una risorsa di tutta la città" "
"Il consiglio comunale ha sviluppato un ampio dibattito sulla delibera riguardante la quotazione in borsa di Meta spa (per i contenuti tecnici vedi l'apposita nota stampa), dibattito che si è concluso con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza (Ds, Margherita e Udeur) e quello contrario delle opposizioni (Forza Italia, Udc, An, Modena a Colori e Rifondazione). Il confronto, che è seguito alle illustrazioni da parte dell'advisor e del global coordinator, è stato aperto da Francesco Frieri di Rifondazione che ha espresso un dissenso netto sulla scelta della quotazione e sul progetto politico che essa rappresenta, mettendo in evidenza come, "l'azienda sarà in balia degli andamenti del mercato, ed è evidente che come in fasi di crisi inevitabilmente arriveranno restrizioni per i lavoratori e rincari delle tariffe". Per Frieri, con la strada che si è imboccata è difficile credere che questa azienda possa restare sotto controllo pubblico. Critico anche il parere di Giorgio Barbolini di Forza Italia per il quale, "proprio perché Meta è un bene di tutta la città, non si può dire che questa sia una vera privatizzazione, anche in considerazione del fatto che non si sta portando in borsa una azienda sana, ma piena di problemi. Questa è una azienda che il Comune ha storicamente usato per coprire i propri buchi di bilancio. E questo ha penalizzato fortemente Meta". Convinto l'assenso di Ercole Toni, del gruppo Ds, per il quale "non va disperso quanto fatto da Meta e da chi ha lavorato e lavora in quest'azienda, al servizio della città garantendo ottimi standard di servizio. Ma oggi il cambiamento è indispensabile e c'è bisogno di strategie innovative. Meta è cresciuta tanto da quando è stata costituita la nuova spa, ma proprio per valorizzare questa crescita non può restare una municipalizzata a gestione tradizionale. Dunque l'approdo in borsa diventa una carta fondamentale per garantirsi una sviluppo futuro. Né del resto ho capito quali proposte alternative vengano a questo percorso da parte delle opposizioni". Negativo invece il giudizio di Olga Vecchi di Forza Italia, secondo la quale "Meta va in borsa senza un piano industriale credibile". Soffermandosi poi sul problema della discarica di via Caruso, "questa non è stata chiusa contrariamente agli impegni assunti nel '95, ed è diventata la pattumiera di tutti, dove altri rifiuti continuano ad arrivare indiscriminatamente. Ma se la discarica chiuderà e verranno meno queste entrate, oppure se il prossimo inverno sarà meno freddo, quali garanzie avranno gli investitori'". Voto favorevole da parte di Antonio Maienza, del gruppo Udeur secondo il quale è condivisibile "la prospettiva di un veloce percorso di quotazione in borsa, per poter cogliere in pieno la fase del mercato borsistico che potrebbe premiare al meglio Meta. Considero la polemica nata intorno all'operazione della quotazione pretestuosa e non fondata su elementi solidi e certi. Come Margherita abbiamo insistito per avere l'attuale assetto dei vertici aziendali ed i risultati positivi sono ora sotto gli occhi di tutti". Per Davide Torrini di Modena a colori il punto non è "mettere in discussione i vantaggi della quotazione, ma porsi il problema di quale azienda oggi portiamo in borsa. E' una azienda che ha fallito su tutti i grandi obiettivi che si era data, come dimostra l'esperienza di Blumet o sulle telecomunicazioni". Torrini ha anche criticato il fatto che il partner strategico che si va ad individuare "più che un partner sarà solo un fornitore. Ma occorre ricordare che la borsa non è un bagno purificatore, semmai questa scelta sembra più un tentativo di fare la respirazione artificiale ai conti del bilancio comunale". Di segno opposto la valutazione di Danilo Bassoli del gruppo Ds che ha ricordato la coerenza del disegno di trasformazioni che le forze di governo della città hanno portato avanti in questi anni sul tema delle municipalizzate, con la costituzione della spa che ha unito Amcm ed Amiu, allargando la compagine societaria a diversi altri comuni e poi avviando il percorso di quotazione nel luglio scorso. Bassoli ha anche ribadito la positività dei conti di Meta contestando chi ha sostenuto che la crescita del 48% degli utili derivi solo da un inverno freddo: "L'incremento del gas venduto rispetto al 2000 è stato pari al 5%, una crescita da considerare fisiologica e certo non decisiva ai fini dei conti aziendali". Per Vittorio Corsini del gruppo Unione democristiana di centro, "L'ultimo periodo di gestione e le scelte della maggioranza hanno prodotto una caduta verticale del valore di Meta. Ora sarà il mercato il vero giudice di questa vicenda. Se da modenese spero vada bene, non posso che rimarcare tutti i dubbi e le perplessità per come questa vicenda è stata condotta". Giandomenico Glorioso, capogruppo dei Democratici, ha invece ricordato il lungo percorso di confronto che ha portato alla scelta della quotazione: "C'è stata una discussione vera nella maggioranza, che ha anche incontrato difficoltà e nella quale abbiamo espresso valutazioni critiche. Ma oggi dobbiamo guardare al prodotto del lavoro fatto e credo sia da riconoscere che negli ultimi 8-9 mesi è stato fatto un lungo percorso in positivo dal quale esce una scelta che condividiamo con convinzione. Una scelta che non credo proprio la maggioranza dovrà pagare con gli elettori. Forse questo problema dovrà porselo chi ha usato toni totalmente negativi che non rispondono alla realtà dei fatti". Per Adolfo Morandi di Forza Italia "è determinante in negativo il ritardo con cui si è arrivati alla quotazione. A inizio legislatura si disse che si sarebbe andati in borsa solo con una società rafforzata. Ma da allora ad oggi sono venuti solo fallimenti sul piano delle alleanze. Questa è una colpa da imputare al sindaco e alla maggioranza, perché se si fosse fatta questa scelta due anni fa il valore dell'azienda sarebbe stato ben superiore. Senza dimenticare le incognite legate all'andamento attuale dei mercati: se saranno negativi cosa si farà, ci si ferma o prevarranno le esigenze di cassa del Comune'". Positiva invece la valutazione di Antonio Finelli del gruppo Ds il quale, pur non nascondendo che andare in borsa è un percorso rischioso, "occorre tenere conto di un quadro normativo che è mutato e che spinge le municipalizzate a confrontarsi e ad entrare nel mercato. Noi in quattro anni abbiamo fatto un percorso straordinario di valorizzazione dell'azienda ed ora siamo pronti a fare il passo decisivo. Occorre cautela sulla scelta dei tempi e del partner strategico, ma la direzione di marcia è giusta". Per Paolo Ballestrazzi del gruppo Modena a colori, "una barca che intraprende un viaggio deve avere una direzione e quella del Comune rispetto a Meta è stata solo quella di fare cassa. Come gruppo consiliare, alle critiche abbiamo sempre cercato di unire proposte. Dobbiamo però constatare i risultati negativi di Meta, a cominciare dalla serie di fallimenti sul piano delle alleanze che mostrano una incapacità di relazione del management". Ballestrazzi ha poi criticato duramente la reale consistenza del miglioramento dei conti e dell'utile, insistendo sulla incidenza del tema rifiuti e gestione della discarica di via Caruso. Duro verso le minoranze è stato il giudizio di Giorgio Pighi del gruppo Ds: "Assieme a giudizi più approfonditi e argomentati, come quelli espressi da Modena a colori, abbiamo sentito in queste settimane molte polemichette pretestuose e poco utili. Si è teso a confondere il ruolo di una società di capitali col consiglio comunale. In altri interventi si dice di condividere la relazione tecnica proposta dall'advisor e dal global coordinator, che è fondata su un giudizio positivo sull'azienda e sul suo management, e poi criticare duramente la gestione dell'azienda stessa. Questa è una contraddizione profonda. Come del resto ha da pensare chi aveva sostenuto che questa società non sarebbe stata in grado di entrare in borsa". Achille Caropreso di Forza Italia ha replicato a Pighi, difendendo il suo gruppo dalle accuse di fare una opposizione di basso profilo ed ha chiesto "che i tono del confronto siano rispettosi e non scadano nell'offesa". Nella sua dichiarazione di voto contrario, Gianni Ricci di Modena a colori ha evidenziato la contraddizione di una "maggioranza di sinistra porti avanti scelte di privatizzazione che sono proprie della destra", aggiungendo come dall'operazione di quotazione non venga nessuna indicazione di aumento occupazionale. Ricci ha anche espresso "perplessità sul ruolo del partner strategico che sembra destinato ad essere solo un fornitore di energia e niente più". A concludere il dibattito politico è stato il sindaco Giuliano Barbolini che ha apprezzato la discussione positiva e di merito che si è sviluppata, incentrata dalla comune preoccupazione di valorizzare un patrimonio importante della collettività quale è Meta. Il sindaco ha ricordato l'impegnativo percorso fatto e la lungimiranza della scelta di avviare il percorso della quotazione con la delibera adottata nel luglio 2001: "Quella scelta ci consente di usufruire dei benefici dell'articolo 35 della Legge Finanziaria che garantisce a Meta la proprietà delle reti, aumentandone così il valore e l'appetibilità sul mercato". Il sindaco, ricordando l'importante intesa siglata pochi giorni fa tra Meta e Cna a dimostrazione di una volontà di relazione con le imprese del territorio, ha difeso la scelta di uscire da Blumet, evidenziando come la strategia di relazioni di Meta sia fondata sulla volontà di stare in società per contare ed avere un peso reale. E questa è la strada che si seguirà con la scelta del partner strategico che potrà portare valore aggiunto all'azienda. "Il punto di fondo oggi - ha detto Barbolini - è dire se esistono alternative alla strategia che porta alla quotazione, specie dopo l'articolo 35. Noi chiediamo al consiglio di pronunciarsi su questo, se cioè andare avanti con una strategia che vuole valorizzare l'azienda. Meta opera in un mercato che è già liberalizzato. Quello che noi vogliamo fare è attrezzarci per non restare marginali e poter giocare al meglio la partita. Su questa vicenda l'obiettivo del Comune non è certo quello di far cassa. Se fosse così avremmo scelto di vendere prima. Noi vogliamo garantire risorse per la crescita dell'azienda. Poi certo dal ricavato della vendita delle quote noi ci poniamo l'obiettivo di finanziare interventi per la città, scuole, servizi per anziani e strutture per la viabilità. Ma questo credo per i modenesi sia solo una buona notizia". "

Azioni sul documento