25/06/2002

GLI SCAVI HANNO RESTITUITO CASE, GRANAI E OFFICINE

Il lavoro degli archeologi ha portato alla luce reperti di grande interesse scientifico
Resti di abitazioni, di un granaio e di un'officina metallurgica, ma anche reperti in bronzo, ceramica e legno - come i resti di un piccolo aratro e di un arco - e un idoletto che raffigura una divinità seduta su un trono. Sono solo alcuni dei ritrovamenti avvenuti nel corso degli scavi archeologici condotti negli ultimi otto anni a Montale dal Museo civico di Modena che, in accordo con la Soprintendenza ai Beni Archeologici dell'Emilia Romagna, ha ripreso, dopo un secolo, le ricerche sulla terramara. I primi interventi di scavo a Montale furono infatti condotti dal Museo tra il 1871 - quando il sito fu visitato dai più importanti studiosi europei di Preistoria - e il 1884, ma nei 110 anni successivi la terramara rimase inesplorata, anche perché una cava per l'estrazione di terriccio organico aveva notevolmente ridotto le possibilità di esplorazione archeologica. Le nuove ricerche hanno portato in luce una stratigrafia dello spessore di 3 metri e individuato i resti di alcune abitazioni indicati da pali in legno spesso ancora conservati, di un granaio e di un officina metallurgica, databili nel complesso all'età del Bronzo media e recente e più precisamente fra il XVII e il XIII secolo a.C. I dati provenienti dagli scavi stanno fornendo una ingente mole di informazioni scientifiche sugli aspetti archeologici, ma anche sulle attività economiche e l'ambiente delle terramare grazie anche all'avvio di ricerche specialistiche condotte dall'Università di Modena (archeobotanica), di Milano (geoarcheologia) e di Lecce (archeozoologia). Numerosi i resti archeologici recuperati, tra cui manufatti in bronzo, ceramica e legno, come i resti di un piccolo aratro e di un arco. Il ritrovamento di un idoletto miniaturistico che raffigura una divinità seduta su un trono fornisce qualche informazione anche sulla religiosità degli abitanti delle terramare. Gli scavi sono stati fondamentali per la realizzazione del parco. I resti di due strutture abitative individuate in due diversi livelli di scavo hanno infatti permesso la ricostruzione delle case terramaricole realizzate nel museo all'aperto. La più antica delle due capanne, risalente alla fase 2 del Bronzo Medio (circa metà XVI - metà XV secolo a.C.), ha una forma rettangolare e una superficie di circa 50 metri quadrati e una piattaforma sopraelevata dal suolo di circa 160 centimetri; la più recente, databile alla fase 3 del Bronzo Medio (prima metà del XIV secolo a.C.), ha una forma simile a quella più antica, ma è un po' più grande (oltre 60 metri quadrati) e la piattaforma è costruita a circa 70-80 centimetri dal suolo.

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