14/01/2003

META, IN BORSA CON PIU' CAPITALE

Approvata dal Consiglio la procedura definitiva per la collocazione in borsa.
" Stesura finale ieri in Consiglio comunale per la struttura di offerta che accompagnerà Meta Spa in borsa. Il documento, approvato dalla maggioranza con l'astensione dal voto di Rc e il no di tutto il centro destra, modifica in alcune parti il percorso precedente senza nulla variare, però, nei capitoli relativi ai possibili tempi d'ingresso rimasti tarati sulla "finestra" di fine febbraio, inizio marzo. Nessun cambiamento di rotta, dunque, ma semplicemente - come ha sottolineato il sindaco - "una doverosa operazione di ritaratura per rafforzare la nostra proposta d'offerta oltre che per perfezionare le sue capacità difensive di fronte ad un mercato sempre più segnato da forti indeterminatezze". La nuova struttura di offerta, disegnata su indicazione di BNP Paribas quale advisor del Comune di Modena e Banca Intesa, rispetto alla precedente punta in misura maggiore su un aumento di capitale di Meta, cioè sull'emissione di nuove azioni che potranno essere sottoscritte da investitori privati e istituzionali. Con l'emissione di nuove azioni i fondi raccolti saranno così destinati a sostenere lo sviluppo della società ed il suo piano industriale. Si punta in questo modo ad un rafforzamento patrimoniale della società e della sua capacità di crescita. Intervenendo nel dibattito Giorgio Barbolini, capogruppo di Fi, ha fortemente criticato la Giunta per l'ennesima modifica della struttura d'offerta. Quello che ci viene proposto oggi non è altro che una ulteriore conferma di quello che da anni Fi sostiene. Lo sbarco in borsa, oltre che estremamente ritardato, si configura come un goffo tentativo del Comune di far cassa, tanto più grave oggi che questa Giunta ha svenduto tutto quanto è possibile e impossibile. Per Ercole Toni (Ds), pur in presenza di tempi difficili e di forti preoccupazioni per le nuove quotazioni in borsa, la finestra che sui apre a febbraio è una occasione da non perdere. Di tutt'altro segno l'intervento di Andrea Galli (An) per il quale la nuova strutturazione d'offerta si configura come una vera e propria stampella per cercare di evitare il tracollo in borsa. Non giova certamente all'azienda e alla città - ha detto Antonio Finelli (Ds) presentare Meta - come spesso fanno le forze del centro destra - in disfatta economica e finanziaria. E' un atteggiamento grave non solo perchè non corrispondente al vero: Meta è una struttura sana e strutturata. E' grave anche e soprattutto perché si rende un pessimo servizio ad un patrimonio di servizi, di professionalità e di tecnologie che è di tutta la città. Come in precedenza aveva sostenuto il consigliere Galli, Olga Vecchi (Fi) non ha esitato a giudicare "in svendita" Meta e la sua struttura. Essa sta pagando pesantemente il volere del suo unico padrone vero che è il Comune di Modena. Marta Andreoli (Rc) la nuova procedura non fa che confermare un quadro già in passato segnalato di forti difficoltà. Si è privilegiato il tecnicismo rinunciando colpevolmente ad ogni traduzione politica delle scelte. Anche per questo appare difficile capire quali saranno i vantaggio o i non vantaggi per i cittadini. Come Margherita - ha detto Giandomenico Glorioso - non abbiamo sicuramente certezze sulle proposte di modifica. Dai tecnici vengono indicazioni precise che consideriamo importanti e responsabilizzate per l'individuazione delle soluzioni migliori. Dal capogruppo della Margherita, poi, è venuto l'invito a valutare come possibile e per lui anche auspicabile la soluzione di un ingresso in borsa magari non più a febbraio marzo ma ad aprile maggio con il bilancio 2002 di Meta già approvato. Achille Caropreso (Fi) ha scelto - come lui stesso ha voluto precisare - la politica criticando l'atteggiamento assunto da Rc. La vostra non partecipazione al voto che significa di fatto astensione è qualche cosa di molto diverso rispetto alle vostre passate critiche alle privatizzazioni. Di queste svolte verso la maggioranza io credo debbano essere informati gli elettori. In molti interventi del Centro destra - ha detto Giorgio Pighi, capogruppo dei Ds - ho colto una preoccupante confusione tra solidità di una azienda e valore delle sue azioni. Meta è una azienda solida e da questo bisogna partire se si vuole ragionare di percorso verso la borsa. Nel merito della proposta occorre sottolineare la scelta di aumentare il capitale particolarmente positiva e significativa rispetto alla soluzione - comunque anche questa possibile - della vendita delle azioni. Adolfo Morandi (Fi) ha detto che "le manovre che vengono proposte sembrano indicare che non sia ha più fiducia nell'ingresso in borsa di Meta e questo è quanto di peggiore si possa offrire nel momento che si decide comunque e in ogni caso di procedere con la quotazione". Particolarmente critico l'intervento di Paolo Ballestrazzi (Modena a Colori). In questi anni di discussione e di percorsi verso la borsa abbiamo assistito a decine di svolte senza direzione a cominciare dal piano industriale già cambiato almeno quattro volte. L'unica cosa che non muta è la caparbietà del sindaco a volere entrare in borsa. Quella di oggi è la terza volta che ci viene proposto una diversa struttura di offerta; il tutto senza tenere in considerazione che le condizioni per una scelta del genere volgono ormai da tempo al peggio. Appare evidente, dunque, che si deve andare avanti a tutti i costi. Ulteriori attese potrebbero portare la decisione a ridosso delle elezioni e la cosa preoccupa sia il sindaco che la maggioranza. Dopo un breve intervento del capogruppo di An, Gianpaolo Verna, teso a conoscere le future strategie verso la borsa se il mercato continuerà a manifestare segni pesantemente negativi, è stata la volta di Antonio Maienza (Udeur). Della nuova proposta di struttura della offerta credo vada positivamente sottolineata l'ulteriore perfezionamento delle soluzioni di flessibilità di fronte alle dinamiche del mercato. Dopo aver sottolineato la natura della operazione - a suo dire certamente non di cassa ma di strategia industriale - Maiernza ha concluso auspicando una entrata in borsa da concretizzarsi possibilmente entro il 2003 sfruttando la "finestra" migliore . Per Francesco Frieri, capogruppo di Rc, tra i nuovi dispositivi della struttura d'offerta va analizzata con attenzione la possibilità da parte dei dipendenti ed ex dipendenti di Meta di accedere all'acquisto di azioni con percorsi privilegiati utilizzando il Tfr. La soluzione va analizzata attentamente - ha detto - e forse per questo occorreva più tempo, anche per discuterne direttamente con gli interessati. La colpa della grave situazione vissuta oggi da Meta, ha detto Vittorio Corsini (Udc), non può essere imputata solo al sindaco, pure fortemente responsabile. Assieme a Barbolini hanno contribuito alla disfatta di Meta anche tutti i partiti dio maggioranza, a cominciare dalla Margherita che sia in Comune che a Meta siedono su importanti poltrone, prime fra tutte quelle riservate al Vice sindaco e al Vice presidente. "

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