09/06/2003

VIA LIBERA AL PROGRAMMA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO

Il documento approvato a larga maggioranza dal Consiglio comunale Cinque le azioni di strategia previste già dai prossimi mesi
"Gli infortuni e le malattie professionali sono in gran parte eliminabili. Serve una azione diffusa e continuata di informazione e formazione, anche perché le azioni di controllo, da sole, non sono in grado di ridurre in modo incisivo il fenomeno. Ne è convinto il Consiglio comunale che nel tardo pomeriggio di oggi ha approvato a larga maggioranza il programma "Salute e sicurezza sul lavoro", terzo importante tassello - dopo i programmi "Sicurezza stradale" e "Salute Anziani" del più generale Piano per la salute del Comune di Modena. A favore del documento si sono pronunciati tutti i gruppi di maggioranza, Rc e Modena a Colori, con l'astensione di An e Fi. L'importante documento, illustrato in aula dall'assessore Stefano Bonaccini, porta la firma di oltre trenta soggetti attuattori che con il Comune di Modena hanno condiviso da prima l'elaborazione e la redazione finale ed ora le fasi prossime di concretizzazione operativa. Dalle rappresentanze imprenditoriali alle Associazioni di categoria, dall'Azienda Usl all'Università, dai Sindacati di categorie all'Anmil, la sfida accettata si chiama riduzione dell'incidenza degli infortuni sul lavoro. Modena - come ha ricordato Bonaccini - il fenomeno ha dimensioni ancora troppe elevate. Nel 2000, così come recitano i più recenti dati disponibili, gli infortuni sul lavoro denunciati sono stati più di 6500 di cui 3826 con prognosi supereiore ai 3 giorni e con durata media di 30 giorni, due con esorto mortale e 87 con invalidità permanente. Cinque sono le strategie di intervento disegnate dal programma distrettuale approvato. La prima punta a sviluppare le azioni di informazione e formazione degli "attori" responsabili della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il secondo obiettivo è il miglioramento delle protezioni dei lavoratori nei quattro settori più ad alto rischio infortunistico quali l'agricoltura, le costruzioni, il legno e la metalmeccanica. Contemporaneamente si opererà - ed è la 3a azione programmata - per promuovere nelle aziende pubbliche e private con più di 100 dipendenti interventi tesi ad individuare le mansioni a più elevato rischio infortunistico e di malattie indicando anche le relative azioni di bonifica. La quarta azione dovrà verificare negli appalti edili e di servizi i requisiti delle ,aziende che si aggiudicano i lavori. Infine dovrà essere assicurata la massima attenzione ai lavoratori deboli o atipici e al loro corretto inserimento nelle attività lavorative. Intervenendo nel dibattito, Fausto Cigni (Ds) ha ricordato che per affrontare il dramma degli infortuni sul lavoro servono risorse, uomini e mezzi. Questo governo, invece, riduce gli organici, taglia i finanziamenti, promuove il lavoro precario. Per Ercole Toni (Ds) lo sforzo maggiore va prodotto sul fronte della prevenzione e della formazione così come non va risparmiato alcun sforzo sul fronte del controllo degli appalti e delle condizioni di lavoro nei cantieri. Alberto Caldana, assessore ai Servizi sociali e sanità, si è soffermato invece, sulla positiva coniugazione delle azioni per la salute e la sicurezza sul lavoro al più generale piano per la salute che spazia come è noto, dalla sicurezza stradale alla salute degli anziani, già da tempo tradotte in programmi, ai tre programmi in fase di elaborazione dedicati alle patologie prevalenti, alla salute dell'infanzia e alla salute delle donne. Quanti sono i costi, sociali ed economici, determinati dagli infortuni sul lavoro, si pè chiesta Beatrice Cocchi dei Ds. Certamente tanti ed anche per questo occorre ragionare sempre più pensando alla sicurezza come investimento redditizio sia in qualità del lavoro che in termini di redditività. Critico l'intervento di Olga Vecchi (Fi) per la quale - pur plaudendo all'attenzione mostrata al tema degli infortuni sul lavoro - nel dibattito sono prevalse logiche ideologiche e di contrapposizione quando invece servivano analisi più razionali e legate ai fatti, primo fra tutti quello che il Governo ha già avviato un programma in materia di prevenzione e sicurezza. Per Francesco Frieri (Rc) occorre abbandonare ogni residuo di fatalità per andare ad analizzare le ragioni vere di così alti indici di infortunio a Modena e provincia. Bisogna partire dalle cause. Non vorrei che la strada scelta della concertazione finisse per sfuocare questo primario obiettivo. Gli infortuni domestici è stato il tema proposto da Antonio Maienza (Udeur). E' una realtà, questa, assolutamente sottovalutata, quasi ignorata a livello nazionale. Da apprezzare, invece, la scelta tutta modenese, di avviare una ricerca articolata sul fenomeno così come sulle possibili strategie di intervento. Antonino Marino (Ds) ha apprezzato il lavoro svolto in questi anni dall'Osservatorio sugli appalti; un lavoro, ha detto, che ha permesso anche di contenere il lavoro irregolare, quello meno tutelato, dunque più a rischio di infortuni. Anche per il sindaco, Giuliano Barbolini, i dati degli infortuni sul lavoro impongono un impegno di formazione e prevenzione senza precedenti. Uno impegno, però, che non può essere solo di controllo, ma anche di promozione culturale, di sfida. Una sfida prima di tutto di civiltà di un territorio e proprio per questo l'auspicio non può essere che quello di trovare su questi temi ed obiettivi ampie convergenze, condivisione e sostegno comune. Achille Caropreso (Fi) non ha nascosto la sua sorpresa per lo scarso entusiasmo che a suo dire ha caratterizzato il dibattito. Mi è sembrato più un prezzo da pagare a qualche forza politica che una reale volontà di affrontare il tema. Anche per questo, forse, valeva la pena evitare il dibattito. Di ben altro avviso Antonio Finelli (Ds) per il quale il dibattito ha fornito una nuova importante testimonianza dell'impegno della città sul fronte della qualità della vita e segnatamente della cultura della legalità perché - ha poi aggiunto Finelli - perseguire la sicurezza sul lavoro è prima di tutto rispettare e far rispettare leggi e norme. In precedenza, in apertura del dibattito, erano intervenuti con comunicazioni particolarmente apprezzate dall'aula, Guido Besutti, referente del gruppo tecnico banca dati dell'Ausl; Adriana Giannini, responsabile Spsal dipartimento sanità pubblica; Vincenzo Pasculli, responsabile Osservatorio provinciale Appalti; Pietro Pifferi in rappresentanza delle organizzazioni confederali; Andrea Tosi a nome delle organizzazioni imprenditoriali; e Zoello Forni, presidente Anmil di Modena. Illustrato in aula da Antonino Marino (Ds) il consiglio ha poi approvato a larga maggioranza un ordine del giorno presentato e sottoscritto dai gruppi Ds, Margherita, Udeur e Rc. Il documento, che ha raccolto i voti dei quattro schieramenti firmatari e di Gianpaolo Verna intervenuto in sede di dichiarazione di voto a nome del gruppo An, con l'astensione di Fi e Modena a Colori, chiede al Governo di stanziare le risorse necessarie a potenziare i servizi e le strutture dedicate alla attività di vigilanza e controllo sulla normativa di sicurezza sul lavoro. Contemporaneamente però, invita l'Ausl, l'Azienda ospedaliera , l'Università a ricercare congiuntamente soluzioni operative per mettere a disposizione dei datori di lavoro e dei lavoratori un'adeguata funzione diagnostica specialistica in grado di effettuare gli approfondimenti necessari per l'individuazione e il controllo delle patologie correlate al lavoro. "

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