13/12/2005

HERA MODENA, IL CDA AVRÀ TRA NOVE E TREDICI CONSIGLIERI

Ok del Consiglio alla delibera per i criteri di designazione dei componenti della Sot
La società operativa territoriale di Modena Hera Modena S.r.l., alla quale sarà delegata la gestione operativa delle attività sul territorio dove attualmente opera Meta, avrà un Consiglio di Amministrazione composto da un numero minimo di nove consiglieri ed un numero massimo di tredici, anziché un numero fisso di tredici come previsto in origine. Lo prevede una delibera del Consiglio comunale approvata con i voti favorevoli della maggioranza e il voto contrario dell'opposizione, con cui si inoltra la proposta di modifica ad Hera, dando mandato al Sindaco di Modena di definire il numero effettivo d'intesa con gli altri Sindaci dei comuni soci. Con la delibera, illustrata dall'assessore alle Società partecipate Giorgio Razzoli, si stabilisce anche di proporre ad Hera che anche la designazione del Collegio Sindacale della Società Operativa Territoriale di Modena avvenga con le stesse modalità con cui avviene la designazione del Consiglio di Amministrazione. Secondo Baldo Flori (Modena a Colori) 'continua la colonizzazione bolognese. Di fatto la designazione è di competenza di Hera, che si è tenuta in serbo il potere di sindacare le nostre nomine. Questa proposta di modifica parziale, con motivazioni politicamente reticenti, non può trovare il nostro assenso. In ballo c'è ben altro che la nomina o l'uso di una formula matematica. Non si parla in questa sede di tutte le nomine degli altri organi nati in seguito alla fusione Meta-Hera. O il Consiglio viene coinvolto sul serio per capire almeno i criteri di fondo, altrimenti è tutta aria fritta, con cui noi non ci confrontiamo'. Mara Masini (Ds) ha sottolineato che 'la delibera è di carattere tecnico, di modifica statutaria. Vorrei invece che in questa sede la competenza e la professionalità richieste per le nomine siano intese come caratteristiche trasversali ad entrambi i generi, uomini e donne, e vorrei se ne tenesse conto all'atto delle nomine negli organismi'. Paolo Ballestrazzi (Modena a Colori) ha dichiarato che 'nelle affermazioni del consigliere Masini c'è un vulnus di logica. Se i criteri a cui bisogna attenersi per le nomine devono essere quelli della competenza e professionalità, la discriminante del sesso di appartenenza è nulla. A meno che lei non pensi che le donne siano una specie protetta che debba essere salvaguardata dal Wwf. Non possono essere assolutamente stabilite delle quote quando i criteri devono essere quelli della professionalità e competenza, anche perché ' in caso contrario ' è offensivo nei confronti delle donne. Bisogna invece capire chi decide, come decide e quanto costa. Questo è il punto. Bisogna pensare se invece non vale la pena di arrivare alla privatizzazione totale delle aziende di servizio, perché sono aziende che continuano ad avere margini di utili di bilancio perché vivono in regime di semi-monopolio. Ci stiamo raccontando delle favole'. Andrea Galli (An) ha 'sottoscritto in pieno l'intervento di Ballestrazzi. Assistiamo ad una moltiplicazione degli enti che questi amministratori dovrebbero amministrare. Sarebbe interessante una valutazione economica di tutti questi errori nei confronti della nostra città, come nel caso della discesa in Borsa nel momento peggiore del mercato. In questo modo si risolve solo una sete di poltrone. Assistiamo non alla privatizzazione di enti pubblici, ma ad una pubblicizzazione di enti privati. E' anche discutibile la richiesta di parità di genere'. Isabella Massamba si è detta 'stupita del fatto che ci si nasconda davanti all'evidenza del fatto che le donne nei ruoli decisionali non ci siano. Non c'è bisogno di quote rosa, perché le donne hanno le competenze, che però devono continuamente dimostrare. Basterebbe che le donne fossero prese in considerazione come eventuali candidate, questo intendeva dire la consigliera Masini. Semplicemente ricordatevi, nel momento delle decisioni, che ci sono anche le donne. Mi domando se le cose cambieranno, visto che anche questo non è concesso'. Giovanna Lolli (Ds) ha dichiarato di essersi 'incavolata molto perché la consigliera Masini ha detto qualcosa che qualcuno ha voluto reinterpretare nella solita solfa. Qui nessuno pensa a delle quote, è solo una sottolineatura rispetto a dei modi che nella politica maschile sono presenti. Mi permetto di segnalare a questo Consiglio la raccomandazione che quando ci sono incarichi, ci sono generi femminili e maschili. E questa, credo, era l'intenzione di Mara Masini'. Rosa Maria Fino (Società Civile) ha dichiarato che 'come al solito sono amareggiata quando sento certi interventi. Mi associo invece agli interventi delle colleghe Massamba, Masini e Lolli e aggiungo che questa terminologia delle quote rosa l'hanno inventata gli uomini per farci sentire una riserva indiana. A parità di competenze, si chiede sempre alle donne di fare un passo indietro. Ecco perché alla fine chiediamo le quote rosa, che sono un mezzo per fare emergere le competenze femminili in un mondo maschile. Noi votiamo le donne per le loro competenze, non per il genere'. In fase di dichiarazione di voto Mauro Manfredini (Lega Nord) ha sottolineato che 'visto che abbiamo votato no alla vendita di Meta, non capisco perché dovremmo dare voto favorevole in questo caso. Rispetto alle quote rose, se le donne hanno professionalità, non vedo ostacoli'. Michele Andreana (Ds), dichiarando il voto favorevole dei Ds, ha spiegato che la delibera 'introduce un elemento di flessibilità. L'atteggiamento delle opposizioni rispetto a Meta-Hera è nettamente al di sotto del profilo richiesto rispetto all'operazione che stiamo facendo'. Adolfo Morandi (Forza Italia) ha annunciato il voto contrario del gruppo, poiché 'tutto il processo di aggregazione Meta-Hera è stato caratterizzato da aspetti non del tutto chiari e, rispetto alla delibera in oggetto, non si modifica la sostanza del discorso, cioè di un Consiglio di Amministrazione più politico che tecnico. Rimane come sottofondo la moltiplicazione delle società'. Alberto Caldana (La Margherita) ha invece annunciato il voto favorevole, sottolineando che 'questa delibera si situa in un percorso importante di un progetto di grande rilevanza per la città'. Sergio Rusticali (Sdi) ha colto l'occasione per ribadire che 'coerentemente, le opposizioni hanno confermato quanto espresso al momento della delibera sull'operazione di fusione per incorporazione di Meta in Hera. Non trovo poi affatto scandaloso che la nomina del Direttore Generale della Sot riguardi un non modenese. Non credo che si ponga il problema della provenienza. Infine, sul problema di genere, credo che il consigliere Masini lo abbia posto nei termini corretti'.

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