09/02/2005

DA STRANIERO A CITTADINO, COSI' CAMBIA L'IMMIGRATO

Se casa, lingua e lavoro sono ancora un problema per i nuovi arrivati, per chi è a Modena da tempo le priorità sono integrazione e relazioni sociali. Ricerca del Comune.
Sono circa 15.000 gli stranieri residenti a Modena. Se, da una parte, c'è che si trova a dover fare ancora i conti con la soddisfazione dei bisogni primari come la ricerca dell'alloggio, legati anche alla precarietà della situazione lavorativa; dall'altra, una percentuale cospicua risulta essere ben radicata sul territorio, conosce e utilizza i servizi che la città mette a disposizione e affronta piuttosto questioni legate all'integrazione, all'inserimento scolastico dei propri figli e alla vita di relazione. Questa percentuale risulta essere anche la più soddisfatta e quella che, sin dall'inizio, ha investito di più. E' quanto, estremamente in sintesi, emerge dalla ricerca 'Città e cittadinanza: il punto di vista degli immigrati' realizzata dal Comune di Modena nell'ambito di un progetto cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna, che sarà presentata questo pomeriggio presso la Camera di Commercio di Modena (ore 17, sala dei 150). Il primo importante elemento di novità dell'indagine, condotta su 286 unità, ossia un campione significativo per età, sesso, paese di provenienza e tempo di permanenza a Modena, è che essa è andata ad intervistare direttamente gli stranieri per sapere come percepiscono e vivono la città che abitano. Le interviste sono state precedute da un lavoro di tipo qualitativo attraverso 4 colloqui di gruppo; su questa base è stato predisposto il questionario composto da una sessantina di domande per le interviste 'face to face'; la rilevazione si è svolta tra maggio e settembre 2004 e ha coinvolto 286 cittadini stranieri residenti nel Comune di Modena estratti dagli elenchi dell'anagrafe. La ricerca è stata condotta dall'Ufficio Ricerche del Gabinetto del Sindaco in collaborazione con il Centro stranieri, l'Ufficio statistica e l'ufficio Politiche per la Sicurezza urbana. Chi sono. Il 76% degli intervistati risulta regolarmente occupato; il 66% dei lavoratori dipendenti ha un contratto a tempo indeterminato; oltre i 2/3 ha un regolare contratto d'affitto e circa il 6% è proprietario della casa che abita. E' la fotografia di una fetta di cittadini stranieri la cui presenza in città è ben consolidata. Diverso è il livello di scolarità, soprattutto a seconda delle zone di provenienza, visto che il titolo di studio è in genere conseguito nel paese d'origine e pochi sono gli stranieri giunti a Modena per motivi di studio. La scolarità media risulta essere un po' più alta nelle donne, dato su cui incide probabilmente anche l'alto livello di scolarità delle immigrate dell'Est Europa. E sono sempre le donne - che rappresentano circa il 48% degli intervistati - ad utilizzare di più il computer e le tecnologie informatiche. Gli uomini usano, invece, più l'auto e il bancomat, mentre la televisione è ugualmente e largamente sfruttata da entrambi. E, a proposito di tv, la ricerca evidenzia che solo il 42% ha l'antenna parabolica. Il rapporto con la città. Alla domanda 'come si trova a Modena'' complessivamente il 76% degli intervistati risponde molto o abbastanza bene. Chi dice di trovarsi male o ha in genere un atteggiamento più critico proviene soprattutto dall'Africa non maghrebina. Mentre tra gli stranieri provenienti da America Latina e Asia c'è il più alto grado di soddisfazione. E se per tutti i maggiori problemi affrontati all'arrivo sono dovuti alla ricerca del lavoro, dell'alloggio e alla lingua; per il 37,1% la vita in Italia è peggiore di come se l'aspettava, per il 32,9% è come se l'aspettava, mentre per il 24,1% è meglio di come se l'aspettava. Anche in questo caso i più critici sono gli africani provenienti dall'area non maghrebina, che incrociando i dati, risultano essere anche quelli con contratti di lavoro a tempo determinato o con caratteristiche di maggiore flessibilità. Il rapporto con i servizi. Gli intervistati dicono di trovare le informazioni utili per stare a Modena in primo luogo al Centro Stranieri, quindi nell'ordine, negli altri uffici del Comune, parlando con altri stranieri, dai sindacati e dalle tv locali; solo in misura minore sui giornali locali, presso il Centro per l'impiego e le associazioni degli stranieri. I servizi più utilizzati e conosciuti sono: la Questura seguita da sanità, anagrafe, trasporto pubblico, Polizia e Carabinieri e Centro stranieri. Ed è all'anagrafe che gli intervistati fruitori dei servizi danno un bel 8,5 come voto in pagella; non distante dalle valutazioni che si guadagnano sanità (8,1), asili e scuole (8) e Centro stranieri (7,9). I giudizi si abbassano per case popolari (4,6), assistenza sociale (5,5) e questura (4,7). Alla città di Modena nel complesso assegnano un 7, valutazione molto vicina al 7,5 espresso dai modenesi in una ricerca condotta nel 2002. Se si considerano i singoli aspetti, ne esce che la possibilità di praticare la propria religione non è un problema (voto 8), la scuola merita un 7,6 non distante dal 7,4 dell'ambiente. Dove i voti si contraggono è quando si entra nella sfera delle relazioni sociali: luoghi per incontrasi, fiducia tra le persone, possibilità di divertimento, rispetto per gli immigrati che ottengono un voto medio tra il 5,1 e il 5,5. Inoltre alla domanda che cosa fanno nel tempo libero, la maggior parte risponde che vorrebbe una maggior vita di relazione; mentre tuttora passano il tempo libero soprattutto guardando la tv, in compagnia della famiglia o passeggiando per Modena. Ciononostante oltre il 60% degli stranieri si sente partecipe o inserito in questa città, solo il 25% dice di sentirsi escluso o distante. Il rapporto con i modenesi. Il bisogno di stare con la propria comunità d'origine è un'istanza particolarmente sentita; tuttavia il 32% segnala il rischio che lo stare molto con la propria comunità renda difficile il dialogo con i modenesi. Per migliorare le loro relazioni sociali, gli stranieri si dicono disposti a mescolare con i modenesi un po' tutto anche se in diversa misura: dall'abbigliamento alla cucina, dalla lingua alle festività. Su una cosa sono tutti d'accordo: l'immigrato che vive qui deve rispettare le regole degli italiani, lo afferma il 92,3% degli intervistati. I modenesi sono percepiti, innanzitutto, come lavoratori (l'82% degli intervistati mette al primo posto questa valutazione), in genere buoni, simpatici e anche amici. Ma solo in percentuali inferiori li si ritiene contenti, generosi e, tanto meno, caldi. I giudizi diventano più positivi da parte di coloro che hanno più relazioni con i modenesi. E' da segnalare che non è molto alta la percentuale di coloro che ritengono di essere stati discriminati, anche se episodi di discriminazione si accentuano nel momento della ricerca dell'alloggio e di un lavoro adeguato al proprio titolo di studio. Se fossi sindaco di Modena. Infine è stato chiesto agli intervistati cosa farebbe se fosse sindaco di Modena. Al sindaco gli stranieri chiedono innanzitutto di favorire l'integrazione, e solo successivamente di facilitare la ricerca della casa e di creare lavoro. Seguono richieste di aiuto per le pratiche burocratiche e il controllo della criminalità. 'Se fossi sindaco darei importanza ai figli che studiano': è quanto si è sentito rispondere un intervistatore. Segno che evidentemente nuovi sono i problemi con cui è alle prese una larga fascia di stranieri residenti in città, quelli meno precari e la cui presenza è più radicata sul territorio, quelli che hanno investito di più al momento del loro arrivo, che ritengono stabile la loro presenza e che guardano al loro futuro qui, una percentuale di circa il 60%. Questi nuovi problemi richiedono probabilmente politiche nuove.

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