13/04/2006

ESCE L'ATLANTE DEI BENI ARCHEOLOGICI DELLA MONTAGNA

Dalle spade del Cimone ai villaggi di Pescale, 370 schede documentano ritrovamenti in 18 comuni dell'Appennino modenese. Iniziativa di Provincia e Museo civico
Dalle spade in bronzo risalenti al 1300 avanti Cristo trovate sulla vetta del Cimone, alle monete di epoca romana provenenti dagli scavi nella zona di ponte Ercole a Lama Mocogno, fino ai resti dei primi insediamenti del neolitico, cinque mila anni prima di Cristo, della rupe del Pescale. Sono solo alcune delle testimonianze descritte nell''Atlante dei beni archeologici della montagna modenese' , realizzato dalla Provincia di Modena in collaborazione con il Museo civico archeologico ed etnologico di Modena e la Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia Romagna. La ricerca presenta un sistematico aggiornamento del patrimonio archeologico dell'Appennino, un vero e proprio censimento che si sviluppa attraverso 370 schede relative ai ritrovamenti in 18 comuni. I curatori Andrea Cardarelli, ordinario di preistoria all'Università di Modena e Reggio Emilia e Luigi Malnati, soprintendente per i Beni archeologici dell'Emilia Romagna, hanno condotto, per la prima volta, un'indagine delle conoscenze su un territorio disomogeneo sotto il profilo della ricerca archeologica, quindi estremamente complesso da studiare. Il volume prosegue l'indagine sul patrimonio archeologico di tutto il territorio provinciale avviata lo scorso anno con la realizzazione del censimento dedicato alla pianura. Tra i siti di maggiore rilievo spicca la rupe del Pescale a Prignano, diventata nei giorni scorsi di proprietà della Provincia di Modena grazie ad una donazione di privati. L'area si estende su una superficie di quasi 15 mila metri quadrati. Gli scavi eseguiti nel 1937 e nel 1942 dal paleontologo modenese Fernando Malavolti hanno permesso di scoprire tracce di un abitato neolitico con fondi di capanna, focolari, tombe, manufatti in pietra e osso, oggetti terracotta e vasellame in ceramica risalenti al sesto millennio avanti Cristo. I reperti sono oggi custoditi nel Museo civico di Modena. L'impegno della Provincia è di realizzare nell'area progetti a carattere culturale e ambientale, come una pista ciclopedonale collegata al percorso Natura del Secchia.

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