08/06/2006

SCHEDA 2. 'BENE LA SALUTE, VOTO 7 ALLA QUALITA' DELLA VITA'

E' il giudizio che si danno modenesi e carpigiani, soddisfatti anche dei servizi sanitari.
Salute e servizi sanitari. Oltre il 90 per cento degli intervistati giudica 'bene' e 'molto bene' la propria salute. Star bene significa soprattutto 'essere in pace con se stessi' per quasi il 73 per cento, anche se un 33 per cento collega la salute all'assenza di malattia. C'è anche un'alta percentuale che mette prima di tutto l'avere molti amici e il non dipendere da altri (sono soprattutto i giovani); mentre per gli anziani lo star bene è più conseguente al non avere problemi economici. Quindi, la maggior parte fa dipendere la salute dal proprio benessere psico-fisico e se si chiede quali sono le cause dell'insorgere del maggior numero di malattie il 70 per cento degli intervistati pone al primo posto gli stili di vita scorretti. Subito dopo c'è l'inquinamento (58 per cento), i fattori genetici (31 per cento delle risposte), a seguire la sfortuna, la povertà, mentre ha raccolto meno del 6 per cento delle preferenze l'opzione 'servizi sanitari inadeguati'. Dalla domanda successiva scopriamo, infatti, che per l'81 per cento i servizi sanitari sono adeguati ai propri bisogni di salute. Nella stessa percentuali modenesi e carpigiani si sottopongono ad esami sanitari a scopo preventivo; a farlo periodicamente (55 per cento) sono soprattutto le donne dopo i 45 anni d'età. Infine, dovendo dare un voto complessivo, da 1 a 10, alla qualità della loro vita, oltre l'80 per cento di modenesi e carpigiani non ha dubbi: assegna un voto alto che in media è 7,4. Infortuni domestici Il 15 per cento degli intervistati dichiara di aver subito un infortunio tra le mura domestiche negli ultimi dodici mesi e, di conseguenza, il 15 per cento dichiara di essere stato impedito nelle attività quotidiane per più di tre giorni. La maggior parte degli infortuni è dovuto all'utilizzo di utensili come coltelli e piccoli elettrodomestici (44 per cento); in misura minore a pentole e forni (25 per cento) o a cause legate all'abitazione, come le scale, i pavimenti, i vetri e i mobili (23 per cento) Lavoro domestico e di cura. Tutto sommato dunque gli intervistati si dicono soddisfatti della loro vita, anche se indagando si viene a sapere che il 33,6 per cento di loro ha pesanti carichi di lavoro, dovendosi occupare quotidianamente di familiari che hanno bisogno di essere accuditi: anziani, bambini e disabili. Il lavoro di cura, così come il lavoro domestico, pesa soprattutto sulle spalle delle donne. Tra chi ammette di non occuparsi mai dei lavori domestici vi è il 4,5 delle femmine e il 35 per cento di maschi e il 41 per cento di questi ha un'età compresa tra i 15 e i 24 anni. Per vedere gli uomini occuparsi, almeno parzialmente, della casa bisogna guardare ad una fascia d'età decisamente più avanzata: dai 55 anni in su. Più in particolare, ritornando a quel 33 per cento che si occupa anche di familiari, dalla ricerca emerge che se per la maggior parte (18,6 per cento) si tratta di accudire bambini sotto i sei anni, c'è anche un 2,3 per cento che si occupa di disabili e un consistente 5,8 per cento che si prende cura di anziani parzialmente o del tutto non autosufficienti. A farlo sono soprattutto le donne casalinghe, tra i 55 e i 64 anni d'età su cui si sta spostando gran parte del lavoro di cura.

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