25/01/2007

"UNA FINANZIARIA CHE REDISTRIBUISCE LE RISORSE"

L'assessore Frieri risponde ad un'interrogazione di Flori (Modena a Colori)
“In Comune non abbiamo nessun buco, solo disavanzi tendenziali, come avviene in gran parte dei comuni italiani”. L’assessore al bilancio Francesco Raphael Frieri ha risposto così ad un’interrogazione di Baldo Flori (Modena a Colori) presentata lo scorso ottobre e messa in discussione in Consiglio comunale nei giorni scorsi.
Con l’interrogazione, poi trasformata in interpellanza, Flori sottolineava che in sede di Bilancio preventivo per il 2006 “vennero espressi alti lamenti dalla Giunta perché, a causa dei presunti tagli imposti dal Governo Berlusconi, venivano a mancare 8 milioni di euro, tanto è vero che la Giunta dichiarava di essere costretta a tagliare l’orario di apertura della Biblioteca Delfini e di non poter accollarsi le spese per la tradizionale festa di fine anno in piazza Roma. Si trattava naturalmente di grossolane esagerazioni propagandistiche – scrive Flori nel documento - tanto è vero che l’orario della Delfini non è stato toccato, che la festa di fine anno si è fatta ugualmente in Piazza S. Agostino e che in questi mesi il Bilancio del Comune ha registrato, guarda caso, un aumento di entrate pari a 12 miliardi di vecchie lire, dei quali ben 3 miliardi sono andati a coprire spese aggiuntive per il solo settore Cultura”.
Il consigliere chiedeva quindi, alla luce di questi dati, perché nei mesi scorsi il Comune proponesse di aumentare l’addizionale Irpef. Inoltre, sottolineava che “Frieri aveva anche parlato dei caratteri rivoluzionari della finanziaria perché si facevano pagare più tasse. Ci si chiede se allora questa proposta di aumentare l’insieme delle entrate tributarie del Comune di Modena è dovuta anche a questa coerenza rivoluzionaria che Frieri trovava nella nuova finanziaria, anche se successivamente si è espresso con giudizi più attenti”.
L’assessore ha confermato che “il caso in cui tutti pagassero le tasse sarebbe rivoluzionario. C’era molto ottimismo in me all’epoca, con la finanziaria che era un blocco ancora non sgrezzato. In generale, però, ribadisco: non abbiamo buchi, ma disavanzi tendenziali come tutti i comuni, e il nostro poteva anche essere superiore sia questo che l’anno scorso.
L’anno scorso, senza leva fiscale, abbiamo aumentato la rigidità della spesa, utilizzando entrate una tantum. Questo – ha spiegato - non significa risolvere i problemi, ma rimandarli. Quindi la manovra di oggi non si capisce se non la si lega a quanto fatto in precedenza. Poi posso riconoscere che alcuni provvedimenti gravi che avevamo annunciato, come la riduzione degli orari alla Delfini, non si sono realizzati, ma ciò non cambia il quadro di riferimento. Quanto alla finanziaria del governo – ha concluso – è una manovra importante per la redistribuzione delle risorse, prodotta da un governo amico, ma forse non ha permesso agli enti locali di essere altrettanto amici dei cittadini come noi avremmo voluto”.
In fase di dibattito Dante Mazzi (Forza Italia) ha detto che si devono sfatare “alcuni luoghi comuni, come il fatto che tutto sia dovuto al precedente governo, senza riferimento a quello attuale che ha costretto gli enti locali ad aumentare la pressione fiscale. Voi dite che aumenta solo di tre punti, ma in realtà si tratta del 150% di incremento. Questa manovre incidono sulle tasche delle classi meno abbienti. 50 euro sono molto più dei 1000 euro per i più abbienti. Le sinistre storicamente incidono sui meno abbienti, a tutti i livelli di amministrazione. La migliore condizione per i cittadini è pizza fredda e birra calda, più tassazione, meno servizi”
Anche Ivo Esposito (Forza Italia) ha criticato la manovra, dichiarando che “se tutti aumentano per la spesa sociale, c’è un problema, visto che tutti questi servizi non ci sono. O c’è qualcuno che bara, o c’è un problema nei conti. Se dicono in Regione che la loro addizionale va ai servizi sociali, si vede che quella comunale andrà a qualcos’altro. Mettetevi d’accordo”.
Secondo Olga Vecchi (Forza Italia) “l’assessore forse non conosce bene i dati del bilancio, oppure cerca di addolcire la verità, cioè che i costi della macchina comunale aumentano costantemente. Oppure – ha aggiunto - non si prendono decisioni coraggiose per non perdere voti. E’ invece più facile continuare a pescare nelle tasche dei cittadini. L’aumento delle imposte dal 1999 al 2007 è stato di 46 milioni di euro, oltre 97 miliardi di vecchie lire, mentre i servizi non sono stati aumentati in modo altrettanto evidente”.
Danilo Bassoli (Ds) ha precisato che la “differenza sul 2006 sta nel fatto che rispetto agli anni precedenti, per colpa di Berlusconi con il vincolo nel non modificare la tassazione, abbiamo posto un tema, cioè se fare un bilancio di spesa corrente vendendo i mobili di famiglia, destinando risorse alla spesa corrente che prima erano destinate a investimenti. Quindi abbiamo fatto un bilancio irrigidendo la spesa e garantendo i servizi. A differenza di allora – ha proseguito Bassoli - l’attuale governo ha dato la possibilità ai comuni di assumersi la responsabilità politica di aumentare le tasse per rispondere ai bisogni della città. E noi, per incrementare il welfare della città, chiediamo a tutte le famiglie un sacrificio, meglio che ridurre i servizi in città. Riduciamo dal 60 al 35% l’utilizzo di spesa corrente per oneri di urbanizzazione.
Si aumentano di 100 posti gli asili. Alle famiglie a cui chiederemo 50 euro o 100 in più l’anno, ci saranno servizi che altrimenti non ci sarebbero stati”.
Alvaro Colombo (Prc) ha concordato con Bassoli, sottolineando che “la qualità delle amministrazioni di Modena è di mantenere alta la risposta ai bisogni della città. Da questo punto di vista il bilancio è in continuità con le scelte politiche precedenti. La riduzione netta dell’utilizzo di oneri di urbanizzazione sulla spesa corrente è positiva, perché utilizza meno per il futuro le proprietà del Comune e le utilizza in modo corretto per gli investimenti. Utilizzeremo l’aumento dell’addizionale Irpef, è vero. Nessuno dice che sia il modo migliore, ma è una necessità. Sappiamo che si colpisce il mondo del lavoro dipendente, ma ci impegniamo con servizi per queste stesse fasce sociali attraverso l’aumento di servizi, asili nidi e scuole materne. Avremmo preferito dare una risposta diversa, ma ci impegniamo ad operare oggi per il domani perchè queste politiche fiscali tra amministrazione centrale e periferica si modifichino”.
In fase di replica Baldo Flori si è detto incuriosito dal fatto che “il disavanzo tendenziale, che è lo stesso dell’anno scorso, si affronti in modo radicalmente diverso. Qualcuno voleva far piangere anche i ricchi e ci è riuscito anche a Modena. I sindacati hanno dissotterrato dopo molti anni l’ascia di guerra, indicando soluzioni alternative all’aumento dell’Irpef. L’anno scorso si erano sottostimate le entrate, eppure si parlava di uno stop della festa di fine anno e altre eventualità. Non vorremmo che anche in questo caso si facessero operazioni spericolate”.
L’assessore Frieri ha quindi ripreso la parola per ribadire che “dal documento dei sindacati emerge di indicare una manovra che insiste sugli oneri di urbanizzazione come elemento di risanamento del nostro bilancio, che noi invece rivendichiamo come elemento positivo perché significa che, per la stessa misura, si finisce per vendere i mobili di famiglia. Significa dissestare i conti. Noi quindi abbiamo pensato che appena possibile avremo risolto l’architettura contabile così grave. E questo è quanto abbiamo fatto. Altri comuni della regione hanno mantenuto quote cospicue di oneri di urbanizzazione nella spesa corrente insieme con l’aumento della leva fiscale. Quindi chiedo una moratoria per non usare l’espressione “mettere le mani in tasca dei cittadini”. Noi mettiamo un’addizionale al reddito delle persone fisiche per rispondere alla richiesta di aumento dei servizi rivolti ai cittadini. Non significa rubare loro qualcosa, ma dare dei servizi. Non inaspriamo la pressione fiscale in modo significativo, si parla di 0,3%, che si somma su scale molto più alte, perciò cerchiamo di avere il senso delle proporzioni”.

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