26/03/2007

"POESIA CH'É RIVOLUZIONE" GIOVEDÌ 29 MARZO ALLA TENDA

Proiezioni, letture e musica dedicate al poeta, educatore e pacifista Danilo Dolci.

Si intitola &ldquo;Poesia ch'&eacute; rivoluzione&rdquo; la serata che la Tenda di viale Molza dedica, gioved&igrave; 29 marzo dalle 21 in poi, al poeta, educatore e pacifista Danilo Dolci. Con inizio alle 21 ci saranno lettura di poesie, immagini, musica, testimonianze di Giovanni Battaglini e Beatrice Bertolla, mentre alle 22 sar&agrave; proiettato &quot; Danilo Dolci, Memoria e Utopia&quot;, video di 60 minuti realizzato nel 2004 da Alberto Castiglione. Le musiche sono a cura di Carlo Giugni, i lettori saranno Luca Amadessi, Paolo Domeniconi, Samuele Lambertini, Elisa Leoni, Simonetta Munari. La serata &egrave; a cura di Associazione Zero in Condotta, Associazione Culturale Fresh, Circolo Arci Spilamberto, Comitato Per La Pace di Spilamberto, iIn collaborazione con l' Associazione Casa per la Pace &quot;D. A. Cardone&quot; di Palmi e il Comune di Modena. Un&rsquo;altra serata dedicata a Dolci &egrave; in programma il 3 aprile in viale Rimembranze 17 a Spilamberto, dove con il titolo &ldquo;Ciascuno cresce solo se sognato&rdquo; ci saranno letture di poesie, immagini, musica, testimonianze, proiezioni. La Tenda &egrave; in viale Molza angolo viale Monte Kosica, tel. 059 214435, web www.latenda.mo.it.<br />Danilo Dolci, nato il 28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste, negli anni Cinquanta lavora vicino a Carpi nel progetto Nomadelfia di don Zeno Saltini. Si trasferisce poi tra Palermo e Trapani, dove nel 1952 d&agrave; inizio al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per denutrizione. Nel 1955 con &ldquo;Banditi a Partitico&rdquo; fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Il 2 febbraio 1956 partecipa allo &quot;sciopero alla rovescia&quot;, con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada comunale abbandonata. Fonda poi il &quot;Centro studi e iniziative per la piena occupazione&quot;, definito una &quot;continuazione della Resistenza, senza sparare&quot;. Continua l&rsquo;attivit&agrave; di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico. Il suo metodo di lavoro valorizza cultura, partecipazione e coinvolgimento attivo, e proprio nel corso di alcune riunioni con contadini e pescatori della Sicilia occidentale prende corpo l'idea di costruire la diga sul fiume Jato, che ha reso coltivabile una terra prima aridissima. Negli anni Settanta cresce l'attenzione alla qualit&agrave; dello sviluppo e l'impegno educativo assume un ruolo centrale. Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societ&agrave; connessi al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media. Muore il 30 dicembre 1997. <br />

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