Si intitola “Poesia ch'é rivoluzione” la serata che la Tenda di viale Molza dedica, giovedì 29 marzo dalle 21 in poi, al poeta, educatore e pacifista Danilo Dolci. Con inizio alle 21 ci saranno lettura di poesie, immagini, musica, testimonianze di Giovanni Battaglini e Beatrice Bertolla, mentre alle 22 sarà proiettato " Danilo Dolci, Memoria e Utopia", video di 60 minuti realizzato nel 2004 da Alberto Castiglione. Le musiche sono a cura di Carlo Giugni, i lettori saranno Luca Amadessi, Paolo Domeniconi, Samuele Lambertini, Elisa Leoni, Simonetta Munari. La serata è a cura di Associazione Zero in Condotta, Associazione Culturale Fresh, Circolo Arci Spilamberto, Comitato Per La Pace di Spilamberto, iIn collaborazione con l' Associazione Casa per la Pace "D. A. Cardone" di Palmi e il Comune di Modena. Un’altra serata dedicata a Dolci è in programma il 3 aprile in viale Rimembranze 17 a Spilamberto, dove con il titolo “Ciascuno cresce solo se sognato” ci saranno letture di poesie, immagini, musica, testimonianze, proiezioni. La Tenda è in viale Molza angolo viale Monte Kosica, tel. 059 214435, web www.latenda.mo.it.<br />Danilo Dolci, nato il 28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste, negli anni Cinquanta lavora vicino a Carpi nel progetto Nomadelfia di don Zeno Saltini. Si trasferisce poi tra Palermo e Trapani, dove nel 1952 dà inizio al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per denutrizione. Nel 1955 con “Banditi a Partitico” fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Il 2 febbraio 1956 partecipa allo "sciopero alla rovescia", con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada comunale abbandonata. Fonda poi il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione", definito una "continuazione della Resistenza, senza sparare". Continua l’attività di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico. Il suo metodo di lavoro valorizza cultura, partecipazione e coinvolgimento attivo, e proprio nel corso di alcune riunioni con contadini e pescatori della Sicilia occidentale prende corpo l'idea di costruire la diga sul fiume Jato, che ha reso coltivabile una terra prima aridissima. Negli anni Settanta cresce l'attenzione alla qualità dello sviluppo e l'impegno educativo assume un ruolo centrale. Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre società connessi al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media. Muore il 30 dicembre 1997. <br />
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