15/05/2007

FILM CULT SULLA BATTAGLIA DI ADUA

Mercoledì 16 maggio alla Tenda di viale Molza sarà proiettata la pellicola di Haile Gerima che racconta un capitolo umiliante per la storia italiana
Si intitola “Adwa” ed è un vero e proprio cult della cinematografia sull’Africa Orientale il film che sarà proiettato mercoledì 16 maggio alle 21 alla tenda di viale Molza nell’ambito della rassegna realizzata da Arci Cinema Network in occasione della mostra “Modena-Adis Abeba andata e ritorno” (ingresso gratuito).
Realizzata nel 1999 dal cineasta etiope Haile Gerima, uno dei registi più emblematici del movimento cinematografico indipendente africano e afroamericano, la pellicola racconta di come nel 1896 le forze del Negus d'Etiopia Menelik sconfiggevano e travolgevano ad Adua le truppe dell'esercito italiano, desideroso di emulare le altre potenze coloniali. Un capitolo umiliante per la storia italiana. Un capitolo luminoso per la storia etiopica, ben presto divenuto simbolo, per tutto il movimento panafricano, della possibilità di liberare l'Africa dall'arroganza coloniale.
Fu una battaglia delle più cruente, combattuta con scudi e frecce contro armi da fuoco. Etiopi che difesero disperatamente la propria terra al prezzo del loro sangue, e colonizzatori italiani che si giocarono parte del loro prestigio – di nazione europea a caccia di nuovi territori – in quella fetta d’Africa. Fu una sconfitta bruciante per l’Italia. Ne è prova il fatto che in documenti dell’epoca, ad esempio in alcune canzoni, ricorre la frase "torneremo un giorno ad Adua". Di qui l’euforia di Mussolini, in piazza Venezia, nel 1935 quando annunciò trionfalmente il ritorno della truppe italiane ad Adua, stavolta vittoriose. Adua fu la scintilla che diede origine, con l’inconsapevole complicità italiana, al movimento panafricano e ai partiti nazionalisti, da Garvey a Mandela a Cabral, alla decolonizzazione del continente e perfino al movimento Rastafari e a Bob Marley.
In un documentario di quasi due ore girato in quattro settimane, il cineasta etiope recupera i canti popolari, l’iconografia e le testimonianze di diversi storici, fra i quali il padre, drammaturgo e personaggio noto della resistenza etiope contro l’Italia, e ricostruisce gli eventi attraverso tutti i documenti disponibili, la visita dei luoghi e soprattutto attraverso la sua conoscenza personale dei racconti che si sono tramandati di generazione in generazione figli e nipoti di testimoni.

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