25/07/2007

IL PIANO DI RECUPERO DELL'EX MANIFATTURA IN CONSIGLIO

Resoconto del dibattito consiliare.
Lunga e partecipata la discussione consiliare che lunedì ha accompagnato l’approvazione del Piano di recupero d’iniziativa privata del comparto dell’ex Manifattura tabacchi. Dopo la presentazione della delibera Achille Caropreso (Indipendente) apre il dibattito dichiarandosi a favore del progetto “che cerca di fondere un momento importante della storia cittadina con lo sviluppo stesso della città”. “Accade la medesima cosa anche nel complesso delle officine Minganti nella zona della stazione di Bologna – ha aggiunto - dove non si è proceduto ad una conservazione storica, ma si è guardato avanti realizzando un complesso moderno ed innovativo”. Michele Barcaiuolo (An) critica innanzitutto il modo in cui “ vengono condotte le discussioni sulle questioni più rilevanti in Consiglio comunale, ascrivendo piani importanti, su cui si prevedono forti criticità, come ultimo oggetto da discutere nella seduta e fornendo solo all’ultimo minuto un cd con materiale relativo al progetto”. Critico anche verso il progetto che per Barcaiuolo “va contro il PRG comunale, contraddice il Codice dei Beni culturali e lascia al privato campo libero su tutto”. Alle prime osservazioni replica il Presidente del Consiglio, Ennio Cottafavi, fornendo alcune delucidazioni sulla calendarizzazione degli oggetti in discussione e precisando che “essendo stata messa in discussione verso le 17.30, ci sarà tutto il tempo per discutere ampiamente della delibera per il Piano di recupero dell’ex Manifattura”. Ritornando nel merito, Olga Vecchi (FI) sottolinea alcune preoccupazioni, pur riconoscendo “la necessità di recuperare la zona dal punto di vista storico che urbanistico”. “Prima di tutto – afferma - il fatto che Portoghesi ha già firmato il recupero di Piazza XX settembre, ci saranno organi di controllo, commissioni per evitare errori del tipo di quelli compiuti? Sono stati coinvolti architetti locali, associazioni di categoria e i cittadini in genere nel progetto? Inoltre, quali conseguenze avrà sui tempi di esecuzione del progetto il fatto che due edifici siano sottoposti a vincolo dalla Soprintendenza?”
Per Fausto Cigni (Ds), invece, “il progetto tiene insieme innovazione e memoria storica e, come quello presentato per l’ex Amcm, è particolarmente importante per la città”, il consigliere ricorda anche il percorso di interrogazioni presentate in Consiglio comunale dopo la chiusura della Manifattura Tabacchi sottolineando che l’industria è stata ceduta dallo Stato nell’ambito delle cartolarizzazioni volute dal precedente Governo. Secondo Adolfo Morandi (FI) “il piano aveva bisogno di tempi più lunghi”; una delle maggiori criticità per il consigliere “è la costruzione di un nuovo fabbricato a quattro piani destinato ad ospitare garages che avrà un impatto di rilievo su tutto il comparto e sorgerà accanto ad un edificio residenziale”. Infine parla di “un’operazione di speculazione edilizia”, critica la mancanza di “idee chiare per la destinazione dei 1000 mq spettanti all’amministrazione e il volume di traffico che graviterà ulteriormente su viale Monte Kosica”. Di tutt’altro parere è Gino Montecchi (Ds) che per oltre 30 anni è stato dirigente all’interno della Manifattura e dichiara “questo è un grande progetto innovativo, di grande respiro per la nostra città, vederlo oggi in parte realizzato è assai importante, ma è vero che a Modena ogni qualvolta vengono presentate opere innovative importanti qualcuno si oppone”. Montecchi, ricorda anche “la nuova organizzazione del lavoro introdotta nella storica industria pubblica modenese e il lavoro degli oltre 500 dipendenti, soprattutto donne”. Propone, infine, di valutare la possibilità di dare spazio ad una palestra nella superficie destinata ad usi pubblici. Mentre per quanto riguarda l’apertura di via Sgarzeria sottolinea l’importanza straordinaria dell’opera che aprirà la città dalla Porta nord fino al cuore del centro”. Mauro Manfredini (Lega Nord) sottolinea come la presentazione del progetto già avvenuta al Baluardo abbia “incontrato solo consensi, l’unica voce non in sintonia è stata quella del presidente degli architetti che probabilmente avrebbe auspicato un maggiore coinvolgimento dell’Ordine”. E conclude: “sono soddisfatto del progetto pertanto mi asterrò dal voto e suggerisco di pensare ad introdurre un presidio di polizia municipale o altro nello spazio destinato a servizi pubblici”. Enrico Artioli (Ds) evidenzia “gli aspetti di pregio del progetto polifunzionale: l’inserimento di alloggi, di servizi, di funzioni commerciali e del terziario”. “Questo è un piccolo pezzo di città – ne deduce - ed è questa la precondizione per garantire la sicurezza dei cittadini in una zona particolarmente delicata”. Aggiunge alcune raccomandazioni: valutare attentamente accessi facilitati e non solo, e la possibilità di un percorso ciclabile anche da via Vittorio Emanuele”.
Alvaro Colombo (Rifondazione Comunista) nel suo intervento ha ribadito: “Con questa delibera stiamo discutendo di uno dei progetti più importanti per questa città, in un’area strategica. Si tratta di un intervento di recupero su cui l’amministrazione già dalla precedente legislatura aveva definito alcuni indirizzi, insistendo sulla polifunzionalità. L’intervento prevede la realizzazione di 140 appartamenti sicuramente non alla portata di tutti i cittadini, vengono a mancare appartamenti da dare in locazione a canone concordato ed è questo un elemento di criticità, ma non possiamo dimenticare che si tratta di un intervento privato e che occorre fare i conti con le risorse”. Colombo conclude evidenziando alcuni aspetti positivi del piano e auspicando un passaggio informativo nelle rispettive commissioni comunali una volta pronto il progetto particolareggiato. Proposta non condivisa da Baldo Flori (Modena a Colori) per il quale “le scelte fondamentali del progetto sono già state tutte fatte e non si può recuperare con incontri tardivi”. Il consigliere lamenta soprattutto il forte impatto determinato “dal nuovo edificio in una realtà con una propria omogeneità rimasta inalterata”; inoltre si chiede “a quale tipo di domanda darà una risposta il centro commerciale e se non entrerà in contrasto con le istanze dei commercianti della zona.” L’intervento di William Garagnani (Ds) - che ricorda tra l’altro il valore sociale della vecchia fabbrica e l’ampia diffusione di malattie professionali tra le lavoratrici - tocca un altro tema: quello del sottopassaggio previsto sotto viale Monte Kosica. Il consigliere mette in guardia “dal rischio che venga usato impropriamente”, accenna alla possibilità di “scale mobili, videosorveglianza” e chiede “a chi lo realizzerà uno sforzo di fantasia, che lo potrebbe far diventare qualcosa di tecnologicamente avanzato”. L’assessore al Bilancio, Francesco Raphael Frieri, interviene per fugare i dubbi sull’ipotesi di speculazione edilizia e invita “a considerare che dentro al cd c’è quanto era già stato messo a disposizione dei consiglieri in formato cartaceo”. “Per quanto riguarda il progetto, l’assessore ricorda che si tratta di un intervento del volume di 80 milioni di euro, nell’ambito del quale l’essersi aggiudicati per una cifra modesta 1000 metri quadrati deve costituire un elemento di vanto per l’amministrazione comunale; sottolinea infine l’importanza dell’attività regolativa svolta dal Comune”. Per Sergio Rusticali (Sdi): “l’intervento rappresenta uno dei grandi interventi destinati a cambiare il volto della città, mentre il contrasto tra la parte antica e quella moderna introdotto nel progetto, si verrà probabilmente a verificare anche in altre zone della città, quindi noi possiamo solo parlare in termini di impatto, ma sono gli esperti a doversi esprimere”. Rusticali condivide la possibilità di sottoporre in Commissione i passaggi intermedi del progetto e pone l’accento sulla necessità che esista qualcosa in grado di testimoniare la memoria storica degli uomini e delle donne che lavorarono nella manifattura”. Rosa Maria Fino (Società Civile) valorizza il ruolo avuto dalla Manifattura nella storia della città e dell’emancipazione femminile delle donne di Modena e analizza quelli che ritiene i caratteri positivi del progetto di recupero: “il collegamento diretto da nord con il centro, il sottopassaggio, la suggestiva piazza che si apre sul viale, l’angolo della memoria e la coesistenza di residenze, attività commerciali e funzione pubblica, che potrebbe essere un presidio sanitario come richiesto dalla Circoscrizione”. Infine, suggerisce “l’allestimento di una mostra fotografica permanente che testimoni l’attività della Manifattura lungo il perimetro della piazza”. Esprime invece qualche riserva Eugenia Rossi (Ds) che sottolinea: “il comparto estesissimo è stato sciaguratamente messo in vendita, la giunta precedente o è stata completamente scavalcata o non ha proposto valide alternative. Nel piano proposto oggi individuo elementi di positività legati alla restituzione della città dell’ampia area e l’apertura dell’antica strada consolare, ma anche elementi di criticità: vorrei una visione più chiara dello spazio pubblico, le residenze sono tutte appartamenti di metratura ridotta e per di più soppalcati, la presenza dell’area commerciale è inflattiva, rischia di risultarne soffocato il mercato di via Albinelli; infine i quattro piani del nuovo edificio scavalcano l’altezza del preesistente edificio, per di più lo stile del nuovo edificio è ormai superato. Propongo che almeno per gli spazi pubblici si faccia un concorso che garantisca un percorso trasparente”. Anche Mauro Tesauro (Verdi) esprime “perplessità per la parcellizzazione degli alloggi e soprattutto per l’inserimento del nuovo edificio, prepotentemente invasivo rispetto al contesto e chiede che il progetto architettonico possa ritornare alla disamina del Consiglio una volta definito; mentre per quanto riguarda la destinazione dello spazio pubblico, auspica un confronto approfondito.” Per Michele Andreana (Ds), tra l’altro d’accordo con la proposta che il progetto torni in Commissione in via di definizione, “è giusto che il Consiglio si confronti su idee diverse che sottendono a concezioni diverse di sviluppo della città, ma occorre tener conto che l’intervento deve essere compatibile con le esigenze di un privato. La critica di speculazione edilizia, avanzata da alcuni, ci riporta al dato politico: tutti gli interventi di riqualificazione urbanistica in città devono essere a carico pubblico o è possibile fissare un diverso rapporto tra pubblico e privato? Credo si debba andare in questa direzione, perché altrimenti non avremmo potuto fare investimenti di tale portata.”
Per il sindaco Giorgio Pighi “questo progetto insieme ad altri sta a dimostrare che l’amministrazione è finalmente riuscita a rimuovere gli ostacoli che impedivano il recupero di importanti contenitori storici della città, con la precisazione che questo è un piano particolareggiato d’intervento privato e che nessuno poteva pretendere di destinare ad uso pubblico un’area che ha ricevuto destinazione diversa per scelta dello Stato. Il Sindaco sottolinea quindi la legittimità dell’intervento, la sua rilevanza per la città e in particolare per l’area in questione, gli elementi più caratterizzanti e positivi come la scelta di collegare la città antica alla fascia ferroviaria.
Concludendo l’assessore Daniele Sitta ricorda il ruolo avuto dall’amministrazione nell’indirizzare la destinazione dell’area e le modalità di intervento. “Abbiamo condiviso gli indirizzi del Consiglio e ne abbiamo fatto il nostro punto di riferimento nella contrattazione con il privato. In nessun modo abbiamo contravvenuto il Prg per agevolare il privato, a questo privato abbiamo semmai chiesto qualcosa in più: come l’inserimento dei parcheggi, la realizzazione del sottopassaggio e il collegamento con via Sgarzeria, senza voler sottolineare che l’area riservata a funzioni pubbliche è la parte più pregiata in cui si potessero ottenere quei mille metri quadrati”. Infine, l’assessore ha annunciato che: “il piano di recupero d’iniziativa privata ha già avuto l’approvazione della Commissione della qualità architettonica, della Circoscrizione 1 e della Soprintendenza. Gli interventi progettuali successivi saranno sottoposti all’approvazione della Commissione della qualità architettonica del Comune e della Sovrintendenza, colgo la richiesta di presentare i progetti esecutivi anche alla Commissione SETA e mi impegno a farlo”.
In sede di dichiarazione di voto è intervenuto Andrea Galli (An) che ha annunciato il voto contrario del suo gruppo. Stesso indirizzo di voto è stato espresso da Adolfo Morandi (FI). Isabella Massamba N’Sala (Democratici di Sinistra) ha annunciato voto favorevole auspicando “però che la cittadinanza possa esprimersi anche su piani di edilizia privata di particolare importanza per la città”. Mauro Tesauro (Verdi) ha annunciato l’astensione del suo gruppo pur dicendo di riconoscersi in molte delle osservazioni fatte dalla Massamba. Paolo Ballestrazzi (Modena a Colori) ha invece ribadito il voto contrario e il completo dissenso con le dichiarazioni della Massamba nel momento in cui si auspica un certo tipo di rapporto pubblico-privato.”


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