19/05/2008

"SOCIETÀ PARTECIPATE, MAI STATE AREE DI PARCHEGGIO"

La risposta del sindaco Pighi all'interpellanza di Flori (Modena a colori)


“Le società nelle quali il Comune di Modena detiene partecipazioni non sono mai state utilizzate come aree di parcheggio per chicchessia. Quello che noi facciamo è valutare l’interesse dei cittadini e il modo di offrire loro un servizio di qualità a un costo minore”. Lo ha detto il Sindaco di Modena Giorgio Pighi rispondendo in Consiglio comunale all’interrogazione di Baldo Flori (Modena a colori), poi trasformata in interpellanza.
Flori ha presentato la sua istanza affermando: “ci sono evidentemente dei costi inutili della politica. Chiediamo al Sindaco se intende ottemperare all’obbligo di semplificazione imposto dalla legge nazionale per quanto riguarda le Società costruite e partecipate dal Comune per attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessari al perseguimento delle proprie finalità istituzionali. Bisogna chiedersi cosa è da salvaguardare e cosa, invece, da disboscare. Abbiamo cercato di individuare alcuni elementi, leggendo anche il rapporto sugli obiettivi delle società partecipate trasmesso dall’assessore Guerzoni. Emerge una realtà molto differenziata, con linee di indirizzo anche confuse, una crescita cumulativa nel tempo sulla base di scelte fatte caso per caso. Sono realtà nei cui organi decisionali siedono esclusivamente rappresentanti delle forze di maggioranza, e persone indicate per la loro appartenenza più che per la competenza”.
Il Sindaco ha precisato che “stando al merito dell’articolo 3 della Finanziaria 2008, il fine della norma sulle partecipazioni societarie degli enti pubblici non è tanto ridurre i costi della politica, ma tutelare la concorrenza e il mercato. È sempre ammessa però la creazione o la partecipazione in società che operano per motivi di carattere generale. Il Comune di Modena non ha società che vanno molto oltre le nostre finalità istituzionali. In sostanza, c’è un disegno di legge regionale che si muove nell’ottica di distinguere, per quanto riguarda le società che gestiscono servizi e interessi pubblici, fra la gestione e il potere di indirizzo e controllo. Comune e Provincia hanno poi avviato seminari e momenti formativi per comprendere in che modo applicare la legge. È necessario, ad esempio, individuare quali sono i servizi di interesse generale, detti anche servizi pubblici, facendo riferimento al Testo unico degli enti locali. Quest’ultimo assegna al Comune funzioni molto ampie, in particolare per i servizi alla persona”.
Dante Mazzi ha osservato: “credo che l’impianto dell’articolo della Finanziaria nei suoi vari commi non punti solamente a rafforzare e tutelare la concorrenza, ma anche a ridurre i costi della politica, con una serie di avvertimenti perché le spese pubbliche possano essere più contenute. Ricade in questo anche tutto il discorso sulle consulenze, che riguarda enti locali ma anche società partecipate a maggioranza pubblica. Si parla di riduzione dei Cda, degli emolumenti, e di tetti per le retribuzioni”.
Flori ha ribadito: “sono rimasto deluso dalla risposta del Sindaco, il quale non ha potuto sfuggire all’interrogativo sull’obbligo previsto dalla legge. Ha però fatto intendere che non ci sarà una cernita, ma una conservazione dell’esistente. Ho trovato la risposta molto burocratica e giuridica mentre questa materia è politica. Ci sono stati numerosi tentativi delle Amministrazioni pubbliche di gestire fette di mercati non rilevanti per le finalità dell’ente. Sono costi molto pesanti, ben diversi dai gettoni di presenza di noi consiglieri. Bisogna rendersi conto che molte strutture non rispondono alle logiche di efficienza che vorremmo. La delusione è perché la risposta non è quella che volevo, un impegno a rivedere l’attuale meccanismo e riconsiderare il mare ampio delle società partecipate”.
Il Sindaco ha replicato: “con un’interrogazione così formulata, io ho spiegato la ricaduta della norma sulle società partecipate. A un primo esame, la ricaduta sembra minima. Per quanto riguarda le società, non sono molto legato alla proliferazione degli enti. Quello che noi facciamo è valutare l’interesse dei cittadini e il modo di offrire loro un servizio di qualità a un costo minore. Non le abbiamo mai utilizzate come aree di parcheggio per chicchessia”.

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