17/09/2008

VISITE GUIDATE SUI PONTEGGI DELLA GHIRLANDINA

Iniziativa del Festival filosofia per ammirare le sculture fantastiche della torre
Si sale a piedi al quarto piano del ponteggio, a 8 metri di altezza, attraverso una scala di metallo con corrimano, per osservare da vicino le sculture esterne della cornice più antica della torre Ghirlandina, simbolo di Modena, monumento inserito dall’Unesco nell’elenco del patrimonio mondiale dell’umanità, attualmente in restauro e ricoperto da un telo di 64 metri di altezza realizzato dall’artista Mimmo Paladino.
L’iniziativa, organizzata dal Settore Lavori pubblici del Comune in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della terra dell’Università, si svolgerà nell’ambito dell’ottavo Festival filosofia dedicato alla fantasia. Venerdì 19, sabato 20 e domenica 21 settembre sono in programma dieci visite al giorno, ognuna per gruppi di dieci persone, alle 9, alle 9.20, alle 9.40, alle 13, alle 13.20, alle 13.40, alle 14, alle 14.20, alle 14.40 e alle 18.30. I partecipanti dovranno avere normale capacità motoria e calzare scarpe con suola antiscivolo (per esempio, scarpe da ginnastica). Sul posto verrà fornito il casco protettivo. I minorenni potranno partecipare solo se accompagnati da un adulto e dopo la firma di un modulo di assunzione di responsabilità (prenotazioni al numero 059 2033125).
Alta quasi 90 metri, la Ghirlandina è una della più antiche e alte torri medievali italiane. Costruita probabilmente in contemporanea con il Duomo a partire dal 1099, fu completata nel 1319 da Enrico da Campione e sin dalle origini ha avuto funzioni civiche: dall'alto dei suoi quasi 90 metri i custodi segnalavano l'apertura delle porte cittadine e le situazioni di pericolo e sorvegliavano i forzieri con gli atti pubblici del Comune. La Sala della Secchia, decorata con affreschi del Quattrocento, conserva una copia della celebre Secchia rapita che ispirò il poema eroicomico di Alessandro Tassoni.
La torre è costituita da sei piani a base quadrata, da una sezione a base ottagonale e da un’alta guglia. Esternamente è rivestita da oltre 18 mila blocchi di diverso spessore eretti unitamente alla muratura interna. Fino al quinto piano sono state utilizzate prevalentemente pietre romane di reimpiego appartenenti all’antica città romana di Mutina. Dal sesto piano fino alla sommità, la torre è stata rivestita da lastre appositamente acquistate nel veronese.
L’apparato decorativo è presente nelle cinque cornici marcapiano. Quelle dei primi tre livelli sono arricchite da sculture angolari, le cui caratteristiche sono diverse da piano a piano rispecchiando il lungo tempo occorso per la costruzione.
Nella prima cornice, la più antica, oltre agli archetti pensili intrecciati, si trovano mensole decorate da sculture, simili a quelle presenti sul Duomo, che vengono riferite all’attività del Maestro delle Metope, il quale diresse probabilmente il cantiere in una fase immediatamente successiva a Wiligelmo (cioè intorno al 1120-40). Anche i rilievi angolari della prima cornice presentano, soprattutto nei soggetti, affinità con le Metope del Duomo, ora conservate al Museo Lapidario (sui contrafforti del tetto si trovano oggi delle copie, realizzate intorno al 1950 dallo scultore modenese Benito Boccolari). Questi pregevoli rilievi raffigurano infatti esseri fantastici e mostruosi, alcuni dei quali descritti nel medievale “Liber Monstrorum” fra quelli che abitavano le più lontane e inesplorate zone della terra. Vi si trova, infatti, un cane con la coda di pesce, un centauro e una sirena bicaudata, lo stesso soggetto di una delle metope e anche di un capitello della cripta del Duomo. Le rimanenti due sculture del lato nord ed ovest rappresentano un felino e Sansone che lotta con il leone. Le piccole sculture che decorano le mensole degli archetti pensili sono per lo più personaggi grotteschi o piccoli animali, che ancora conservano le caratteristiche sferette in piombo con cui venivano rappresentati gli occhi.
Nel tempo la torre è stata oggetto di moltissimi restauri, l’ultimo dei quali è stato eseguito all’inizio degli anni Settanta, e presenta oggi numerosi fenomeni di degrado: infiltrazioni d’acqua, attacco biologico, formazione di croste nere e distacco di materiale lapideo. Grazie al ponteggio installato per il restauro è stato possibile completare gli studi preparatori e approfondire la conoscenza del monumento. I lavori inizieranno in ottobre e saranno finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

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