05/11/2009

A MODENA 500 DISABILI ADULTI SEGUITI DAI SERVIZI SOCIALI

Rappresentano lo 0,3% della popolazione residente. Nel 2009 per questi interventi messi a disposizione circa 18 milioni e 192 mila euro

Le persone con disabilità grave nel Comune di Modena con età tra i 19 e i 60 anni rappresentano circa lo 0,3% della popolazione residente, circa 600 persone in valori assoluti (dati 2008). Tra questi si registra una presenza maschile di circa il 60% dei disabili segnalati e una età compresa tra i 19 e i 30 anni per il 40%.
Al 31 agosto 2009 le persone disabili adulte seguite dai servizi sociali del Comune sono circa 500, con un aumento costante nel corso degli ultimi anni, sia per ingresso nella fascia di età adulta da quella minorile che per trasferimento di residenza. I servizi messi in atto con il Piano di Zona per la Salute e il Benessere sociale da Comune, Ausl, Policlinico, Asp, Istituti scolastici, Inail, associazioni e imprese, per l’area disabilità a Modena sono 33 e variano dalla prevenzione, promozione della salute, informazione, orientamento e consulenza (9 servizi), alle attività di accesso, presa in carico, frequenza e assistenza nei servizi territoriali e semiresidenziali (18), alle attività di assistenza residenziale (6). La cifra complessiva messa a disposizione nell’anno 2009 per le attività destinate all’area disabilità è di circa 18 milioni e 192 mila euro.
Nei Centri diurni trovano ospitalità circa un centinaio di persone e la spesa per tale servizio si aggira attorno ai 2 milioni e 252 mila euro annuali, di cui quasi 1 milione 700 mila finanziati dall’Ausl grazie al Fondo Regionale per la Non Autosufficienza, 473 mila dal Comune e poco meno di 106 mila da rette degli utenti. Iride va a sostituire la precedente struttura Cardarelli, ampliando l’offerta in termini numerici e qualitativi della struttura precedente, ed è una dei sei Centri diurni per disabili adulti nel Comune di Modena. Di questi, uno è a gestione diretta dell’Amministrazione comunale, il centro diurno Pisano, e ospita 18 persone; due, il centro diurno Luosi e il Del Monte con rispettivamente 17 e 5 posti, sono gestiti dall’Anffas; altri due, il nuovo centro Iride e la struttura Tintori da 25 e 17 posti, dalla cooperativa Gulliver; e uno, l’Istituto Charitas da 15 posti, gestito dall’Asp. Queste strutture, che rispondono all’intera richiesta attuale, offrono servizi a persone con disabilità congenita, mentre in via Guicciardini è presente il centro Pegaso, rivolto ad utenti con disabilità acquisita. L’obiettivo che si pongono queste strutture è il mantenimento della persona disabile presso il proprio domicilio, garantendone il benessere complessivo, e allo stesso tempo il garantire sostegno alle famiglie dei disabili. In queste strutture gli utenti trovano un supporto al potenziamento e mantenimento delle proprie capacità psicofisiche e all’integrazione sociale. La collocazione di un utente nell’una o nell’altra struttura dipende dal tipo di disabilità. Si cercano, infatti, compatibilità tra gli ospiti dei centri, per evitare concentrazioni di persone con la stessa patologia che non favorisce lo stare insieme dal punto di vista sociale, sul cui piano le differenze tra disabili costituiscono una risorsa lavorando su compatibilità e integrazione.
Sul territorio sono presenti, inoltre, tre centri di residenza (per la disabilità acquisita Pegaso, per quella congenita Del Monte e Charitas, che a sua volta si articola nelle 3 categorie: per gravissimi, per gravi con autonomie e in appartamento), che ospitano 77 utenti. La spesa per questo servizio ammonta a 3 milioni 672 mila euro, di cui poco più di 3 milioni e 100 mila euro finanziati dall’Ausl grazie al Fondo Regionale per la Non Autosufficienza, 378 mila euro dal Comune, e 192 mila euro dalle rette degli utenti.
Sono, poi, presenti, 3 centri socio-occupazionali (Lanterna di Diogene, Quinterno, e Coopattiva), rivolti a disabili meno gravi, che offrono ospitalità a oltre 50 utenti e richiedono un finanziamento di 348 mila 500 euro, per 131 mila 900 euro a carico del Comune, per 206 mila euro dell’Ausl e per 10 mila 600 euro delle rette degli utenti.
Infine, nei percorsi di orientamento lavorativo sono coinvolte 54 persone disabili, 144 in quelle di assistenza domiciliare ed educativo-territoriale, più di 100 in attività di socializzazione e tempo libero e 168 nel servizio di trasporto.
 

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