10/11/2009

"ALTROVE PER LAVORARE": I MODENESI UN POPOLO DI MIGRANTI

Giovedì 12, alla Palazzina Pucci, un incontro pubblico e la proiezione del video che raccoglie le storie di tre generazioni d'immigrati residenti in città.

Dall’inizio del secolo scorso ad oggi il quartiere Sacca-Crocetta è l’area urbana cittadina che registra la più costante presenza di immigrati: dalla montagna prima, dall’Italia meridionale poi e, infine, dai paesi stranieri. E’ su questa realtà, attraverso le storie e i volti di uomini e donne migranti spinti a Modena dalla ricerca del lavoro, che vuole riflettere la Circoscrizione 2, insieme a tutta la cittadinanza, nell’incontro che si svolge giovedì 12 novembre, alle ore 21 nella sala conferenze della palazzina Pucci, strada Canaletto Sud 110. Punto di partenza dell’incontro pubblico sarà la proiezione del videodocumentario “Altrove per lavorare. Storie di migranti di ieri e di oggi a Modena” che raccoglie le interviste a dieci cittadini protagonisti di varie fasi migratorie dalla metà del secolo scorso ad oggi. Il dibattito, che seguirà la proiezione, vedrà la presenza di Renzo Guolo, docente di Sociologia dell’Islam ed editorialista del quotidiano “La Repubblica”. La serata è organizzata in collaborazione con Circolo XXII Aprile, Officina Emilia e lo Spi Cgil.
Nel documentario le storie di Theresa, giunta in Italia dal Ghana quando aveva 12 anni, occupata in fonderia “dove ormai siamo noi a chiedere agli italiani se hanno il permesso di soggiorno”, di Mohamed, che dal ’91 vive a Modena e lavoro in un’azienda metalmeccanica ma è convinto che: “sarò italiano quando avrò gli stessi diritti degli italiani, fino ad allora sarò solo uno straniero che lavora in Italia”, si intrecciano con quelle di chi alcuni decenni prima ha dovuto affrontare problemi non tanto diversi. Michele, originario di Taranto, Mino della provincia di Lecce e Antonio, napoletano giunto nella nostra città dopo alcuni anni in Germania. Ma anche di nonna Arnegilda, ’83 anni, che negli anni ’50 ha abbandonato la campagna per seguire il marito e venire a lavorare in fabbrica, come Michele e Sergio. Da tutte le loro testimonianze gli stessi problemi di discriminazione: “I colleghi mi chiamavano ‘marucchein’, non capivo il loro dialetto, ma sulla mia carta d’identità c’è scritto cittadinanza italiana” ricorda Antonio. Difficoltà che diventano più evidenti nel momento della ricerca di un alloggio dove abitare: “Al telefono mi presentavo e l’appartamento era disponibile poi mi incontravano di persona e la casa non c’era più” racconta Yawo che vive e lavora a Modena dal ’90 e dietro ad un cognome italiano sfoggia la sua pelle scura di ghanese. E d’altra parte, è lapidario Mohamed: “Sarò italiano quando avrò gli stessi diritti degli italiani, fino ad allora sarò uno straniero che lavora in Italia”.
I protagonisti di “Altrove per lavorare” diventano la fotografia della Modena di oggi e in particolare del quartiere Sacca-Crocetta che il suo carattere di quartiere industriale è stato meta di diverse ondate migratorie e dove il fenomeno migratorio è un’esperienza vasta e conosciuta, personalmente o attraverso la storia famigliare, dalla maggioranza degli attuali abitanti. Il video, girato da Sara Bozzoli, nasce da un progetto realizzato da Circoscrizione 2, Officina Emilia, Circolo XXII Aprile, Cgil Spi con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
 

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