10/03/2009

OK DEL CONSIGLIO AL PIANO ESTRATTIVO DEL COMUNE

Approvata la delibera che definisce l'intesa con la Provincia e l'odg della maggioranza, respinti l'odg di Fi-Pdl e del Ppl

E’ stata approvata in Consiglio comunale l’intesa tra Comune e Provincia di Modena con cui si attribuisce alla Variante generale al Piano Infraregionale delle Attività Estrattive (Piae) il valore e gli effetti di Piano Attività Estrattive (Pae) del Comune. La delibera ha visto il voto favorevole della maggioranza e di Ubaldo Fraulini dell’Italia dei Valori, contrario della minoranza, dei Verdi e di Rifondazione Comunista. L’Italia dei Valori si è astenuta. Insieme alla delibera sono stati discussi anche tre ordini del giorno, il primo, “Intesa con la Provincia di Modena per la redazione della variante generale al Piae con valore ed effetti di Pae comunale”, presentato da Fi-Pdl, è stato votato prima della discussione sulla delibera perché pregiudiziale alla stessa, ed è stato respinto con il voto contrario della maggioranza, l’astensione di Verdi, Rc, Italia dei Valori e Modena a Colori, e favorevole di Ppl, Fi-Pdl, An-Pdl. Il secondo di Sergio Celloni del Ppl, “In merito al piano infraregionale delle attività estrattive Pae relativo al piano provinciale” è stato respinto con il voto contrario di maggioranza, Verdi e Rc, e a favore della minoranza. Il terzo “Piano delle Attività Estrattive”, presentato dalla maggioranza con primo firmatario Giorgio Prampolini de La Sinistra per Modena, è passato con il voto favorevole della maggioranza, contrario della minoranza e di Rc e con la non partecipazione al voto di Mauro Tesauro dei Verdi.
Con la delibera si approva l’Intesa, si autorizza l’assessorato alle Politiche ambientali a sottoscriverla con la Provincia di Modena, e si stabilisce un rimborso alla Provincia per la predisposizione del Pae per un importo pari a 8 mila euro. “Con questa variante al Piano delle Attività Estrattive vogliamo introdurre delle regole affinché queste attività rispondano all’interesse della cittadinanza” ha affermato l’assessore all’Ambiente del Comune di Modena Giovanni Franco Orlando. “Con il Piae abbiamo puntato a raggiungere l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale. I quantitativi di ghiaia e sabbia estraibili rispetto al Pae ’97 sono passati da 9 milioni 763 mila metri cubi a 5 milioni 200 mila, cui vanno aggiunti i residui del Pae ’97, per un volume totale potenziale per il decennio 2009-2019 di circa 10 milioni e mezzo di metri cubi (un 1,07% in più rispetto al decennio 1997-2007). Non è stata modificata la profondità di scavo e non sono previste ulteriori aree estrattive rispetto allo scorso anno, anzi, vengono ridotte e alcune portate a chiusura (come l’area di Marzaglia 5.2), passando da 12 a 10 aree. E’ inoltre previsto un anticipo della verifica da 5 a 3 anni”.
Con il proprio ordine del giorno Fi – Pdl invitava la Giunta comunale a ritirare la delibera, che “non ha carattere di urgenza e i cui contenuti possono essere approfonditi e valutati al meglio dalla prossima Amministrazione che, legittimata dal voto popolare, potrà decidere al meglio su un provvedimento di valenza decennale”. “Questo piano – ha affermato il consigliere Dante Mazzi presentando l’odg – è stato predisposto nei 2-3 anni precedenti quando c’erano condizioni economiche differenti rispetto ad ora, con la crisi economica. I fabbisogni futuri sono differenti da quelli previsti, come dimostra anche il ‘ravvedimento operoso’ attuato in Provincia. Inoltre, perché non c’è stato, su questo tema, un percorso partecipativo e il coinvolgimento avuto, ad esempio, per le ex Fonderie?”.
Per Andrea Leoni di Fi – Pdl questa delibera avrà un impatto forte per almeno un decennio. Si tratta di un atto formalmente legittimo, ma che andrà a impegnare le prossime Giunte. Dal punto di vista dell’opportunità politica è importante che questa decisione non venga presa dal nostro Consiglio comunale ma dal prossimo. E’ una scelta di assoluto buon senso rimandare la deliberazione di soli 97 giorni”.
Secondo Michele Andreana “questa proposta di odg è singolare, perché ampiamente singolare, perché questo Consiglio comunale ha piena titolarità di deliberare un atto di sua competenza. Se si seguisse questa linea per questi mesi il Consiglio dovrebbe solo intervenire su cose di ordinaria amministrazione”.
Dopo la votazione il consigliere Dante Mazzi ha chiesto la parola: “Ritengo che alla votazione non doveva partecipare il consigliere Caldana, che ricopre anche il ruolo di assessore provinciale all’Ambiente. Della delibera fa parte integrante l’intesa con la Provincia, di cui il consigliere è parte integrante, credo ci sia conflitto di interesse che voti per se stesso”.
Il presidente del Consiglio Ennio Cottafavi è intervenuto nel merito della regolarità della votazione sostenendo: “Innanzitutto il voto del consigliere Caldana è ininfluente. Non c’è comunque ragione di incompatibilità tra assessore provinciale e consigliere comunale, quindi è qui con ragione di esserlo e a giusto titolo può votare”.
“Io avevo visto delle cadute di stile, ma qui siamo al massimo, all’apoteosi” ha commentato Caldana. “Quanto detto è anche un po’ comico, perché, se così fosse, allora anche Mazzi, che ricopre anche il ruolo di consigliere provinciale oltre che comunale, dovrebbe astenersi dal votare. Poiché la norma non pone problemi di compatibilità e io sono autorizzato a stare qua, credo che un minimo di rispetto reciproco sia necessario”.
Con il suo odg, Sergio Celloni del Ppl chiedeva un intervento del Consiglio comunale “al fine di fermare questo scempio sul territorio, e che approvi una mozione al fine di bloccare queste escavazioni e che vengano accettate le riserve dei cittadini o relative varianti e modifiche al Piano”. “Ho presentato questa mozione al fine di bloccare la continua escavazione. Devono essere riavviate le opere di ripristino e realizzate le promesse opere di rinaturalizzazione e devono essere attivati realmente tutti i controlli per garantire la tutela delle falde acquifere della zona. Le attività estrattive sono ad alto rischio, producono modificazioni ambientali permanenti e distruttive del punto di vista ambientale e idrogeologico”.
Giorgio Prampolini de La Sinistra per Modena ha presentato l’odg della maggioranza, che impegna la Giunta a non aumentare né dilazionare nel tempo il volume totale estraibile previsto dal Pae, ad accentuare i controlli sulle attività estrattive presentando una relazione annuale al Consiglio comunale, a far sì che i ripristini abbiano caratteristiche certe e tempi di completamento definiti, che con gli introiti derivanti dalle attività estrattive e le risorse del Piano degli Investimenti del Comune si prevedano interventi di compensazione nelle aree estrattive dove si verificano impatti ambientali significativi. Si invita anche a perseguire l’obiettivo di utilizzare materiali alternativi nella costruzione di opere pubbliche in quantità sempre crescente, tendente al raggiungimento di una percentuale futura del 50%. A questo proposito si definisce la costituzione di un “comitato tecnico-scientifico con lo scopo di dare indicazioni sul reperimento ed utilizzo in modo sempre più importante e decisivo di materiali alternativi in sostituzione di ghiaie e sabbie, quali, i materiali fini stabilizzati, i materiali provenienti da demolizioni o materiali di altra natura riciclabili oltre che i materiali provenienti dall’ Italcic una volta completata la sperimentazione e la fase dei testaggi previsti per legge, soprattutto nei comparti delle opere civili con particolare riferimento all’edilizia abitativa”. “E’ incomprensibile l’atteggiamento dei consiglieri della minoranza quando parlano di rinviare una discussione per la crisi che interrompe l’acquisto di case” ha affermato Prampolini. “Abbiamo discusso molte volte piani quinquennali e decennali, è una proposta che non sta in piedi”.
Per Isabella Massamba dell’Italia dei Valori “nella nostra città, regione e provincia la ghiaia è un filtro naturale per l’acqua. Noi riteniamo che il territorio sia un bene da proteggere, chiediamo quindi a Comune e Provincia una diminuzione drastica dei quantitativi di ghiaia che si prevedono di utilizzare nei prossimi anni, la promozione dell’utilizzo di materiali di recupero e un’uniformazione degli schemi normativi e di pianificazione tra i vari comuni”.
Baldo Flori di Modena a Colori è intervenuto anche a nome del capogruppo dell’Udc. “Si porta avanti una linea difensiva che punta alla riduzione del danno. Non credo che la decisone della Provincia sia un ravvedimento operoso che porta alla riduzione dell’attività, ma alla sospensione che è un intervento ben minore, perché la mano rimane sul rubinetto. Sembra piuttosto una forma di autotutela”.
Angela Bellei di Rifondazione Comunista ha dichiarato che “il nostro voto su questa delibera non si baserà sulle previsioni del nostro Comune, ma sulle scelte strategiche di vasta area, definite dalla programmazione provinciale. E’ su questa adozione che esporremo il nostro giudizio. La sfida che ci aspetta nei prossimi anni è quella di pensare a un sistema di economia sostenibile, che applicato all’urbanistica significa puntare sul recupero dell’esistente, non sul nuovo. Questo piano per noi è inaccettabile”.
Alberto Caldana del Pd ha affermato: “Abbiamo sviluppato una serie di importanti criteri, quello dell’autosufficienza provinciale che rivendico ambientalmente. Non vengono creati nuovi poli, si lavora su quelli esistenti, e dobbiamo spingere tantissimo sull’uso di materiali alternativi, coscienti però del fatto che con quello non si compone il 100% del fabbisogno. La legge regionale prevede un momento di verifica dopo 5 anni, noi l’anticipiamo al terzo anno”.
“Quello che mi dispiace maggiormente è che i cittadini vengono defraudati delle loro realtà territoriali, gli si toglie la terra sotto i piedi” ha commentato Sergio Celloni dei Popolari Liberali. “Non c’è stato un dialogo, i cittadini si sono trovati di fronte a un piano già prestabilito. Dal Piae precedente rimangono ancora 5 milioni di metri cubi da estrarre, quello attuale è stato sovra potenziato: l’estrazione di 20 milioni di metricubi per le infrastrutture e altrettanti per le opere edili non deve subire un semplice ritocco del 25% ma va fermata e riaggiornata alla prossima consigliatura”.
Per Dante Mazzi di Fi – Pdl “molto spesso si autocelebra il primato sull’ambiente, sulla salvaguardia del territorio, ma quando si va nell’analisi dei singoli provvedimenti non è così. Nel Pae il primo dato sensibile è quello del fabbisogno, con una crescita edilizia non di poco conto. Abbiamo un residuo del 54% di ghiaia, ne abbiamo di sassi a volontà, perché dobbiamo andare ancora a scavare? Per questo ho chiesto il rinvio”.
Mauro Tesauro dei Verdi ha dichiarato: “Abbiamo sempre ritenuto questo tema molto delicato dal punto di vista degli impatti ambientali. Bisogna monitorare e controllare con attenzione, governare l’uso di una risorsa finita che va rigorosamente centellinata. I Verdi hanno giudicato questo Piae come un piano da rivedersi date le giacenze ancora presenti. Per questo abbiamo proposto di eliminare quel 25% mentre ci è stato risposto che è stato congelato. Non mi sfuggono i tentativi fatti per snellire il Piano, ma daremo un voto negativo”.
Per Mauro Manfredini della Lega Nord “stanno scavando più materiali di quanto serve, è un mezzo per i Comuni per fare cassa. Demolizioni o altro potrebbero fornire altri materiali, si risparmierebbe sulla ghiaia e si eviterebbe di intaccare le falde acquifere che portano acqua alla città. Nel Piae precedente erano stati promessi 300 mila metri cubi di escavazione a condizione che i frantoi fossero poi stati definitivamente chiusi, ma sono mancati i controlli di Comune e Provincia, e oggi vengono concessi altri 500 mila metri cubi”.
Per Ubaldo Fraulini “il Pae è un piano diverso dal Piae, troppo impattante soprattutto nelle altre zone. Anche se ne entrerà a far parte ha una sua peculiarità. L’impatto sul Pae, infatti, è più limitato sia in termini di qualità che di zonizzazione. In particolare due cave contribuiscono a prevenire inondazioni, aumentando l’area di cassa d’espansione. Con l’odg, poi, si chiede la riduzione del 25% e l’utilizzo di materiali alternativi alla ghiaia”.
L’assessore Orlando ha spiegato che “gli incentivi rispetto ai trasferimenti erano stati posti a favore delle aziende per far sì che fossero trasferiti i frantoi. Nel momento in cui non è stato trasferito gli incentivi non gli sono arrivati. Non c’è alcuna linea difensiva. Rispetto ai quantitativi si vede che molte delle cose che vengono dette dimostrano una assoluta corrispondenza”.
Sono intervenuti per le repliche i consiglieri Prampolini e Celloni e per le dichiarazioni di voto Flori ed Eugenia Rossi di Idv, che ha annunciato l’astensione del partito.
 

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