28/11/2011

ISTRUZIONE, RETTE NON PAGATE PER 335 MILA EURO ANNUI

L'assessore Querzé ha risposto in Consiglio all'interrogazione di Trande (Pd) sulla morosità relativa ai servizi di nido, scuola dell'infanzia, mensa, trasporto e centri estivi

Tra il 2004 e il 2009 il settore Istruzione avrebbe dovuto riscuotere, in rette dei servizi di nido, scuola dell’infanzia, ristorazione scolastica, trasporto scolastico, pre-scuola e centri estivi un ammontare di 38 milioni 170 mila euro. Ne ha invece percepiti 36 milioni 39 mila euro, con una quota morosa pari a 2 milioni 131 mila euro. La media annua delle entrate da tariffe sarebbe dovuta essere di 7 milioni 634 mila, a fronte dei 7 milioni 208 mila euro effettivamente incassati, con una media di rette annue non pagate di circa 426 mila euro. Della quota non pagata, attraverso l’attività di recupero crediti, è stato recuperato il 21,3%. Gli insoluti finali si attestano quindi intorno ai 335 mila euro annui, valore che rappresenta il 4% del totale delle entrate da tariffe dovute per i servizi.
A presentare questi dati è stato l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzé che ha risposto oggi in Consiglio comunale all’interrogazione, trasformata in interpellanza, dei consiglieri del Pd Paolo Trande e Giuliana Urbelli sulle rette non pagate dei servizi legati all’istruzione.
I consiglieri hanno chiesto a quanto ammontano le somme di contribuzione non pagate negli ultimi 5 anni nel settore Istruzione, se l'Amministrazione ha fatto studi statistici sul profilo socio-economico dei non paganti, se esiste o è in via di istituzione uno specifico ufficio comunale dedicato al recupero crediti, e se è possibile ipotizzare il coinvolgimento del Consiglio tributario, che sarà istituito entro la fine dell’anno.
L’assessore ha spiegato che al risultato finale del recupero crediti, si arriva attraverso la richiesta di pagamento tramite bollettini inviati alle famiglie, il sollecito formale con addebito delle spese per chi non adempie e l'iscrizione a ruolo del credito che si invia a Equitalia, il soggetto titolato alla riscossione. “Non esiste una famiglia tipo che non paga le rette – ha affermato – l’evasione non è sempre legata a difficoltà economiche anche perché il sistema degli esoneri e dei semiesoneri tende a proteggere i nuclei familiari in condizioni economiche disagiate”. La morosità nel pagamento è quindi legata all'evasione fiscale generale, l’oggettivo impoverimento delle fasce economiche intermedie e il malcostume di una parte di utenti, che non paga quanto dovuto pur potendolo fare. “Il settore Istruzione, nonostante la riduzione dell'organico, ha triplicato le misure di controllo rispetto a quanto previsto per legge e ha introdotto elementi dissuasivi rispetto alla potenziale morosità degli utenti”, ha proseguito Querzé.
Le azioni di controllo, atte ad accertare la corrispondenza tra quanto dichiarato e quanto risulta all’Anagrafe tributaria o in dichiarazioni dei redditi, interessano il 10-12% degli utenti che presentano la dichiarazione Isee. “Nel 60% dei casi sono stati accertati valori superiori a quanto dichiarato. Si è quindi proceduto al recupero della differenza di tariffa con effetto dall'inizio dell'anno scolastico e all'applicazione di penalità di tipo amministrativo. Se necessario è inoltre stata fatta segnalazione all’Autorità giudiziaria”, ha aggiunto l’assessore, che ha poi annunciato la sperimentazione di solleciti più incisivi, in casi di morosità prolungata e non giustificata, abbinati alla possibilità di non riammettere il bambino ai servizi di nido e infanzia. Tale procedura “pur riferita finora ad un campione limitato (circa 50 posizioni), sta determinando introiti decisamente superiori a quelli delle iscrizioni a ruolo”. Querzé ha inoltre ricordato che il decreto sviluppo della scorsa estate “ha determinato, a partire dal 1 gennaio 2012, la cessazione dell’attività di Equitalia, attualmente incaricata della riscossione coattiva dei crediti degli Enti Locali, con evidenti ripercussioni negative sulla possibilità di riscuote i crediti”. I Consigli tributari, idonei a individuare valori reddituali e patrimoniali da inserire nelle dichiarazioni Isee per l'attribuzione della tariffa del servizio, “non lo sono invece per l'azione di recupero di somme non pagate”, ha concluso Querzé.
Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, è intervenuto invitando l’Amministrazione ad aumentare i controlli sulle dichiarazioni Isee, superando la logica del campione, avvalendosi anche del contributo della Polizia municipale. “Nella dichiarazione Isee va denunciato tutto, diversamente si incorre in un reato”, ha affermato.
Per Paolo Trande, il Consiglio tributario può essere “una cabina di regia degli assessorati, un ulteriore strumento per compiere un’azione di recupero. Bisogna fare tutto il possibile per recuperare il moroso, ma bisogna trovare anche strumenti selettivi che consentano di identificare chi è andato in quella direzione a causa della crisi”.
 

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