07/02/2011

NEL 2010 SI SONO RIVOLTI AL DIFENSORE CIVICO 181 MODENESI

Relazione di Giuseppe Ferorelli al Consiglio comunale sull'attività svolta lo scorso anno

E’ stabile il numero di cittadini che, per telefono, di persona, per iscritto o per e-mail, lo scorso anno si è rivolto al difensore civico. A contattare l’ufficio, in particolar modo nei mesi di aprile, maggio, settembre e ottobre, sono stati 181 cittadini e di questi il 63% erano donne. In particolare, le pratiche relative a Hera sono raddoppiate (18,8% rispetto al 9,7% del 2009), “spia del disagio in cui si trovano molti utenti a causa della crisi economica in atto”, mentre si sono dimezzate quelle relative alla Polizia municipale (10,5% rispetto al 20,5% del 2009). Costante il numero di fascicoli nell’ambito delle Politiche sociali, abitative e per l’integrazione (14,4% rispetto al 14% del 2009), mentre aumentano quelli relative ai Lavori pubblici, al servizio tecnico manutentivo e al patrimonio (9,9% rispetto al 5,9% del 2009). A portare questi dati in Consiglio comunale a Modena, nella seduta di oggi, lunedì 7 febbraio, è stato il difensore civico Giuseppe Ferorelli, che ha illustrato con una relazione l'attività svolta nel corso del 2010.
“Da aprile, i difensori civici comunali sono stati soppressi. Per il futuro rimangono solo quelli provinciali e viene data opportunità ai Comuni di stipulare con la Provincia una convenzione per avvalersi di questa figura. A Modena ciò succede da anni con la stipula di accordi triennali”, ha affermato. Ferorelli ha annunciato l’intesa tra la Conferenza nazionale dei difensori civici delle Regioni italiane e Province autonome e il Centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli, che ha segnato la nascita dell’Istituto italiano dell’Ombudsman, con sede a Padova, istituzione universitaria destinata a promuovere studi e iniziative sulla difesa civica e i diritti umani. “La Conferenza nazionale – ha aggiunto – ha inoltre chiesto di mantenere in vita i difensori civici comunali, ma ancora non c’è stata risposta”. Ferorelli ha inoltre sottolineato come il Comune di Modena sia il più virtuoso tra i capoluoghi di Provincia con 357 euro di debito per ogni abitante a fronte di un debito pubblico statale che pone l’Italia al terzo posto nel mondo.
Il difensore civico ha poi illustrato due casi di “eccessivo rigore della legge”. Il primo ha riguardato un cittadino residente in Centro storico e munito di autorizzazione Ztl che parcheggiando la propria vettura in posizione regolare si è visto rimuovere l’auto e recapitare una sanzione perché l’area in un secondo tempo era stata posta temporaneamente in divieto di sosta. “Non esiste una norma che obblighi l’utente a controllare ogni 24 o 48 ore se sono stati apposti segnali di divieto”, ha spiegato. “Sotto questo aspetto il Codice è carente e il Comune potrebbe ovviare alla lacuna riprendendo la prassi, in passato seguita, di appuntarsi la targa dei veicoli già parcheggiati e di procedere all’annullamento d’ufficio degli eventuali verbali”, ha aggiunto. Il secondo caso segnalato ha visto sanzionata con una multa di 430 euro una studentessa non modenese residente in città, per aver affisso un cartello al fine di trovare una coinquilina e dividere le spese. “Forse prevedere una prima sanzione in misura più leggera, salvo determinare sanzioni più incisive in caso di recidiva, corrisponderebbe maggiormente alla realtà sociale e sarebbe sentita come più equa”, ha commentato il difensore civico.
Ferorelli ha poi illustrato tre iniziative “d’ufficio” da lui intraprese senza una relazione con specifiche richieste di cittadini: la prima relativa alla prassi di Hera di far pagare l’Iva sulla Tia, la seconda sull’opportunità di rifare i cartelli apposti su monumenti e luoghi storici, la terza sulla possibilità di modificare la procedura seguita da Hera per il riallaccio delle utenze a seguito del distacco per morosità (saldo immediato del 60% del debito maturato e impegno a pagare la residua parte in tre rate mensili). Nel primo caso “la risposta ricevuta da Hera mi ha convinto: ci sono leggi che impongono di applicare l’Iva”, ha detto Ferorelli. Nel secondo caso, “il sindaco mi ha comunicato che l’Amministrazione era già orientata a rifare i cartelli. Mentre la mia proposta di cambiare le condizioni per il riallaccio delle utenze, che prevedeva il saldo del 40% e il pagamento dilazionato della parte rimanente – ha proseguito il difensore civico – non è stata accolta in quanto la prassi seguita è definita a livello di Gruppo Hera, e non è modificabile solo per la città di Modena”. L’azienda ha però stipulato con il Comune un piano “salva riscaldamento” temporaneo: “Fino al 31 gennaio le utenze dei morosi saranno riattivate pagando solo 300 euro”, ha concluso.
 

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