21/03/2011

150ESIMO, DAL CONSIGLIO IL RICHIAMO ALL'UNITA'

Dopo le parole della presidente Caterina Liotti e del professor Carlo Galli, il Consiglio comunale solenne è proseguito con gli interventi dei gruppi consiliari

Per la Lega nord, il capogruppo Nicola Rossi ha ricordato che il 17 marzo 1861 fu proclamato il regno di Sardegna ma all’appello mancavano ancora un quarto di territorio e un terzo di popolazione. “E’ stato valutato - ha osservato - che i festeggiamenti peseranno per 456 milioni di euro; il Pil non prodotto a causa della festività infrasettimanale sarà di 30 milioni e l’incidenza negativa sul Pil nazionale dello 0,39 %. Non voglio dire che non si dovesse festeggiare, ma ritengo, come le associazioni di industriali, artigiani e commercianti, che si potesse farlo di domenica”. E parlando “dell’Italia imbarazzante, di centralismi, clientele, divisioni ed evasori fiscali”, ha concluso: “l’unica strada che può salvarci è quella del federalismo”.
Il capogruppo del Pdl Adolfo Morandi ha sottolineato l’importanza “dello studio della storia, delle tradizioni e della lingua italiana, pur riconoscendo valore a differenze e dialetti, per comprendere chi siamo e dove vogliamo andare e per insegnare ai giovani che siamo una nazione e un popolo ancora prima di raggiungere l’unità dello Stato”. Si è soffermato sul “grande ruolo della chiesa cattolica nell’affermare l’identità culturale” e sugli effetti dell’unificazione che ha portato “benessere, istruzione, un sistema sanitario e un sistema sociale”. Infine, ha insistito sui concetti di “patriottismo e patria come simboli e valori troppo spesso dimenticati poiché abusati dal fascismo, ma che oggi stanno riacquistando la loro valenza, perché esprimono la forza e l’orgoglio di appartenere a un popolo unito con consolidati valori di democrazia e libertà”.
Per William Garagnani, intervenuto per il Pd, “l’alta adesione alle celebrazioni del 150esimo vuol dire che è scattata la reazione all’incerto presente che stiamo vivendo: c’è uno scatto di orgoglio che non ha a che vedere con il nazionalismo, ma che significa recupero di identità e della necessità di fare politica con onore e disciplina”. Ha parlato della necessità di difendere la scuola pubblica “promotrice dell’unificazione linguistica, e oggi è luogo d’integrazione”, e “delle molte anime del Risorgimento”, ricordando che “l’unità degli italiani si realizzò con lentezza ed ebbe un’accelerazione con il vittorioso contrattacco dell’esercito sul Piave e con la lotta partigiana di Liberazione”. Con la Resistenza – ha detto ricordando anche la testimonianza di Ermanno Gorrieri - le parole ‘patria’ e ‘nazione’ hanno riacquisito il valore che avevano nel Risorgimento”.
Sergio Celloni (Mpa) ha affermato: “Pensare ai 150 anni dell’unità significa pensare all’Italia del domani e rivedere i principi fondamentali della Costituzione in un Paese di grandi cambiamenti, nell’ambito di un quadro europeo e mondiale in forte evoluzione, e significa pensare alle sfide che attendono i nostri figli”. Denunciando “l’attuale assenza nel Paese di una politica rivolta al cambiamento”, ha ricordato “i fatti che accadono in Libia, le proteste egiziana e tunisina a pochi chilometri da noi”, per esortare “la politica ad elaborare un’idea in grado di immaginare il futuro del nostro Paese e delle nostre città e a fare le riforme che il Paese aspetta da anni per rilanciare l’economia, perché la sfida del domani sarà la delocalizzazione nella globalizzazione”.
Per Federico Ricci (Sinistra per Modena) il 150esimo è un’opportunità per interrogarsi sul significato della vicenda italiana e “deve essere l’occasione per riflettere sul futuro, in cui un ruolo da protagonisti dovranno averlo gli insegnanti e la scuola, da qui la necessità di sostenere pubblica istruzione, ricerca e attività artistiche e culturali. Ma non tutti concorrono a rinnovare il patto unitario e, come ha ricordato Nichi Vendola, l’idea che si possa fare il federalismo senza capirne i costi economici e sociali è un fatto gravissimo. L’Italia si salva insieme, l’Europa si salva se agisce con logiche di cooperazione. La divisione territoriale del nostro Paese in diversi localismi è falsa, illusoria e fittizia, costituiamo un’unica cittadinanza meticcia dalle Alpi a Lampedusa”.
Vittorio Ballestrazzi (Modenacinquestelle.it) ha centrato il suo intervento sul valore dello Statuto comunale “che deve essere la guida dei consiglieri nella loro attività” e ha concluso: “Per valorizzare le autonomie e rendere compiuta la riforma del titolo quinto della Costituzione, deve essere completato e attuato concretamente il federalismo fiscale che è alla base di tutte le attività che gli enti locali possono mettere in atto ed è necessario per combattere parassitismo e assistenzialismo. Questo è il naturale percorso che serve per dare un senso al 150esimo”.
Per Eugenia Rossi (Idv) solo nel riconoscimento delle problematiche, di cui molte irrisolte, che hanno caratterizzato l’unificazione possiamo riconoscerne anche gli aspetti positivi. E ha precisato: “Le gesta garibaldine rappresentano l’aspetto più popolare e romantico del nostro Risorgimento, ma non possiamo dimenticare la realtà del sangue versato e la realtà di un paese sottosviluppato rispetto al resto dell’Europa. Resta certa, in un giorno come oggi, la celebrazione di una gioventù che si è battuta fino al martirio: i fratelli Bandiera, i garibaldini, Mameli e Pisacane. Ma dove sono oggi i Pisacane, quelli che sanno sacrificare almeno una piccola parte del loro interesse personale per una società più libera? Vorrei che sapessimo ritrovare quell’animo; è una speranza ma le speranze si realizzano con l’impegno e l’onestà”.
 

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