07/06/2011

REFERENDUM, IL CONSIGLIO SI DIVIDE SULL'APPELLO AL VOTO

Vivace dibattito in Aula sull'ordine del giorno proposto dalla maggioranza

L’ordine del giorno della maggioranza “Il Comune di Modena tutela e promuove il diritto di voto” ha suscitato in Consiglio comunale un ampio e vivace dibattito.
Per il Pdl, Sandro Bellei ha affermato ironicamente: “In merito al simpatico comizio dell’amica Morini aggiungo una cosa che nessuno conosce: il Comune promuove provvedimenti in favore della città e dei cittadini”. Secondo Andrea Galli, “la Sinistra ha politicizzato i quesiti referendari e negli ultimi giorni tenta di nascondere che sono una manovra politica per riuscire ad avere voti sufficienti a raggiungere il quorum. Invito gli elettori a non andare a votare”. Luigia Santoro ha aggiunto che “la Sinistra strumentalizza i modenesi facendogli credere che il loro parere sui quesiti sia importante, mentre non gli interessa davvero che gli elettori si esprimano e vuole solo dare una spallata al premier”. Per il capogruppo Adolfo Morandi, “la mozione è strumentale e politica, spinge verso un’unica parte e non serve a mettere in evidenza tesi diverse sul merito dei quesiti. La posizione del Pd sull’acqua è contraddittoria rispetto a quella espressa in passato; ciò dimostra che è solo un attacco contro Berlusconi”. Secondo Michele Barcaiuolo, “è anticostituzionale chiedere di lanciare un appello affinché i cittadini vadano a votare. Il dispositivo della mozione chiede alla Giunta di andare oltre le proprie competenze, rischiando di creare un conflitto di poteri. L’inserimento del quorum per i referendum abrogativi, a differenza di quelli confermativi, è stata una scelta”. Anche Olga Vecchi ha definito “demagogico e strumentale” l’ordine del giorno. “Con il referendum, che comporta ingenti spese, si va a trattare, ad esempio, un argomento come il nucleare quando il Governo si è già espresso sospendendo il decreto. Ancora una volta l’opposizione, in nome di falsi ambientalismi, fa sciacallaggio creando difficoltà”, ha aggiunto.
Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, si è detto d’accordo nel merito con i contenuti della mozione della maggioranza, ma dubbioso sul dispositivo: “Il referendum abrogativo prevede fra le varie espressioni della volontà dei cittadini il fatto di non recarsi a votare: è un diritto di cui si possono avvalere. In futuro chiederò l’eliminazione del quorum nelle consultazioni comunali in cui è previsto”.
Davide Torrini, Udc, ha sottolineato che “se l’appello al voto è riferito a un’elezione si tratta di un richiamo istituzionale, se è riferito a un referendum è un richiamo politico di parte, perché è la legge che dà agli elettori il diritto al non voto”. Per il consigliere “è ridicolo che il Pd smentisca le scelte precedenti per colpire Berlusconi: invece di lasciare sconfitto un uomo politico gli si dà la possibilità di resuscitare”.
Secondo Sergio Celloni, Mpa, “oggi gli elettori valutano se votare o non votare sui vari temi e sono più maturi dei politici, che fanno invece demagogia e propaganda. Il Pd ha rinnegato certe idee per dimostrare se Berlusconi è finito o meno. Non si può ritrattare il vissuto politico solo per un tornaconto personale, altrimenti non siamo politici, ma burattini”.
Stefano Barberini, Lega nord, ha osservato che “nell’odg non c’è alcuna proposta concreta. Spesso tra consiglieri diciamo che servirebbero più Consigli per smaltire il lavoro arretrato, poi vedo queste mozioni e mi chiedo perché siamo qui e perché ogni lunedì ci riuniamo. Forse è una perdita di tempo, perché i problemi della città sono altri e più seri di questi”.
Per il Pd, Giulia Morini ha definito “assurdo” l’odg da lei presentato: “Non si dovrebbe essere costretti a presentare atti simili – ha aggiunto – ma nell’Italia berlusconiana c’è bisogno anche di questo. Non si era mai assistito allo spettacolo indecoroso di un esecutivo che tenta di sterilizzare la consultazione democratica per salvaguardare l’interesse personale di una persona e i propri equilibri interni”. Luigi Alberto Pini ha aggiunto che la maggioranza “è arrivata a presentare questo documento perché la televisione pubblica, da noi pagata con canone e tasse, non fa quello per cui paghiamo. La mozione deve ricordare ai modenesi che hanno il diritto di andare a votare”. Anche per William Garagnani “i cittadini si devono poter esprimere su temi essenziali. I grandi eventi sono sempre stati segnati dal referendum e bisogna difendere il diritto di voto: ci sono voluti anni di lotte e di martiri per ottenerlo”. Il capogruppo Paolo Trande ha affermato: “E’ bizzarra l’idea che presentare un odg con un appello al voto sia un atto estraneo a quest’Aula: non abbiamo chiesto di votare in un modo o in un altro. E’ assurdo, poi, che questa critica arrivi da chi ha fatto incetta di retorica contro gli altri poteri dello Stato”.
Per Federico Ricci, Sinistra per Modena, “andare a votare per i referendum interessa ognuno di noi e, indipendentemente dal voto favorevole o contrario, significa contribuire alle scelte democratiche del Paese. E’ inutile parlare di forme più evolute di partecipazione se non esercitiamo nemmeno questa che è la forma minima”, ha concluso.
 

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