01/07/2011

A BAGGIOVARA LE MISTERIOSE ORIGINI DELLE TERRAMARE

Sono emerse dagli scavi punte di freccia e numerose tracce di animali selvatici

Tracce di un alto numero di animali selvatici, dall’orso alla lontra, dai caprioli ai cinghiali, numerose punte di freccia, oggetti in ceramica, bronzo e tracce di concotto, l’impasto di terra e sabbia usato per pavimentare le abitazioni. Sono questi i primi reperti emersi dagli scavi archeologici in corso alla Terramara di Baggiovara, di fronte al nuovo ospedale civile di Modena, che stanno impegnando un’equipe di archeologi, archeobotanici e archeozoologi, in un progetto diretto dal Museo civico archeologico che vede la partecipazione anche di 20 studenti dei licei modenesi. In genere, nelle Terramare prevalgono animali domestici come pecore, capre, maiali e bovini, mentre nel villaggio di Baggiovara, invece, sembra emergere l’evidenza di un’economia leggermente diversa, o di un’area particolare dell’abitato occupata da persone dedite alla caccia.
Ai dati già emersi dallo scavo si aggiungeranno poi quelli che proverranno da analisi in laboratorio fatte sui sedimenti, come le analisi dei pollini antichi che forniranno importanti dati sul clima e sul paesaggio vegetale. Una prima campagna di scavo realizzata nella stessa area nel 2009 aveva rivelato l’origine molto precoce dei villaggi, risalenti al 17esimo secolo avanti Cristo. Oggi, l’auspicio degli archeologi è che la ripresa degli scavi nell’area di Baggiovara possa portare alla luce nuovi dati e chiavi di lettura, in particolare sull’origine delle Terramare. Le ipotesi attualmente più accreditate parlano di una vera e propria colonizzazione della pianura da parte di gruppi umani probabilmente provenienti da varie regioni limitrofe, e forse anche dall’area danubiana.
L’area centrale della pianura padana fu interessata dalle Terramare per cinque secoli, all’incirca dal 1650 al 1150 avanti Cristo. Durante questo periodo l’uomo modificò profondamente l’assetto del territorio, abbattendo una millenaria foresta e creando un paesaggio nuovo, dominato da campi di cereali, pascoli e canali irrigui. Centinaia di villaggi, circondati da imponenti fossati e terrapieni difensivi con case organizzate secondo moduli a schiera, erano disposti molto vicini l’uno all’altro, creando una fitta trama di abitati. Il successo economico e sociale delle Terramare consentì a questa “civiltà” una lunga durata e garantì agli abitanti per molto tempo una vita prospera. La fase centrale di questa realtà archeologica è abbastanza nota, grazie a ricerche e scavi che il Museo civico di Modena ha portato a termine in collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici dell’Emilia-Romagna negli ultimi due decenni. Per molti versi ancora da chiarire sono invece le dinamiche che portarono alla nascita delle Terramare e alla loro fine.
 

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