18/10/2012

ARTE, ALLA CIVICA PETER HUJAR, MARK MORRISROE, JACK SMITH

Inaugura il 20 ottobre la mostra "Changing difference: Queer politics and shifting identities", a cura di Lorenzo Fusi, curatore della Biennale di Liverpool

 

Inaugura sabato 20 ottobre alle 18 a Palazzo Santa Margherita e nella Palazzina dei Giardini, la mostra "Changing difference: Queer politics and shifting identities", a cura di Lorenzo Fusi. Coprodotta dalla Galleria civica e dalla Fondazione cassa di risparmio di Modena con il sostegno dell'assessorato alla Cultura della Regione, la mostra è frutto di una partnership con Gender Bender, festival bolognese dedicato all'identità di genere, giunto alla decima edizione. Prende in esame il lavoro di tre artisti: Peter Hujar, Mark Morrisroee Jack Smith, mettendo in risalto anche i rischi legati alla fusione tra arte e vita, tra ricerca formale e lotta politica. Il loro agire parte dagli anni Sessanta per arrivare alla fine degli anni Ottanta, sullo sfondo dell’America e in particolare di New York. Di Hujar saranno proposte foto in bianco e nero, tra cui la serie dedicata alle catacombe di Palermo, e di Smith soprattutto film e slide show. I circa 240 lavori di Morrisroe saranno esposti alla Palazzina. Il percorso dei tre artisti si muove tra arte aulica e arte popolare, banale ed elegiaco, trash e raffinatezza, vita e morte. L’itinerario suggerito è un viaggio attraverso i generi e gli orientamenti sessuali. Il problema dell’Aids, inoltre, caratterizza pesantemente la vita e il lavoro di questi artisti: il loro vibrante, tragico e spesso ironico operare fa trasparire, oggi ancora più nettamente, le loro problematiche più autentiche, come il rifiuto di essere ‘normalizzati’, istituzionalizzati o trasformati in qualcosa di esotico. La mostra è aperta dal mercoledì al venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18, sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 19.
La mostra, in partnership con Gender Bender, il festival internazionale che presenta al pubblico italiano gli immaginari prodotti dalla cultura contemporanea, legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale (10 edizione, Bologna 27 ottobre-3 novembre 2012), prende in esame il lavoro di tre influenti artisti, image-maker e operatori della cultura underground tracciando paralleli ed evidenziando analogie, pur nel rispetto dell'individuale sensibilità artistica di ciascuno dei protagonisti.
Hujar, Morrisroe e Smith si muovono all’interno del territorio che separa la visibilità e l’assimilazione della “differenza”. La loro opera mette in risalto i rischi che comporta il fondere arte e vita, ricerca formale e lotta politica. Il loro agire diventa sempre più urgente con l’approssimarsi dell’Aids, ma di fatto traccia una complessa parabola che parte dagli anni Sessanta per arrivare alla fine degli anni Ottanta. L’America e, in particolare New York, fanno da sfondo a queste storie che si intersecano di fronte al disinteresse di una classe politica (l’amministrazione Reagan), che rifiuta di riconoscere quei diritti civili che la gravità dell’emergenza sanitaria associata alla nuova epidemia mette drammaticamente in evidenza.
Le opere di Hujar e Smith verranno distribuite nei due livelli di Palazzo Santa Margherita (un artista per piano) in una narrazione visiva che, se per Hujar si concentra esclusivamente sulle foto in bianco e nero, tra cui la serie dedicata alle catacombe di Palermo e gli intensi ritratti di David Wojnarowicz (fotografo e scrittore americano, morto di Aids a 37 anni, nel 1982), per Smith predilige i film e una cospicua antologia di immagini presentate nella forma dello slide-show, anche se non manca una misurata selezione di bianconeri.
I circa 240 lavori del più giovane, Mark Morrisroe, saranno invece esposti alla Palazzina dei Giardini grazie alla collaborazione dell'Estate of Mark Morrisroe (Ringier Collection) at Fotomuseum Winterthur.
L’opera dei tre artisti accompagna lo spettatore in un percorso fatto di opposti che si integrano: arte aulica e arte popolare, banale ed elegiaco, trash e raffinatezza, vita e morte. In sintesi l’itinerario suggerito è quello di un viaggio attraverso i generi – maschile, femminile e transgender – e gli orientamenti sessuali – eterosessualità, omosessualità e bisessualità – così come sono stati raccontati dai film d’essai, dai b movies, dalla pornografia, dalla cultura underground e da quella tradizionale. Il problema dell’Aids, inoltre, caratterizza pesantemente la vita e il lavoro di questi artisti: il loro vibrante, tragico e spesso ironico operare fa trasparire, oggi ancora più nettamente, le loro problematiche più autentiche, come il rifiuto di essere ‘normalizzati’, istituzionalizzati o trasformati in qualcosa di esotico.
Al di là delle facili apparenze il denominatore comune che tiene assieme Hujar, Morrisroe e Smith è la capacità di catturare le sfumature più volatili della personalità (la propria e quelle altrui). L’evidente vena edonistica e ironica che permea la maggior parte delle loro realizzazioni, non impedisce infatti il palesarsi di un’esplicita dichiarazione di intenti, una sorta di manifesto programmatico, e ancora più spesso la ricerca di un amore incondizionato.
Il catalogo bilingue italiano/inglese con testi di Bill Arming, Lorenzo Fusi, Fiona Johnstone e Marco Pierini è pubblicato da Silvana Editoriale. L'ingresso è gratuito.

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