14/11/2012

PSC / 2 - LE POSIZIONI DELL’OPPOSIZIONE NEL DIBATTITO

In Consiglio comunale sono intervenuti sul tema Eugenia Rossi, Sergio Celloni, Davide Torrini, Sandra Poppi, Adolfo Morandi, Sandro Bellei e Gian Carlo Pellacani

Sulla proposta di linee di indirizzo per il Psc, per l’opposizione sono intervenuti i consiglieri Eugenia Rossi, Sergio Celloni, Davide Torrini, Sandra Poppi, Adolfo Morandi, Sandro Bellei e Gian Carlo Pellacani.

Eugenia Rossi di Etica e legalità ha espresso perplessità: “L’amministrazione non si attiene al dettato della legge regionale relativamente al quadro conoscitivo previsto. Come dati strutturali infatti vengono usati quelli del Cresme, che è un ente privato, e non i dati pubblici, che sono differenti”. La consigliera ha inoltre ribadito “l’importanza della revisione del progetto di trasformazione delle zone F in zone residenziali”.

Sergio Celloni di Mpa ha definito questo piano “una corsa a ostacoli, di cui l’assessore porta il testimone. Bisogna valutare la regia che sta dietro a questi piani”, ha aggiunto. Per il consigliere, “Modena ha bisogno di un cambiamento, di crescita. Da una vita si parla di sburocratizzazione, ma non si mette in atto quanto si dice, si sono costruiti tantissimi ipermercati e solo ora ci si rende conto che sono troppi e che le attività di dimensioni minori, come quelle in centro, sono state massacrate”.

Davide Torrini dell’Udc ha espresso prudente interesse sulla proposta, evidenziando l’importanza del tema della semplificazione rispetto all’attuale Piano: “Non si può programmare nel dettaglio la città dei prossimi 20 anni, ma sarebbe un errore rimanere fermi o rinunciare ad avere progetti”, ha detto. “Non credo che la riqualificazione passerà per la ristrutturazione – ha aggiunto – si deve demolire e ricostruire e bisogna chiarire da subito alle aziende che la rendita fondiaria non potrà più essere oggetto di speculazione come negli ultimi anni”.

Per Sandra Poppi di Modenacinquestelle-beppegrillo.it nel documento ci sono elementi condivisibili, “salvo poi le incoerenze in altri punti. Queste linee di indirizzo – ha proseguito – sembrano i titoli di una tesi senza capitoli. A parte il tono assolutamente diverso dal precedente mi pare che la sostanza sia sempre quella: si parla di rigenerazione, smart city ma non di consumo del territorio pari a zero e non si rivedono le decisioni prese relative alle Aree F”.

Per il Pdl, il capogruppo Adolfo Morandi ha sottolineato che Modena “è scelta da chi ci vive perché è piccola, vivibile, con distanze brevi e capacità di trasferimento veloci: i modenesi non hanno voglia di vederla modificata in una metropoli. E’ giusto prevedere nel documento la possibilità di un ampliamento del numero di abitazioni, ma si deve tenere conto che la popolazione sta invecchiando e c’è in atto una crisi che riduce i flussi migratori e ricompone i nuclei familiari in ragione dei costi, quindi non è scontato l’aumento di richiesta di abitazioni”. Sandro Bellei ha invece evidenziato l’importanza di intervenire “in una nuova direzione” su traffico e viabilità, “per impedire che Modena diventi una città invivibile”. In questo senso, secondo il consigliere “costruire ancora significa portare altra gente in città e produrre maggior traffico e inquinamento. La città non può e non deve estendersi oltre un certo raggio – ha concluso – deve restare a misura d’uomo senza impedire il fisiologico progresso”. Gian Carlo Pellacani ha dichiarato di non aver trovato, nella proposta di linee di indirizzo per il Psc “la creatività invocata nel titolo, ma piuttosto una genericità volta a spegnere le polemiche interne al Pd”. Nonostante ciò, per il consigliere, “presenta alcuni aspetti positivi, ad esempio sono presenti alcune retromarce rispetto a Modena futura su cui anche noi avevamo insistito, come lo stop ai centri commerciali e la riduzione della previsione di aumento di popolazione”.

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