14/02/2012

IL COMUNE SOSTERRA' LA CAMPAGNA PER IL DIRITTO DI CITTADINANZA

Lo ha deciso il Consiglio comunale approvando in Aula una mozione del Pd. Ha votato a favore la maggioranza, contro il Pdl e si è astenuta Lega moderna

Il Comune di Modena sosterrà la campagna per il diritto alla cittadinanza “L’Italia sono anch’io”, promossa da 18 associazioni in occasione del 150esimo anniversario dell’Unità nazionale, attraverso azioni di sensibilizzazione, diffusione, sostegno nella raccolta di firme. L’Amministrazione si attiverà, inoltre, affinché i nuovi italiani siano accompagnati nell’iter burocratico attraverso la consulenza e l’assistenza di sportelli comunali, in collaborazione con quelli sindacali, e ricevano un’adeguata informazione rispetto al percorso per l’ottenimento della cittadinanza.

Lo ha stabilito il Consiglio comunale approvando nella seduta di ieri, lunedì 13 febbraio, con il voto favorevole di maggioranza, contrario di Pdl e con l’astensione di Lega moderna, un ordine del giorno del Pd presentato in Aula dal consigliere Stefano Prampolini.

Ad aprire il dibattito è stato Michele Barcaiuolo, Pdl, che ha definito “imprescindibile” l’atto di volontà di diventare italiani. “Il luogo di nascita non può essere sufficiente, da solo, a determinare la nazionalità. Passare allo ‘ius solis’ rischierebbe di aprire profonde crisi identitarie e un’immigrazione selvaggia”. Sempre per il Pdl, Andrea Galli ha sottolineato che “non c’è alcun intento razzistico: sbaglia chi considera il diritto di cittadinanza come un diritto acquisito e non uno status da acquisire”. Olga Vecchi ha parlato di “buonismo” della sinistra e ha affermato che l’integrazione, prima ancora che nella famiglia d’origine avviene frequentando la scuola e rispettando le leggi. Anche per il capogruppo Adolfo Morandi “la cittadinanza non può essere un diritto acquisito per nascita, ma ci si deve arrivare attraverso una formazione culturale: è fondamentale che chi vuole averla conosca e condivida le nostre leggi”. Andrea Leoni ha commentato: “Per il Pdl la cittadinanza è un premio all’integrazione e il completamento di un percorso articolato e condiviso di adesione ai nostri valori, mentre per la Sinistra è un punto di partenza”. Secondo Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, dopo 10 anni di residenza in Italia deve scattare in automatico la cittadinanza e per i minori una buona soluzione è “concederla dopo il completamento di un ciclo di studi”.

Per il Pd, Stefano Prampolini ha ringraziato gli insegnanti per il lavoro di integrazione che svolgono e ha riepilogato le proposte di legge sul tema che nel corso del tempo si sono susseguite. Secondo il capogruppo Paolo Trande “all’Italia conviene l’integrazione e il primo modo per ottenerla è concedere la cittadinanza. Trovo incomprensibile – ha aggiunto – che chi vive qui da 10 anni non possa votare quanto meno per le elezioni amministrative”. Maurizio Dori ha richiamato gli articoli 2 e 3 della Costituzione, “che parlano di uguaglianza e di diritti inviolabili dell’uomo”, e ha sottolineato che “molte persone straniere vengono in città con lo scopo di integrarsi nella collettività modenese”. Per Giulia Morini “non si possono dimenticare le implicazioni umane: negare la cittadinanza significa assecondare situazioni di diversità”, ha affermato aggiungendo che “la vera paura del centrodestra è la religione”. Cinzia Cornia ha portato la propria esperienza di insegnante, citando l’episodio di una studentessa di origine straniera che, a causa del permesso di soggiorno, non ha potuto partecipare a una vacanza studio di classe all’estero: “Stiamo togliendo dei diritti”, ha aggiunto. Luigi Alberto Pini ha sottolineato come lo ‘ius sanguinis’ presenti delle pecche e debba essere rivisto, “come già avviene per i figli non di sangue che non perdono il diritto all’eredità”. Della stessa idea anche Enrico Artioli, per il quale lo “ius sanguinis” determina “situazioni inaccettabili a livello umano: se un capofamiglia perde il lavoro, anche i figli nati in Italia perdono il diritto a rimanere sul territorio e vengono sradicati dal proprio ambiente di vita”. La presidente del Consiglio Caterina Liotti ha espresso una “convinta adesione” alla campagna. “Oltre mezzo milione di bambini o ragazzi di origine straniera vivono in Italia e fino a 18 anni non possono dirsi italiani benché la loro storia non sia per nulla differente da quella dei loro coetanei”, ha ricordato.

Per Federico Ricci, Sinistra per Modena, “se la sinistra pecca di buonismo, altri peccano di ‘cattivismo’, peccato ancor più grave. Dobbiamo saper tenere insieme il rispetto della diversità e la gioia di ritrovare sintonia: questo è il segreto della convivenza civile”, ha aggiunto.

L’assessore Marcella Nordi ha sottolineato che l’Italia è uno dei Paesi che utilizza lo “ius sanguinis” in modo più farraginoso. “In Germania – ha aggiunto – chi nasce da straniero ed è residente da almeno 8 anni ottiene la cittadinanza”.

Il sindaco Giorgio Pighi ha ricordato che la scelta tra “ius solis” e “ius sanguinis” non è legata a un fatto ideologico, ma a situazioni storiche. “Il primo è presente nei Paesi oggetto di immigrazione – ha aggiunto – e la Germania che, come l’Italia, era un Paese di emigrazione, da alcuni anni ha cambiato la propria legge”.

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