28/03/2012

AL MUSEO LE TRADIZIONI UCRAINE RINASCONO DALLE UOVA

Sabato 31 marzo e domenica 1 aprile spettacoli e laboratori con ingresso gratuito

 

Tutto nasce da un uovo, simbolo antichissimo di vita, fertilità ed energia rigeneratrice. Sabato 31 marzo e domenica 1 aprile il Museo civico archeologico etnologico (largo Porta Sant'Agostino 337) propone un viaggio nelle tradizioni ucraine tra laboratori di decorazione delle uova e spettacoli teatrali. Sabato alle 15 e domenica alle 10 Halyna Hevco ripropone l'usanza ucraina di decorare le uova pasquali con colori, cera d'api e candele. Domenica alle 17 andrà invece in scena lo spettacolo “Quando dio era una donna e dormiva dentro un uovo” di Elena Bellei seguito da un buffet di pane ucraino (per informazioni 059 2033122 o www.agendainterculturale.modena.it).
In Ucraina, e più in generale nell'Europa dell'Est, le uova sono simbolo di fertilità. Non è un caso che vengano fatte rotolare nei solchi dei campi appena seminati per proteggere il raccolto dalla rigidità dell'inverno. La tradizione delle uova decorate (Pysanka), di origine pagana, è stata assimilata nella religione cristiana a quella delle uova pasquali. Le decorazioni, che fanno riferimento ad un universo di simboli legati alla fertilità dei campi, vengono impresse sull'uovo con un pennino intinto di cera d'api fusa. Una volta che la cera si rapprende le uova vengono immerse nella tintura. Quando la cera viene sciolta con il calore di una candela, appaiono le decorazioni.
Lo spettacolo “Quando dio era una donna e dormiva dentro un uovo” racconta l'antica origine della pysanka, legata a culti pagani che vogliono le uova simbolo di vita, energia rigeneratrice e sacralità. Dentro a un uovo vive un Dio femmina di nome Berenjena che protegge la vita degli essere umani e della terra: sono credenze che affondano le radici in una religione naturale che si perde nella notte dei tempi e rappresenta l'energia della madre terra. Dopo lo spettacolo ci sarà un buffet tipicamente ucraino con decorazioni di pasta di pane realizzate “in diretta” da Roksolana Movchan.
Gli appuntamenti fanno parte della rassegna di eventi che accompagna la mostra “This land is your land”, nata da un percorso interculturale che ha coinvolto 11 comunità straniere presenti in città. La mostra, accompagnata da un’agenda interculturale, celebra la terra in tutte le sue forme. Dalla Venere di Savignano alla Pachamama, la Madre terra venerata dalle popolazioni latinoamericane. Dalla proprietà collettiva dei pascoli al modello della Partecipanza agraria di Nonantola. Dalla festa di San Trifone, che protegge la vite dai parassiti, a quella dello Yam nigeriano, un tubero che cresce nei terreni boschivi.Partendo dagli oggetti che il museo espone, dagli strumenti agricoli usati nell’antichità fino alle testimonianze di vita rurale della Raccolta del lavoro contadino e artigiano di Villa Sorra, sono emerse esperienze e ricordi personali alla terra, in una narrazione a più voci raccolta tra le pagine dell'agenda e i pannelli della mostra. Le storie congiungono idealmente Modena e il suo territorio a Argentina, Congo, Albania, Ghana, Marocco, Colombia, Nigeria, Romania, Iran, Turchia, Ucraina.
L’agenda è in vendita a 7 euro al bookshop del Palazzo dei musei e la mostra rimane aperta fino al 27 maggio. Hanno collaborato la Casa delle culture, l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Istituto beni culturali della Regione Emilia-Romagna, Tech food della Provincia di Modena, la Soprintendenza per i beni archeologici e Slow food.

 

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