18/05/2012

SI STUDIA UNA NUOVA FORMA ASSOCIATIVA TRA 7 COMUNI

Modena insieme a Castelfranco, San Cesario e i quattro dell’Unione del Sorbara. Al via un percorso in collaborazione con l’Anci. Obiettivo: investire sull’innovazione

Dal welfare alla mobilità, dalle infrastrutture alla gestione degli appalti, dai servizi informatici agli sportelli per le imprese. Sono solo alcuni esempi degli ambiti di attività che si possono sviluppare in collaborazione tra più enti locali con l’obiettivo di investire “sull’innovazione istituzionale per accrescere l’efficacia dell’azione amministrativa”, ottimizzando le risorse e poter così contare sui risparmi economici che si possono realizzare grazie alle economie di scala.

E’ lo scopo del percorso avviato dal Comune di Modena insieme ai Comuni di Castelfranco, San Cesario e ai quattro dell’Unione del Sorbara (Nonantola, Bastiglia, Bomporto e Ravarino) per studiare in collaborazione con l’Anci una nuova forma associativa che consenta, in una fase di riforme che prevedono anche un ruolo diverso per le Province, di garantire, appunto, “la qualità dei servizi e l’efficacia dell’azione amministrativa” in un quadro di risorse in calo e in un nuovo scenario istituzionale.

Il protocollo d’intesa, sulla base del quale è anche stato chiesto un contributo economico alla Regione per sostenere lo studio di fattibilità, che ha un costo complessivo di 25 mila euro, è stato sottoscritto venerdì 18 maggio dai sindaci di Modena, Giorgio Pighi; Castelfranco, Stefano Reggianini; San Cesario, Valerio Zanni; Nonantola, Pier Paolo Borsari; Bastiglia, Sandro Fogli; Bomporto, Alberto Borghi; Ravarino, Marino Gatti.

L’area interessata è complessivamente di 447 chilometri quadrati (il 17 per cento del territorio provinciale) con una popolazione residente di 260 mila persone, il 37 per cento di quella dell’intera provincia.

“Il bacino territoriale – è spiegato nel protocollo sottoscritto – è sotto molti aspetti omogeneo e con plusvalori dimensionali e qualitativi notevoli, rappresenta un ambito di grande rilievo strategico nel quale la costituzione di un piano d’area può promuovere un profilo politico-istituzionale e gestionale in grado di dare nuovo e significativo impulso allo sviluppo e al miglioramento della qualità della vita del territorio”.

Lo studio di fattibilità, che richiederà circa sei mesi di lavoro, prenderà in esame sia gli aspetti relativi all’area istituzionale, per valutare i modelli di governo e rappresentanza dei territori, sia quelli relativi all’individuazione dei servizi per i quali è possibile definire forme gestionali comuni. Un approfondimento specifico, inoltre, sarà riservato all’analisi dell’identità del nuovo soggetto e alla sua comunicazione a supporto delle attività sovra-comunali.

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