20/07/2012

PIANO SOSTA / 4 – DAGLI SCAVI DEL NOVI PARK AL NOVI ARK

Smontati i ritrovamenti a cinque metri di profondità e rimontati in superficie. Effettuati scavi su un’area di circa 24 mila metri, ritrovati circa 3800 reperti

Sono stati smontati pezzo per pezzo dal piano originario, posto a cinque metri di profondità, e rimontati in superficie, così da creare un grande parco museo archeologico all’aperto. E’ l’intenso lavoro che si è reso necessario per consentire la realizzazione del parcheggio interrato Novi Park e, allo stesso tempo, rendere fruibili al pubblico i reperti rinvenuti durante i lavori.

Il parco museo archeologico Novi Ark, dove da sabato 21 luglio i modenesi potranno apprezzare un angolo dell’antica Mutina, è il frutto di un progetto condiviso di valorizzazione che ha visto lavorare fianco a fianco il Comune di Modena, la Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici dell’Emilia-Romagna, la Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Emilia-Romagna, la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici e la società Modena Parcheggi, titolare dei lavori e della gestione di parcheggio interrato e parco archeologico.

Gli scavi archeologici, avviati nel 2009, sono stati effettuati su una superficie complessiva di circa 24 mila metri quadrati, hanno raggiunto i sette metri e mezzo di profondità intercettando le tracce di varie epoche: sporadiche buche e fosse di scarico dell’età del ferro; strade, necropoli, insediamenti rustici, grandi discariche, pozzi, vasche e canalizzazioni dell’età romana (la maggior parte dei ritrovamenti); un complesso monastico con necropoli e pozzo dell’età medievale; un cimitero di appestati, un pozzo e alcune discariche dell’età moderna.

Lo smontaggio delle strutture è avvenuto in maniera scientifica: la strada romana è stata disegnata e rilevata con scanner-laser prima dello smontaggio, i ciotoli sono stati numerati, rimossi e posizionati nell’identica posizione del rinvenimento nel parco archeologico. Sono state anche smontate una vasca circolare di 14 metri di diametro, realizzata in mattoni trapezoidali destinata all’allevamento del pesce, una vasca rettangolare utilizzata forse per la tosatura delle pecore, un grande puteale lapideo da pozzo, le stele funerarie con i loro basamenti e tre tombe tardoantiche realizzate con il reimpiego di resti di monumenti più antichi. Si contano un totale di circa 3 mila 800 reperti notevoli sistemati in 1.869 casse, tra cui i resti di 493 sepolture, di cui 327 di età romana, 45 medievali e 116 riconducibili agli appestati del 1630. Sono inoltre state ritrovate un migliaio di anfore, per lo più intere, e diversi resti di monumenti funerari.

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