15/09/2012

NUOVE PROVINCE, PIGHI: “MODENA E REGGIO SONO GIÀ UNITE”

Per le ipotesi sul futuro il sindaco invita a partire dalla realtà: “Già oggi siamo un unico territorio”. Eventuale ulteriore estensione con Ferrara, ma senza andare oltre

Il sindaco di Modena Giorgio Pighi interviene nel dibattito in corso sul riassetto delle Province e propone, come scelta naturale, l’unione con Reggio Emilia (“già oggi un unico territorio”) ed eventualmente con l’estensione a Ferrara, ma senza andare oltre. Non pensando al ducato, però, ma perché la riforma deve rispondere all’esigenza di “ottimizzare la gestione del territorio, per semplificare il rapporto con le imprese, per migliorare la vita dei cittadini”.

Di seguito l’intervento del sindaco Giorgio Pighi.

 

Pensiamo alle nuove province guardando avanti. Non al glorioso passato del ducato estense e nemmeno all’oggi, rassicurante solo perché conosciuto, ma in realtà carico di problemi e vulnerabilità. Certo anche di solide basi e opportunità, ma è pensando al futuro che si può trarre il massimo beneficio da ciò che siamo e ciò che siamo stati. Insomma non è con la nostalgia e l’autocelebrazione che usciremo dalla crisi più forti e più capaci di affrontare i nodi di uno sviluppo che al tempo stesso si pone come priorità e come soggetto della trasformazione.

Per sgombrare il campo da ogni equivoco, io credo che Modena e Reggio siano già oggi un unico territorio, indipendentemente da tutto, che lo si voglia o no, a prescindere dalle valutazioni, pur rispettabili, di importanti colleghi amministratori. Abbiamo la stessa economia, la stessa qualità dei servizi, la stessa università, addirittura la stessa conformazione geografica.

La riforma delle province, quindi, anche per ridurre le cariche ed i costi conseguenti, ma soprattutto per ottimizzare la gestione del territorio, per semplificare il rapporto con le imprese, per migliorare la vita dei cittadini. Questo dobbiamo riuscire a fare ed è in funzione di questi obiettivi che si devono costruire i percorsi politici e amministrativi.

Le scelte del governo Monti ci danno - per fortuna - almeno tre indicazioni da seguire. La prima: le nuove Province dovranno avere estensione e numero di abitanti che non siano esigui rispetto ai problemi da affrontare, altrimenti faticheranno a risolverli. La seconda: le Province devono rappresentare in modo diretto le esigenze dei Comuni che ne fanno parte e per questo saranno governate da rappresentanze dei Comuni scelte su base provinciale. La terza: le Province devono consistere in realtà il più possibile omogenee e con effettive esigenze da condividere, per consentire di attuare in modo efficace, univoco e non conflittuale il decentramento regionale. Le nuove province, soprattutto, saranno Enti locali completamente diversi da quelli che abbiamo conosciuto e potranno avere più “capoluoghi”, senza che ciò debba necessariamente creare problemi o introdurre imbarazzanti gerarchie.

Da piano istituzionale a quello pratico. Occorre valorizzare il senso delle nuove Province per rispondere in modo adeguato ai problemi delle comunità: il diritto al lavoro dei cittadini, realizzare una politica economica che risponda alle esigenze attuali delle imprese dei territori di competenza, dare risposte appropriate di servizi sociali, sanitari e scolastici, garantire i diritti di cittadinanza, offrire opportunità vere ai giovani. Tutto questo presuppone omogeneità di problemi e di governo, non una Provincia che sia la mera somma di territori. Lo stesso senso di identità, fatto di valori di fondo, caratteristiche della vita sociale, relazioni civili, eccellenze economiche e produttive, e passioni profonde non funziona (meglio sarebbe dire è troppo eterogeneo) in realtà eccessivamente ampie, che non solo non darebbero l’idea di provincia, ma anzi accentuerebbero proprio quel senso di estraneità che si vuole evitare.

Io credo che Modena e Reggio debbano costituire il punto di partenza della nostra riflessione. Valutare insieme se l’unificazione dei due territori (ribadisco, per me già nelle cose) corrisponde bene a quel modello ideale che le nuove norme ed il comune buon senso tendono a delineare. Quindi, ancora insieme, prendere in considerazione le ipotesi di ulteriore ampliamento. Per le ragioni già illustrate, io credo che il massimo dell’estensione dei nuovi enti possa arrivare a tre delle attuali province e che lo sbocco naturale sia quindi verso Ferrara. Tutto questo, però, può essere oggetto di confronto, quel che non può essere messo in discussione, ribadisco, è la dimensione Reggio-Modena, per le tante cose che abbiamo in comune, ma soprattutto perché in comune avremo sicuramente lo stesso futuro, quello che sapremo costruire insieme.

 

Giorgio Pighi

sindaco di Modena

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