15/09/2012

SCUOLA, “LA FATICA DI EDUCARE NEL TEMPO DELLA CRISI”

Alla vigilia della riapertura delle scuole l’augurio di buon anno scolastico dell’assessore comunale Adriana Querzé in otto consigli dedicati agli insegnanti

“Recuperare le ragioni profonde della bellezza e della ineludibilità del mestiere dell’insegnante, sempre in bilico tra teoria e pratica, artigianato e arte, emozione e raziocinio, organizzazione rigorosa e divagazione creativa, capacità di ‘sentire’ e di ‘farsi sentire’”.

E’ questo l’augurio dell’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzé agli insegnanti delle scuole del territorio alla vigilia dell’avvio dell’anno scolastico 2012-2013, anno reso particolarmente delicato dalla crisi e dagli eventi sismici che hanno interessato la provincia di Modena lo scorso maggio.

“E’ difficile educare in tempo di crisi perché per farlo serve un’idea di futuro che oggi manca”, afferma Querzé. “Manca ai giovani e ai meno giovani, ai genitori e ai figli, alle forze politiche, ai semplici cittadini e agli insegnanti che risentono doppiamente di questa mancanza perché si trovano come contadini senza semi per coltivare”. La ricetta individuata dall’assessore per “continuare ad amare il mestiere di insegnante” è composta di otto ingredienti, otto ragioni “che ho trovato per me stessa – prosegue Querzé – che ho fatto e amato profondamente quel mestiere, nella speranza che, almeno in alcune, qualcun altro possa rispecchiarsi, trovando forza e desiderio per ripartire:

1. Abbiamo il privilegio di  accogliere in classe tutti i ragazzi, da qualunque parte del mondo essi provengano, quali che siano le loro autonomie e le loro competenze, affinché a scuola si sentano sempre a casa propria.

2. Abbiamo la responsabilità del tempo di vita dei ragazzi e la possibilità di riempirlo scavando nei miti e nella storia dell’umanità, camminando per i sentieri delle letterature, affrontando i misteri della scienza, avvicinando l’arte e la musica, la meraviglia dei numeri e le conquiste della tecnica.

3. Possiamo donare l’amore appassionato per ciò che insegniamo sapendo che la passione, quando è vera, è altamente contagiosa.

4. Abbiamo la possibilità, ogni giorno, di aiutare i ragazzi ad essere liberi, insegnando loro a ragionare, a formarsi idee, senza trarle dai luoghi comuni, dagli slogan gridati, dal pensiero dominante.

5. Possiamo educare alla Politica insegnando che nel mondo non si raggiunge il possibile senza puntare continuamente all’impossibile e senza impegnarsi per le proprie idee;

6. Abbiamo l’opportunità di insegnare che non ci si salva mai da soli e che il ‘noi’ è il più potente antidoto alla perdita di se stessi.

7. Abbiamo innumerevoli occasioni per ricordare ai ragazzi che la loro vita è irripetibile e che non va sprecata con piccoli e inutili riempitivi di tempo, che nell’immediato soddisfano ma che alla lunga annoiano e arrivano a svuotare per la forza del loro stesso vuoto.

8. Possiamo sfidarli: mettere alla prova le loro migliori qualità, anche quando scompaiono sotto la noia, la voglia di essere altrove o la tendenza a sfuggire la fatica del crescere e del pretendere il meglio da se stessi”.

E a coloro che, ormai disillusi, ritengono questi solo sogni irrealizzabili “perché la scuola è un’altra cosa”, l’assessore Querzé risponde: “Forse è vero, ma per farla cambiare occorre inseguire i sogni”.

Azioni sul documento