28/09/2012

STRAGI NAZIFASCISTE, IL SINDACO FIRMA LA PETIZIONE ANPI

Pighi: “Sull'armadio della vergogna è necessario avviare un dibattito pubblico”

Ha aderito anche il sindaco di Modena Giorgio Pighi alla petizione popolare promossa dall'Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia) per chiedere verità e trasparenza sulle stragi nazifasciste in Italia. La petizione, che fa riferimento ai lavori della Commissione d'inchiesta parlamentare sul cosiddetto “Armadio della vergogna”, è stata presentata a Modena dalla presidente provinciale Anpi Aude Pacchioni assieme al vice presidente nazionale Luciano Guerzoni. In quello che viene comunemente chiamato “Armadio della vergogna”, custodito all'interno della sede romana della Procura generale militare, vennero rinvenute nel 1994 decine di fascicoli relativi alle stragi nazifasciste compiute in Italia nel periodo 1943-45.

Il sindaco Pighi ha partecipato alla presentazione assieme al vice presidente dell'Anpi nazionale Luciano Guerzoni e alla presidente dell'Anpi provinciale Aude Pacchioni.
“Ho scelto di firmare per due motivi: il primo riguarda il nostro territorio, duramente colpito dalla violenza nazifascista”, ha detto Pighi ricordando in particolare l'eccidio di San Cesario e le torture subite dalla partigiana Gabriella Degli Esposti. “Il secondo – ha proseguito – è che è ormai giunto il momento di avviare un dibattito pubblico, seppure da posizioni contrapposte, su quella che è stata una pagina nera della nostra storia giudiziaria. L'occultamento di questa importante documentazione è legato non soltanto alle vicende della Seconda guerra mondiale ma anche agli equilibri internazionali della Guerra fredda”.
La petizione, indirizzata al presidente del Senato, chiede che il materiale dell'“Armadio della vergogna” sia reso accessibile a studiosi e cittadini e che il Governo italiano si faccia promotore di una richiesta di risarcimento al Governo tedesco per i danni derivanti dalla cosiddetta “Guerra contro i civili”, che si stima abbia provocato in Italia circa 15 mila vittime incluse donne, anziani, bambini.

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