24/01/2013

LE MAIOLICHE RUBBIANI IN MOSTRA AL MUSEO CIVICO D'ARTE

Sabato 26 gennaio in largo Sant'Agostino inaugura “Le mani dell'arte e della carità”

Inaugura sabato 26 gennaio alle 17 e rimane aperta fino a mercoledì 1 maggio al Museo Civico d'Arte in largo porta Sant'Agostino la nuova mostra “Le mani dell'arte e della carità: l'insegna Rubbiani dell'antico ospizio modenese”, dedicata alle targhe in maiolica dell'antico ospizio cittadino, realizzate a fine Ottocento dalla nota manifattura Rubbiani di Sassuolo. L'esposizione fa seguito al restauro finanziato dall'Opera Pia Case di Riposo di Modena, la cui attività è testimoniata in mostra da alcune interessanti ceramiche di impronta verista.

L'iniziativa  è realizzata in collaborazione con l'Ausl di Modena, proprietaria delle targhe, e le Ceramiche Marca Corona. Un accordo tra il Museo Civico d'Arte e questa importante realtà produttiva locale, proprietaria di un museo aziendale che ricostruisce la storia della Ceramica Rubbiani, ha permesso la schedatura informatizzata della raccolta di ceramiche del Museo, in parallelo a quella della Galleria Marca Corona.

Le targhe Rubbiani accoglievano gli ospiti dell'antico ricovero di mendicità di Via Sant'Agostino. Esposte per la prima volta al Museo dopo il recente restauro, parlano di quel mondo e delle mani che le hanno plasmate e dipinte. Probabilmente al 1884 risale la loro commissione e fino al 1937 svolsero il compito di ornare la porta d'accesso del ricovero cittadino. Eseguite dalla manifattura ceramica Rubbiani di Sassuolo, allora tra le più celebri in Italia, sono testimoni dell'opera del raffinato pittore fiorentino Carlo Casaltoli, il cui ruolo di direttore artistico dello stabilimento ne favorì l'allineamento col gusto dell'epoca, oscillante tra neorinascimento, orientalismo e liberty, come ci testimoniano anche le opere grafiche e pubblicitarie esposte in mostra.

Negli anni in cui le targhe vedevano la luce, la ditta Rubbiani attraverso la “ceramica d'arte” si dimostrava sensibile al gusto eclettico che abbinava naturalismo a evocativi richiami storici. Oltre Modena, le targhe del vecchio ospizio ci riportano così alla  corrente artistica e letteraria nazionale del verismo, di cui diventano originali testimonianze. Nel loro raffigurare un uomo anziano condotto all'ingresso del ricovero da un uomo in giacca e bombetta, e uno scorcio della carrozza del ricco accompagnatore in attesa del suo ritorno, diventano una tanto garbata quanto efficace metafora dell'anima assistenziale della città, cristianamente rappresenta dall'immagine di San Rocco che assiste un malato inginocchiato dinanzi a lui.

All'interno del gruppo di artisti in contatto con la manifattura sassolese e collaboratori dello stesso Casaltoli, vi era anche il modenese Silvestro Barberini pittore, ma soprattutto scultore e plasticatore del quale sono esposti in mostra un vaso decorativo e un centrotavola, entrambi di proprietà dell'Emilceramica, un Ritratto di prelato in maiolica di recente riscoperto presso il monastero di San Pietro di Modena e a lui attribuito, un dipinto di proprietà del municipio di Finale Emilia raffigurante il portale della villa Pentetorri di Modena, bombardata nel 1944, e un ritratto dell'amico pittore Gaetano Bellei.

In mostra anche un album fotografico con i numerosi pezzi della produzione Rubbiani presentati alle varie Esposizioni Nazionali, un vaso decorativo realizzato da Barberini e Casaltoli, un prezioso piatto con il ritratto della Regina Margherita di Savoia provenienti dalla Galleria Marca Corona. Infine, fotografie storiche degli interni ed esterni del vecchio ricovero modenese: una documentazione sulla collocazione originale dell'antica insegna Rubbiani e  degli “stanzoni” che ospitavano oltre una cinquantina di letti.

L'ingresso al Ricovero si trovava in via Sant’Agostino, nella parte meridionale dell’Albergo dei Poveri (attuale Palazzo dei Musei), costruito da Pietro Termanini tra il 1764 e il 1769 per volere del duca Francesco III d’Este. Dopo essere stato trasformato in Albergo Arti da Ercole III nel 1788, dal 1817 al 1884 fu sede della Congregazione di Carità. Nel 1872, la sezione meridionale dell’Albergo accoglie al suo interno il Ricovero di Mendicità, adibito alla cura degli anziani e degli inabili al lavoro, sia uomini che donne.  Nel 1883, nonostante la cessione dello stabile al Comune di Modena affinché vi fossero riuniti i principali istituti culturali e scientifici cittadini, nonché le maggiori raccolte artistiche, la parte meridionale dell’Albergo rimane a disposizione del Ricovero attraverso un regolare contratto d’affitto. L'anno successivo la Congregazione trasferisce i suoi uffici in un complesso che comprende alcuni locali di nuova costruzione e Palazzo Boschetti, con l’accesso ubicato in via Sant'Agostino 20, poco oltre il portale d’ingresso del  Ricovero, ornato da un'insegna formata da due formelle in ceramica che inquadrano ai lati l’iscrizione “Ricovero provinciale di mendicità”.

Curata da Stefano Bulgarelli e Lorenzo Lorenzini, la mostra è aperta con ingresso gratuito al Museo civico d'arte, da martedì a venerdì dalle 9 alle 12, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.

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