18/10/2013

SALUTE MENTALE / 2 – GLI INTERVENTI DEI RELATORI

Nel Consiglio comunale dedicato sono intervenuti il sindaco Pighi, la presidente Liotti, il direttore Ausl Martini, l’assessore Maletti e il direttore del Dipartimento Starace

“La prevenzione gioca un ruolo importante anche nel settore della salute mentale e in periodi particolarmente complessi come questo non possiamo attendere, per intervenire, che il disagio si sia manifestato in forme particolarmente severe. Vanno messe in rete tutte le risorse del territorio, sia a livello istituzionale che della società civile, sul versante sanitario come su quello delle politiche di sostegno e inclusione”.

Lo ha detto il sindaco di Modena Giorgio Pighi a conclusione della seduta del Consiglio comunale di giovedì 17 ottobre dedicata alla salute mentale. “Le relazioni tra persone – ha proseguito – sono sempre più complicate e difficili, e uno dei drammi della società contemporanea è il grande impoverimento delle capacità comunicative e dei linguaggi, con l’effetto di una moltiplicazione del senso di isolamento. Per questo, una delle maggiori responsabilità che abbiamo come istituzioni è saper promuovere occasioni di ascolto e opportunità di incontro, di costruzione collettiva, di sviluppo di interessi e creatività, ridando massimo valore alla socialità e al ‘fare con gli altri’ come antidoto alla solitudine e al disagio”.

La presidente del Consiglio Caterina Liotti ha aperto i lavori evidenziando come la scelta “di dedicare parte del Consiglio comunale al tema della salute mentale abbia la finalità di sviluppare un approfondimento politico che porti tutta la città a condividere l’importanza di considerare la salute mentale parte integrante della qualità della vita e del benessere dei cittadini. Perché la stabilità psichica – ha aggiunto – è questione fondamentale per la gioia del vivere, premessa necessaria affinché il singolo possa sviluppare il proprio potenziale intellettuale ed emotivo, e sul piano sociale costituisce una risorsa per la coesione e per un maggior benessere sociale, nonché per la prosperità economica di una comunità”.

Il direttore generale Ausl di Modena Mariella Martini ha evidenziato l’importanza di “arrivare a inserire l’attenzione alla salute in tutte le politiche: sociali, culturali, del tempo libero, dell’abitare, delle azioni di comunità. Perché per stare bene – ha affermato – tutti i cittadini devono essere messi in condizione di poter sviluppare le proprie capacità. Ogni persona è portatrice di risorse, che convivono con elementi di sofferenza e di debolezza. Da queste risorse dobbiamo far sì che si crei un valore aggiunto a beneficio di tutta la collettività”.

L’assessore comunale alle Politiche sociali, sanitarie e abitative Francesca Maletti ha spiegato che “sono 579 le persone con disagio adulto seguite dai Servizi sociali nel 2012, di cui quelle con patologia psichiatrica hanno avuto una presa in carico integrata con il Dipartimento di salute mentale. Negli ultimi due anni – ha proseguito – sono stati avviati due progetti innovativi: Iesa e il Budget di salute. Il progetto Iesa, in collaborazione con l’associazione Rosa Bianca, è volto a favorire l’accoglienza da parte di famiglie presso la propria casa di persone che soffrono di disturbo psichico, e nel 2012 ha visto coinvolte 14 famiglie. Il Budget di salute è invece una attività sperimentale rispetto alla Regione Emilia-Romagna che permette di mettere insieme tutte le risorse individuali, familiari, sociali e sanitarie possibili nella progettazione e attivazione di interventi terapeutico-riabilitativi per poter costruire al meglio un percorso di vita”.

Il direttore del Dipartimento di salute mentale Fabrizio Starace ha evidenziato l’importanza di diffondere “una cultura della ripresa e del recupero possibile”, obiettivo dichiarato della Settimana della salute mentale “Màt” in programma dal 19 al 26 ottobre. Fondamentale, secondo Starace, è perseguire la “lotta all’esclusione sociale di persone con disturbi, un livello di integrazione dei settori della sanità, del sociale, dell’istruzione, del lavoro e del settore giudiziario. A Màt abbiamo deciso di dare spazio alle narrazioni personali, alle storie di guarigione di persone che hanno rielaborato questa esperienza per renderla compatibile con una vita sociale e trasformarla in una risorsa per la comunità intera”.

 

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