27/11/2013

IL VILLAGGIO MODENA EST CERCA UNA NUOVA IDENTITA’

Grazie all’accordo tra residenti, operatori e amministratori si può cercare di rendere più vivibile un’area di 197 mila metri quadrati che rischia la desertificazione

Un villaggio artigianale storico a Modena Est di 197 mila metri quadrati compresi in un quadrilatero segnato da viale dell’Indipendenza, viale Caduti sul lavoro, via degli Inventori e la ferrovia Milano Bologna. Molto cemento, molti capannoni, molte officine e laboratori, con alloggi e poco verde. Ma gli anni d’oro della produzione industriale sembrano essere passati e alcuni stabili sono vuoti, o sottoutilizzati. L’area rischia la desertificazione.

E allora perché non proporre una serie di idee, scaturite da residenti e operatori per la riqualificazione del villaggio? Niente nuove costruzioni ma riconversione dell’esistente per una vita migliore per chi vi lavora e vi abita. Officine e fabbriche abbattute per costruire nuovi alloggi, con più verde, più servizi, più aree giochi. Nessuna cessione dell’esistente ma una valutazione del bene che viene condiviso e scambiato con una serie di locali all’interno del nuovo immobile. Non un sogno imposto dall’alto ma un’ipotesi condivisa che si può realizzare un passo dopo l’altro, un immobile dopo l’altro.

E’ l’ipotesi su cui sta lavorando la Circoscrizione 2 in vista della costituzione di un vero e proprio consorzio per la realizzazione degli interventi. L’appuntamento è per questa sera, 27 novembre  nella sede della Polisportiva Modena Est.

“Una prima assembla pubblica è stata convocata per presentare il progetto - sottolinea Antonio Carpentieri presidente della Circoscrizione 2 - per condividere alcune riflessioni e per raccogliere pareri e suggerimenti.”

“E’ un progetto che ha bisogno del consenso - prosegue Carpentieri - per poter trasformare uno studio di fattibilità, curato da tecnici del settore, in un consorzio in cui non occorrono soldi pubblici per cercare di trovare un riequilibrio economico di una fetta importante della città zona. Un’ipotesi di soluzione ad un problema in cui non si fanno affari ma si cerca la permuta, il baratto, in base ai metri cubi messi a disposizione.

“Da tempo noi investiamo nella linea di proporre alla comunità locale questa politica di ‘sostituzione edilizia - afferma Dino Piacentini, presidente di Aniem, Associazione nazionale imprese edili manifatturiere - convinti che sia interesse di tutti puntare sulla riqualificazione anziché sull’espansione delle aree costruite. Invece di consumare altro suolo è di gran lunga più conveniente, per noi e per le prossime generazioni, riqualificare il costruito attuale”

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