18/03/2013

PSC/2 – I MODENESI VOGLIONO NEL FUTURO UNA “MEDIA” CITTÀ

Dal sondaggio dell’Ufficio ricerche del Comune di Modena emerge la richiesta di azioni per l’affitto e di attenzione al risparmio energetico e del territorio

Modena come città media, che nei prossimi 20 anni non deve superare i 200 mila abitanti, senza nuovi grandi centri commerciali, attiva nel mercato dell’affitto attraverso agevolazioni fiscali o garanzie ai proprietari di alloggi e con un occhio di riguardo al risparmio energetico e del territorio.

E’ questa l’immagine della città di domani che emerge dal sondaggio effettuato dall’Ufficio ricerche del Comune di Modena su 1.423 persone nell’ambito del percorso di definizione del futuro Psc, Piano strutturale comunale.

A volere una città di medie dimensioni nei prossimi 20 anni è un 62,1% degli intervistati, mentre il 33,6% valuta l’ipotesi di una crescita al fine di stare al passo con i tempi. Tutti sono ampiamente d’accordo con l’idea che, nella crescita della città, si debba comunque consumare meno energia, evitare di utilizzare nuovo suolo agricolo per abitazioni e produzione, limitare gli spostamenti in auto a favore di percorsi a piedi, in bicicletta e con mezzi pubblici, e utilizzare internet per molti dei rapporti burocratici tra cittadino e Amministrazione. La tendenza è decisamente favorevole all’incentivazione della qualità edilizia e del risparmio energetico, oltre alla riqualificazione delle aree industriali esistenti senza realizzarne di nuove. Il 65,7% ritiene che a Modena non vadano previsti nuovi grandi centri commerciali, ma preferite strutture di medie dimensioni e di vicinato, mentre il 31,3% subordina la decisione agli andamenti della domanda.

E’ buono l’accordo sull’idea di città compatta, anche in termini di mobilità e coesione sociale, così come la valutazione di aumentare ampiamente la pedonalizzazione del centro storico, compresa piazza Roma. Per gli intervistati l’elemento più immediato e distintivo della “periferia” è la distanza dal centro (40,4%), ma sommando diverse modalità di risposta risulta che oltre la metà ritiene che a connotare una zona come periferica è la mancanza o carenza di servizi, siano essi di tipo commerciale, di trasporto o servizi pubblici in genere.

Positivo, ma meno netto rispetto alla pedonalizzazione, l’accordo dei modenesi con l’estensione delle zone dove il limite di velocità è posto a 30 chilometri all’ora. Al primo posto per il miglioramento della qualità dell’ambiente urbano viene indicata la riduzione del traffico e dell’inquinamento e, a distanza, l’aumento del verde e dei servizi.

I tre quarti degli intervistati ritengono che il Comune debba intervenire attivamente nel mercato dell’affitto premiando chi rende disponibile un alloggio affinché diventi più ampia e agile la possibilità della locazione. Solo per circa un 19% si rimanda all’autoregolazione del mercato e ai rischi imprenditoriali dei proprietari.

Le parole che dovrebbero descrivere Modena per i prossimi vent’anni sono “Diritti”, “Opportunità”, Solidarietà” e “Regole”, ci si attende cioè una città con forte senso civico, capace di apertura ma con moderazione e non particolarmente indirizzata al cambiamento radicale. E a conferma del senso civico e della disponibilità ad assumersi responsabilità anche il fatto che circa il 64% degli intervistati si è detto disponibile a collaborare alla gestione di piccole aree del territorio curandone la manutenzione e la disponibilità a uso pubblico. L’unica parola che raccoglie un punteggio insufficiente e che quindi non si vuole caratterizzi la Modena dei prossimi anni è “più grande”.

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