16/04/2013

GIOVANI / 2 – “A MODENA NON CALANO LE IMMATRICOLAZIONI”

L’assessore Querzé ha riportato in Consiglio i dati dell’Università di Modena e Reggio

“L’Ateneo di Modena e Reggio Emilia nell’anno accademico 2012-2013 ha avuto un trend inverso rispetto a quello nazionale: l’Università conferma il positivo risultato dello scorso anno senza registrare diminuzioni nelle immatricolazioni”.

Lo ha detto l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena nella seduta del Consiglio comunale del 14 aprile, rispondendo alle due interrogazioni, una di Pd e Sel e una del Pd, sui temi degli investimenti in capitale umano e della situazione delle immatricolazioni dell’Ateneo modenese.

Alla data del 6 marzo si registrano 6.122 nuove immatricolazioni (+ 0,03%), di cui 4.065 relative alla sede di Modena e 2.057 a quella di Reggio. Sebbene negli ultimi anni i corsi di laurea siano passati da 91 a 76, l’Ateneo ha registrato un progresso nelle immatricolazioni del 4% negli ultimi cinque anni e del 30% negli ultimi dieci. Rispetto alle scelte delle matricole, si è registrato un calo del 14,47% per gli studi giuridici e del 9,60% per quelli economici. Incrementi invece hanno riguardato gli studi di ingegneria che registrano un +34,70%, quelli ad indirizzo agrario con un +24%, quelli di Educazione e Scienze Umane con un + 16,23% e quelli di Scienze della vita, in particolare Biotecnologia e Biologia, con + 6,90%. Gli abbandoni del percorso di studi ammontano a circa il 9%, media decisamente inferiore a quella nazionale (16%), che varia sensibilmente da corso a corso di studi (Medicina e gli altri corsi a numero chiuso hanno un tasso di abbandono non superiore al 5%). Si registra un recupero di interesse per l’Università da parte di studenti italiani fuori regione (+0,63%) e di corregionali (+ 0,67%), mentre diminuisce il numero di matricole provenienti dall’estero (-0,68%).

Nella replica, il consigliere Ricci ha sottolineato che l’Italia nella classifica dei laureati è al 34esimo posto su 36 paesi Ocse e che il 93% dei dottorandi non trova una propria collocazione all’interno dell’Università: “Un sistema politico di ampie vedute sa che l’Università non lavora e non deve lavorare solo per rispondere alle richieste contingenti delle imprese, ma per uno sviluppo culturale dei cittadini, anche in campi non immediatamente remunerativi: questo è un investimento sul futuro”. Elisa Sala si è detta soddisfatta della “dettagliata risposta” dell’assessore, “ma confesso che la mia preoccupazione non è risolta: quanto accade all’interno delle nostre Università va monitorato costantemente”. La consigliera ha inoltre convenuto sull’importanza dell’orientamento sia per la scelta delle scuole superiori sia successivamente: “Ci si deve anche chiedere – ha aggiunto – se uno studente deve seguire le proprie attitudini e capacità o se deve seguire un determinato percorso di studi per rispondere alla richiesta del mercato”.

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