22/04/2013

LIBERAZIONE / 1 - IN CONSIGLIO IL RICORDO DI 68 ANNI FA

La presidente Liotti ha tratteggiato i momenti salienti della Liberazione della città. Il sindaco Pighi ha rammentato l’appello di Alfeo Corassori: “Modenesi all’opera”

Modena, 22 aprile 1945: era una domenica, le fabbriche erano chiuse e centinaia di modenesi scesero in strada per sostenere i partigiani. Alle 12 il sindaco designato dal Cnl, Alfeo Corassori, era già entrato in Consiglio comunale; solo alle 20 entrò a Modena una colonna americana che trovò la città già libera, la prima città del nord a essersi liberata da sola. 45 caduti, per la metà civili, fu il prezzo pagato.

“Quello stesso Consiglio, che reca ancora i segni della memoria – ha affermato la presidente Caterina Liotti - esattamente 68 anni dopo, ospita la seduta straordinaria per la celebrazione della Liberazione di Modena che abbiamo voluto intitolare ‘Costruire la democrazia’. Modena, Medaglia d’oro al valor militare con decine di medaglie d’oro e d’argento conferite a modenesi e 19mila 318 partigiani riconosciuti, intende soprattutto riflettere sul dopo - ha detto la presidente in apertura del Consiglio straordinario di lunedì 22 aprile - per contribuire a indirizzare il dibattito politico, soprattutto in un momento così convulso. E intende farlo – ha continuato Liotti - con un occhio particolare alle donne alle quali saranno dedicate anche le iniziative del 25 Aprile, perché senza le donne la Resistenza non sarebbe stata possibile”.

Dopo aver salutato le autorità civili, militari, i rappresentanti delle associazioni partigiane e combattentistiche, i consiglieri regionali presenti alla seduta, la presidente ha dato la parola al sindaco Giorgio Pighi che ha ricordato due illustri predecessori ugualmente importanti per la storia cittadina e l’affermazione della democrazia. Ferruccio Teglio, “primo sindaco socialista della città e forte oppositore del fascismo, alla guida di Modena in un momento in cui la violenza fascista penetrava e minava la coesione sociale fino a rendere impossibile il governo della città. Il sindaco ebreo, sempre schierato dalla parte degli ultimi,. che subì la violenza quadristica e, una volta decaduto, dovette affrontare disagi e persecuzioni”, ha affermato Pighi. L’altro, il sindaco che guidò le nostre terre verso la democrazia, Alfeo Corassori, anch’egli acceso antifascista, il cui calvario iniziò già dagli anni ’20 e dopo l’8 settembre del 1943 cominciò la militanza nella Resistenza e alla guida del partito comunista. Fu lui – osserva il sindaco - a entrare in questo Palazzo comunale prima dell’arrivo degli alleati. Nel momento del suo insediamento – ha sottolineato Pighi - fece un appello a tutti i modenesi: ‘Tutti collaborino all’immane opera di ricostruzione, Modenesi al lavoro’. Quella sfida ci ha portati alla Modena di oggi, un percorso per la liberà, la democrazia, il lavoro; mai contro qualcosa. Questo il messaggio che anche oggi il Consiglio comunale deve trasmettere ai modenesi”, ha concluso il sindaco Pighi.

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