27/05/2013

PRECARIETÀ / 2 – LAVORO? FIDUCIA SOLO NEL LUNGO PERIODO

La ricerca, un giovane modenese su due ha poche aspettative di trovare occupazione nell’immediato futuro, più ottimismo in una prospettiva di dieci anni

Ci sono contesti sociali in cui i giovani modenesi si sentono più precari e altri che si prestano come rifugio? Che cosa comporta la precarietà nei contesti fondamentali della socialità giovanile? Sfiducia radicale o al contrario disponibilità a muoversi nella dimensione del rischio?

Sono le domande a cui ha cercato di rispondere la ricerca “La precarietà giovanile” promossa dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Modena in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia. L’indagine è stata condotta nel 2012 attraverso un questionario sottoposto a gruppi informali di giovani con età tra i 13 e 29 anni del territorio comunale (123 rispondenti, 66 maschi e 57 femmine); a sette gruppi sono state sottoposte anche interviste semistrutturate per raccoglierne pareri più approfonditi. Tra i ragazzi intervistati rientrano gruppi informali contattati dal camper Infobus del Comune di Modena, oltre a gruppi che gravitano intorno al circolo Alchemia, all’associazione Gavci, alla ludoteca Strapapera, alla Città dei Ragazzi e ai Net Garage, giovani del servizio civile e anche quelli contattati nell’ambito del progetto Trasparenze.

Scuola, lavoro, gruppo di amici, famiglia e rapporto affettivo di coppia sono gli ambiti indagati in relazione ad aspetti quali precarietà, sicurezza, rischio, fiducia, in una prospettiva di medio (un anno) e di lungo periodo (dieci anni).

Dai risultati della ricerca emerge che quasi sette giovani su dieci (68,7%) guardano con fiducia al futuro prossimo (medio-breve periodo) in riferimento alla scuola, mentre in relazione al lavoro prevale la sfiducia in più di un giovane su due (51,7%). Ma, sebbene il lavoro rimanga l’ambito più segnato da scarse aspettative, la fiducia aumenta (73%) in una prospettiva di più lungo termine (10 anni); allo stesso modo i ragazzi interpellati nutrono più fiducia di fare carriera rispetto a quanta ne hanno di riuscire a inserirsi sul mercato del lavoro.

Nel breve-medio periodo la fiducia prevale in altri contesti sociali: innanzitutto, per quasi nove giovani su dieci (89%) nel gruppo di amici, in famiglia (81,5%) e nella coppia (77%), ambiti più frequentemente caratterizzati da relazioni di tipo affettivo e che rappresentano aree protette nell'esperienza dei giovani.

“La disponibilità a concedere fiducia – spiega Federico Farini curatore della ricerca - in una situazione in cui controllare il futuro e pianificare a lungo termine appare impossibile, è basata sull’affettività. I ‘contesti-rifugio’ sono quelli in cui i giovani sono più disposti a concedere fiducia e quindi ad assumersi i rischi che permettono di trasformare l’osservazione della crisi in tensione positiva verso il cambiamento. È tuttavia importante sottolineare che il lungo periodo permette di sperare anche nei contesti e per le età in cui la sfiducia nel breve periodo, alimentata dall’età che avvicina al lavoro, è elevata”.

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