18/07/2013

“FERMA CONDANNA DI OGNI PROPAGANDA NAZIFASCISTA”

L’assessore Marino risponde a due interrogazioni di Garagnani (Pd) e Ricci (Sel)

“Quando si parla di episodi di propaganda nazifascista mi sento coinvolto sue due piani. C’è un livello tecnico a cui rispondono i controlli di Polizia municipale e quello politico di ferma condanna, non solo di quei comportamenti che ricadono evidentemente nel reato di apologia del fascismo, come previsto la legge 654 del 1975, ma anche dell’esposizione di ogni simbolo del nazifascismo e di tutti quegli atteggiamenti che tendono a rinnegare o a sottovalutare quanto di terribile ha causato, perché solo conservando la memoria del passato possiamo guardare al futuro”. Lo ha precisato l’assessore alla Qualità e sicurezza della città e alla Polizia municipale Antonino Marino rispondendo durante il Consiglio comunale di giovedì 18 luglio a due interrogazioni.

Il consigliere del Pd William Garagnani ha chiesto in un’istanza firmata anche dal capogruppo Paolo Trande se “durante fiere e mostre esistono controlli per evitare propaganda diretta o indiretta del nazifascismo” facendo riferimento a un episodio in cui veniva offerto in vendita un ritratto di Hitler su un banco del mercato dell’antiquariato di Modena. E ha domandato “se in occasione del mercato che si svolge mensilmente in piazza Grande, viene effettuato un controllo delle merci a opera della Polizia municipale e se attraverso questo controllo è possibile impedire il ripetersi di episodi analoghi, tenuto conto anche del fatto che la piazza conserva il ricordo dei martiri della Resistenza ed è per i modenesi il luogo simbolo della liberazione della loro città dal nazifascismo”.

Il capogruppo di Sel Federico Ricci ha presentato invece un’interrogazione, firmata anche da Paolo Trande, su una bandiera della Repubblica di Salò esposta a giugno in un locale di via Caduti sul lavoro a Modena est e ha ricordato la segnalazione al Comando della Polizia municipale compiuta da un cittadino e rimasta senza risposta, chiedendone i motivi.

Al riguardo, l’assessore ha spiegato che “due successivi controlli de Polizia municipale nel locale non hanno dato esito positivo perché la bandiera non era esposta, ma il comandante ha provveduto a informare il dirigente della Digos e ha appreso che la vicenda era già nota. Il locale è stato invece chiuso per alcuni giorni perché non è risultato in regola con le disposizioni in materia di igiene”.

“Controlli della municipale avvengono anche sull’attività degli operatori in occasione di fiere e mercati – ha continuato Marino - e sino ad ora era stata fatta solo una segnalazione in merito a una possibile apologia del fascismo, ma la legge non considera condannabile l’esposizione di un simbolo e, più in generale le sentenze in materia sono talvolta discordanti”.

A questo proposito il consigliere Garagnani ha ricordato la sentenza conseguente alla denuncia nei confronti di un venditore di Verona di bottiglie di vino che riproducevano l’immagine di Hitler: “Nell’occasione il giudice parlò di quello che porta a fare in nome del profitto un nuovo reato di stupidità umana”.

Per il consigliere Gian Carlo Pellacani dell’Udc, che ha chiesto la trasformazione dell’interrogazione in interpellanza, “l’apologia deve essere condannata se si è veramente in presenza di comportamenti ascrivibili ad essa, ma associarla con gli oggetti esposti al mercatino è come andare a cercare i fantasmi. Non si possono confondere i raccoglitori di oggetti storici – ha osservato - con i nostalgici. Nei mercatini troviamo sempre oggetti appartenuti a vari eserciti del passato e chiedere interventi di censura politica vuol dire stravolgere i limiti del normale confronto”.

Anche per Sandro Bellei del Pdl, che ha detto di frequentare spesso i mercatini essendo un collezionista di giornali satirici e di aver visto sui banchi di varie città anche tanti giornali del ventennio fascista “bisognerebbe avere un po’ di tolleranza e capire le cose”.

In sede di replica, Garagnani ha sottolineato “lo scontro di civiltà tra chi pensa che tutto sia passato e chi è convinto che la conoscenza storica e la cultura servano a combattere la stupidità ed evitare che certe cose si ripetano, questo ci si proponeva introducendo lo studio della storia del ‘900 nei programmi scolastici” .

L’altro interrogante, Ricci, ha invece chiesto all’assessore se “partendo dalle fonti normative nazionali e dalle possibilità regolatorie locali, non sia possibile introdurre nel Regolamento di Polizia urbana una sorta di automatismo che consenta una denuncia d’ufficio in casi di apologia del fascismo, risolvendo quindi l’ambiguità della normativa nazionale”.

L’assessore Marino ha ricordato come sia il Consiglio comunale ad approvare il Regolamento, “se ci fossero indicazioni di questo tipo da parte di alcuni consiglieri le approfondiremo, ma al di là di norme e controlli è importante parlare di come sia possibile evitare nel nostro Paese comportamenti di questo tipo”, ha precisato aggiungendo di condividere la preoccupazione per il dilagare di certi atteggiamenti.

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