04/11/2014

IL CONSIGLIO GUARDA CON FAVORE ALLE CASE DELLA SALUTE

L’Aula dibatte sul Protocollo d’intesa tra Comune e Ausl sul Piano delle sedi sanitarie

Dopo la presentazione avvenuta giovedì 30 ottobre, nella seduta di lunedì 3 novembre il Consiglio comunale ha a lungo dibattuto del Protocollo d’intesa tra Comune e Azienda sanitaria relativo al Piano delle sedi sanitarie.

Per il Pd, Tommaso Fasano ha sottolineato “il carattere innovativo delle Case della salute per rispondere a patologie croniche fuori dal contesto ospedaliero” e “il valore di una sanità proattiva, capace di riconoscere in anticipo i bisogni e di agire in ottica di prevenzione”. Francesca Maletti ha ricordato il percorso “dello spostamento del Sert da quando (2008), la sede non risultava più idonea e Comune e Sert ne prevedevano lo spostamento (2009), all’ipotesi dello sdoppiamento, consentito dalla Regione, alla possibilità offerta da un privato nella zona industriale di Modena est (2013), superata per volere di Circoscrizione e altri soggetti, fino all’accordo tra Ausl e Ceis”. Lo spostamento è “il punto di approdo di un lungo iter” anche per Chiara Susanna Pacchioni, che ha inoltre ribadito il ruolo delle Case della salute come “punti di coesione sociale, soprattutto nelle emergenze” e, quindi, la necessità di “un’informazione capillare alla cittadinanza”. Per Walter Vincenzo Stella “il trasferimento dell’ex Sert deve essere frutto di un percorso trasparente e il più condiviso possibile con i cittadini. Nel Servizio non si tratteranno solo problemi di tossicodipendenze ma tutti i tipi di dipendenze, anche le ludopatie, affinché possa essere preso a modello nazionale. Simona Arletti ha ribadito: “Con le Case della salute stiamo dando un volto nuovo alla promozione della salute in città attraverso proattività e assistenza continuativa per malattie croniche. Dall’Ausl vorrei sapere quanto il progetto è condiviso con ospedalieri e universitari”. E Caterina Rita Liotti ha chiesto in particolare di riflettere “sull’applicazione della legge sulla parità di genere in riferimento ai temi della salute, affinché il nuovo approccio ai servizi rappresenti anche in questo senso un vero miglioramento”. Antonio Carpentieri ha detto che “la scelta fatta per la futura collocazione del Sert mi sembra un buon punto di equilibrio” e per garantire “il massimo coinvolgimento dei cittadini è fondamentale presentare loro il servizio, chi ci lavora e chi lo frequenta”. Per il capogruppo Paolo Trande “la parola chiave oggi è appropriatezza, cioè fare in modo che le risposte alle nuove domande di sanità siano assolutamente appropriate, quindi utilizzate quando e dove servono. Inoltre – ha aggiunto - ci convince l’idea di dislocare le Case della salute nei quattro quartieri cercando un’integrazione avanzata dal punto di vista fisico, strutturale e organizzativo”.

Adriana Querzè di Per me Modena ha parlato di “revisione del paradigma assistenziale” in funzione al “potenziamento dell’interfaccia tra pazienti e aziende sanitarie e all’eliminazione degli sprechi” e della necessità “di campagne formative e informative predisposte con il concorso di Comune e Ausl”.

Marco Cugusi di Sel, dopo aver ribadito l’importanza “di mettere in rete medici di base e professionisti della sanità per dare risposte qualificate”, ha sottolineato quanto “l’Amministrazione comunale può incidere sugli stili di vita per la prevenzione delle malattie croniche”, oltre che nell’informazione sulla celiachia.

Dubbi sulla nuova localizzazione del Sert sono stati espressi da Luigia Santoro (Ncd) che ha invece definito le Case per la salute “l’occasione per offrire un servizio più completo ai cittadini e un’opportunità di risparmio economico. Rimane però da affrontare – ha proseguito – il problema della riorganizzazione delle cure specialistiche che le Case della salute non risolvono”.

Positivi sono per Marco Bortolotti del Movimento 5 stelle “il ruolo delle Case della salute per evitare di stressare le strutture ospedaliere, lo spostamento della Medicina dello Sport, la conferma della sede di San Giovanni del Cantone”, mentre è critico il giudizio sulle scelte “di collocare il Sert fuori dall’anello delle tangenziali” e “di spendere 1,6 milioni per acquisire l’area per la Casa della salute Modena nord”. Per Mario Bussetti, che si è detto d’accordo su molti punti del protocollo, “manca però il contesto in cui collocare le innovazioni: non è chiaro come la nuova struttura si integrerà con quelle che già esistono, né come dovrà essere il rapporto tra i due ospedali. Mancano risposte”. E Marco Rabboni ha insistito sull’importanza di avere presidi territoriali sanitari anche nelle frazioni.

Al termine del dibattito consiliare, la direttrice generale dell’Azienda Usl Mariella Martini ha quindi annunciato come “il distretto sanitario stia sviluppando un ‘progetto Frazioni’ che prevede che alcuni interventi siano svolti proprio nelle frazioni a favore della popolazione residente”.

“L’obiettivo finale – ha concluso il sindaco Gian Carlo Muzzarelli - è superare la frammentazione della complessa offerta sanitaria modenese e realizzare una filiera completa e interamente in rete dove i servizi si integrino davvero. Oggi con il Piano delle sedi sanitarie non risolviamo tutti i problemi, ma definiamo l’intera strategia”.

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