16/10/2015

PSC/3 – GLI INTERVENTI IN CONSIGLIO DELLA MAGGIORANZA

Diversi i consigliere intervenuti nel dibattito sugli indirizzi del futuro Piano

Sul tema del Psc, nella seduta del Consiglio comunale di Modena di giovedì 15 ottobre, si è sviluppato un dibattito di oltre tre ore. Numerosi i consiglieri della maggioranza che sono intervenuti.

Per il Pd, Fabio Poggi ha evidenziato il bisogno di “volare alto rimanendo con i piedi per terra. Dobbiamo costruire un Psc con radici profonde nel tessuto cittadino e il percorso deve coinvolgere tutta la città nelle sue forme, non solo i cittadini. Si tratta del primo vero Psc di Modena, ma questa non è l’unica novità, l’altra è la discussione cominciata in Regione sulla legge urbanistica”. Secondo Susanna Pacchioni “il Psc è un’opportunità che non possiamo farci sfuggire e comporta una responsabilità alta: lo sguardo sul futuro non può prescindere dai valori di base: ascolto, rispetto della gente e dell’ambiente, attenzione per le aree verdi, le falde, il tema del saldo zero, che non è solo il calcolo algebrico ma una scelta di politica chiara”. Anche Vincenzo Walter Stella ha parlato di “occasione unica e stimolante per pianificare il futuro della città, che spero venga fatto con il contributo di tutti”. Il consigliere ha evidenziato la responsabilità della Giunta e del Consiglio nella definizione del nuovo Piano in un momento in cui Modena sta cercando di superare una crisi strutturale”. Marco Forghieri ha espresso l’esigenza di andare verso una semplificazione: “Lo strumento in vigore finora ha probabilmente esaurito la sua utilità”, ha affermato aggiungendo che “forse si doveva partire prima con l’idea di sviluppo in verticale della città, senza il consumo di nuovo territorio” e che “per organizzare i servizi è fondamentale prevedere le crescite o decrescite demografiche”. Marco Malferrari si è detto concorde sulla filosofia di fondo degli indirizzi: “Le opere sono tutte da concretizzare ma queste sono sicuramente le intenzioni migliori. Dobbiamo trovare insieme a tutta la cittadinanza le soluzioni ottimali per Modena, perché dove più riesce l’esercizio della democrazia, più è facile che nascano idee in grado di migliorare le condizioni sociali”. Per Diego Lenzini “siamo tutti d’accordo sulla necessità di avere una città compatta, ma non è un percorso facile perché lo sviluppo in verticale è più costoso e a Modena le abitazioni costano già molto, con la conseguente emorragia che si è verificata negli ultimi anni di persone che si spostano verso l’esterno. La vera sfida è rendere competitiva la città compatta e può essere che ci siano da trovare soluzioni non semplici”. Secondo Federica Di Padova le priorità sulle quali la politica deve lavorare sono disegnare una Modena “europea, intelligente e sostenibile”. La consigliera ha centrato l’intervento in particolare sulla cultura: “Progettare un Piano urbanistico vuol dire anche ripensare l’offerta e la produzione dei servizi culturali in modo che Psc e Prg sulla cultura siano due volti della stessa medaglia”. Per Caterina Liotti “si deve fare uno sforzo affinché il genere sia un tema trasversale a tutti i capitoli. Non vorrei un capitolo speciale per le donne perché Modena è a un buon livello di inclusività, ma bisogna trovare strumenti di miglioramento della qualità della vita”. Carmelo De Lillo ha evidenziato l’importanza della partecipazione e ha fatto riferimento alla posizione espressa dalla Regione su consumo di suolo e saldo zero, sottolineando che “non regge più l’equazione che per ridare spinta al comparto edile bisogna consentire di costruire, piuttosto bisogna disincentivare il consumo di suolo e favorire i progetti di riqualificazione”. Andrea Bortolamasi ha evidenziato “tre temi: l’idea di città resiliente con alla base la rigenerazione che si collega alle nuove sfide climatiche che dovremo affrontare; il concetto di città del lavoro, in cui bisogna provare a fare rete facendo interagire funzioni, attività e spazi; l’obiettivo di costruire comunità, in quanto per una crescita inclusiva è necessario provare a tenere insieme la compagine sociale della città che cambierà nei prossimi anni”.

Francesco Rocco di Futuro a sinistra si è detto d’accordo sulle linee “ma non ho capito – ha aggiunto – con quali strumenti si intende svilupparle”. Il consigliere ha evidenziato l’importanza di “evitare lo spreco di suolo e di riqualificare il patrimonio privato esistente, su cui è stato un errore non mettere mano finora” e ha chiesto in che modo l’Amministrazione intende coinvolgere i giovani.

Marco Cugusi di Sel ha definito il futuro Psc come “lo strumento più importante per disegnare il futuro di Modena per i prossimi decenni. C’è un cambio di rotta nel prefigurare le politiche urbanistiche – ha affermato – e i principi che ne sono alla base sono condivisibili. Non ci spaventa partire da una pagina bianca e costruire tutto insieme, il contenuto verrà pian piano e in modo partecipato”.

Azioni sul documento