18/09/2015

PIANO PER LA BUONA SCUOLA A MODENA / 2 – L’OPPOSIZIONE

Gli interventi di FI, M5s, CambiaModena, Per me Modena. Tra i temi, le scuole d’infanzia private e il ritardo sulle competenze e le tecnologie

Giuseppe Pellacani (FI) ha incentrato il proprio intervento sulla riforma nazionale della scuola “sulla quale buona parte del partito di maggioranza ha protestato. Sembra che finora abbia vinto l’immobilismo – ha affermato il consigliere – e, anche se so che il mondo scolastico è sempre stato restio ai cambiamenti, le buone ambizioni iniziali, come i maggiori poteri decisionali ai presidi e la valorizzazione del merito, si sono perse per strada. C’è ancora tanto da fare, anche a Modena dove rimangono ancora incompiuti tanti progetti su edifici scolastici, per i quali non si sa se avremo i soldi, e la riforma verso gli istituti comprensivi”. Il consigliere ha concluso chiedendo la valorizzazione del ruolo delle scuole private, soprattutto per l’infanzia, che “producono risparmi per la collettività mantenendo un livello qualitativo pari a quello della scuola pubblica e garantiscono quel valore da non disperdere che è la libertà di scelta per la formazione dei nostri figli”.

Mario Bussetti (M5s) ha esordito sottolineando la contraddizione tra il fatto che “tutti definiscono fondamentale la scuola ma poi si fa una grande fatica a reperire le risorse da dedicarvi”. Il consigliere ha proseguito osservando che “a Modena, a fronte del calo della natalità si chiudono le strutture pubbliche per l’infanzia dando così una preferenza, anche se ancora limitata nei numeri, alle scuole private. Il sistema è ancora equilibrato ma siamo preoccupati perché se si continua su questa strada le scuole comunali, che sono un nostro patrimonio importante, non potranno più svolgere la loro funzione di traino sul piano della qualità. Anche la Fondazione Cresciamo, a cui non sappiamo bene che ruolo dare, secondo noi contribuisce a questo sfilacciamento del patrimonio pubblico”. Sollevando il problema dell’educazione alle nuove tecnologie, Bussetti ha chiesto quali risorse ci sono per farle entrare nelle scuole, e sull’integrazione sociale ha sostenuto che “quando nelle classi elementari c’è una maggioranza di bambini stranieri bisogna mettere in campo gli strumenti adatti per creare integrazione, e non siamo sicuri che siano stati scelti quelli giusti”.

Antonio Montanini di CambiaModena ha affermato che “oggi si compete sulla capacità di essere innovativi nel sapere ma il nostro sistema scolastico e universitario, per troppi anni considerato un costo e non un investimento, competitivo non lo è più. La scuola ha bisogno di un cambiamento che non ci potrà essere finché il sistema sarà così fortemente centralizzato: le scuole, di ogni ordine e grado, dovrebbero dipendere dalle amministrazioni locali. Il successo del Fermi ne è un esempio”. Per il consigliere è fondamentale il rapporto scuola-università-mondo del lavoro “ma spesso c’è un ritardo negli indirizzi di studio, nei contenuti della formazione che diamo ai nostri ragazzi e, in casi come quello delle tecnologie informatiche, anche nella preparazione dei docenti. Il ruolo degli enti pubblici invece dovrebbe essere proprio quello di prevedere il futuro e di fare da avanguardia. È un compito complesso ma è forse il principale dovere che abbiamo”.

Secondo Marco Chincarini di Per me Modena, la presentazione del piano per la buona scuole modenese è solo l’inizio di un percorso e di un dibattito: “Siamo contenti che siano stati recepiti i nostri ordini del giorno sull’apertura pomeridiana dei giardini scolastici, sulla cittadinanza onoraria ai bambini stranieri, che rende la scuola più accogliente, e apprezzo anche il lavoro per la costruzione degli istituti comprensivi. Vorrei che finisse il momento degli annunci e arrivasse quello delle azioni. Sono qui e aspetto”.

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