23/11/2017

“MUTINA SPLENDIDISSIMA” /3 – “TIME CAPSULE”, SI APRIRÀ NEL 2099

Dalla città romana al futuro con la proiezione dell’oggi affidata a un contenitore speciale

La mostra “Mutina Splendidissima” mira a comporre un quadro che conduce il visitatore dal 183 a.C. a oggi. In questo percorso che collega passato e presente si è voluta affrontare anche la dimensione del futuro attraverso il progetto “Capsule del tempo. Da Mutina al futuro”, che intercetta e rappresenta simbolicamente i temi alla base della mostra: memoria, conservazione e trasmissione ai cittadini del futuro.

Le capsule del tempo sono contenitori appositamente predisposti per conservare oggetti e informazioni rappresentativi della contemporaneità, destinati a essere ritrovati in un momento prestabilito del futuro. Diffuse in tutto il mondo e spesso realizzate in occasione di fondazioni, ricorrenze, inaugurazioni, le “time capsule” vengono registrate presso l’Università di Oglethorpe, ad Atlanta (sono stimate circa 10.000 registrazioni), che ospita la più grande capsula esistente, realizzata nel 1936 e destinata ad essere aperta nell’anno 8113.

Fra esempi antichi, moderni e contemporanei di capsule del tempo, in un contesto che affronta la storia di Mutina e la sua eredità a 2200 anni dalla fondazione, in collegamento alla mostra si realizzerà anche una “time capsule” modenese. Questa avrà l’obiettivo di intercettare e rappresentare simbolicamente i temi che sono alla base della mostra: la memoria, la conservazione, la trasmissione al futuro. I visitatori potranno affidarle oggetti, testi scritti, fotografie, articoli di giornale a loro giudizio rappresentativi della contemporaneità. I destinatari sono i cittadini modenesi che vedranno il lascito del 2017 in un’altra ricorrenza importante per Modena: il 2099, mille anni dopo la posa della prima pietra del Duomo, simbolo del legame fra città romana e città medievale e moderna, quando la comunità sarà impegnata ancora una volta a valorizzare il proprio passato. Il progetto, realizzato in collaborazione con la Biblioteca Civica Antonio Delfini, intende favorire una riflessione sul passato e il presente ma gettando un ponte verso il futuro, e stimolare una dimensione partecipativa che consenta a tutti di essere protagonisti del compleanno della città.

Al termine della mostra verrà svelato il luogo in cui la capsula verrà custodita in attesa di essere riaperta nel 2099.

Alla “Time capsule”, quella modenese è realizzata grazie al contributo di Lions Club Modena Host, sono collegate anche proposte educative e laboratori condotti dall’associazione Rodopis, che accompagnano bambini e ragazzi all’elaborazione consapevole (e creativa) del loro messaggio per il futuro. L’invito a tutte le scuole è quello di essere protagonisti del compleanno di Modena e partecipare a un’esperienza che, fra visita alla mostra e laboratorio, è una opportunità per conoscere la propria città e riflettere sui concetti di memoria e identità. Per le classi primarie si lavorerà soprattutto sul concetto di memoria individuale, mentre per le secondarie si farà un percorso trasversale fra memoria individuale e memoria collettiva.

In particolare, per le classi terze, quarte e quinte delle primarie, così come la città racconta la sua storia, ogni bambino racconta la propria e descrive la sua aspettativa per il futuro. Il messaggio viene affidato a un supporto che avrà la forma di un seme e conterrà ciò che ognuno, dopo avere sperimentato in mostra il rapporto fra passato, presente e futuro, desidera tramandare al 2099. Per il biennio delle secondarie di primo e secondo grado il tema sarà “da Mutina fecit a Made in Modena”. I numerosi “marchi di fabbrica” presenti in mostra su ceramiche e laterizi sono anch’essi delle capsule del tempo, così come i brand contemporanei. Si lavorerà sul marchio tracciandone l’evoluzione fino ai giorni nostri, segnati dalla globalizzazione. Si sperimenterà come si “timbravano” i prodotti a Mutina e si sottoporrà ai ragazzi una gamma di brand contemporanei, per stimolare una scelta ragionata di quelli che ritengono di dovere trasmettere ai cittadini del 2099 come simbolo della nostra epoca.

Per il triennio delle scuole secondarie di secondo grado, invece, ci si concentrerà sul passaggio dai reperti secolari esposti in mostra alla natura effimera del digitale. Ogni studente sarà coinvolto nella trasformazione in un documento cartaceo di ciò che, all’interno del suo smartphone, ritiene più rappresentativo della contemporaneità: la musica può diventare uno spartito, la serie web un racconto, la foto un disegno…

L’idea è che in un mondo dominato dal digitale ciò che è destinato a rimanere nel tempo sia ancora il supporto cartaceo, perché ogni dispositivo digitale è per sua natura effimero, non destinato a durare perché, sostiene la tesi alla base della proposta didattica, si autodistrugge per essere continuamente sostituito, quindi non decodificabile in un prossimo futuro.

Collaborano le biblioteche e i punti di lettura del Comune di Modena, che tra novembre e aprile organizzeranno sul tema delle capsule una serie di laboratori, proiezioni, letture e incontri con l'autore. Si comincia il 26 novembre con una conferenza del divulgatore scientifico Paolo Attivissimo sul complesso tema della conservazione dei dati digitali (foto, audio, video, documenti) con esempi e consigli per evitare che chi verrà dopo di noi riceva in eredità solo un'illeggibile catasta di bit.

Informazioni sulla mostra, orari, biglietti, convenzioni, visite guidate e proposte didattiche sul sito web (www.mutinasplendidissima.it).

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